basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Al momento la spesa si aggira sui 1000-1200 euro per appartamento (vanno dagli 80 ai 120 mq), per la cronaca.
Credo ti riferisca al costo dell'installazione delle valvole termostatiche ed ai ripartitori di calore: questi due elementi si applicano ad ogni radiatore esistente, per cui il costo è in funzione del numero di stanze/radiatori presenti.

Circa l'obbligo o la volontarietà, dipende da dove ti trovi e quale è la normativa regionale. Dove c'è l'obbligo, l'unica variabile opzionale è la scelta del fornitore e dei materiali.
 

echo

Membro Attivo
Proprietario Casa
No, mi sono espressa male, intendevo dire che quella è la spesa che al momento sosteniamo per il riscaldamento (onnicomprensiva, non solo il consumo).
In Veneto, dove abito, non mi risulta che la normativa regionale dia istruzioni particolari, quindi, fatto salvo un cambiamento della normativa, al momento la cosa è in mano al condominio.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
che attribuisce impropriamente a comportamenti virtuosi, le disparità di consumo/costo citate.
Devi distinguere: io stessa ho detto che chi si lamentava per il freddo era soprattutto chi era in posizioni svantaggiate (attici, colonne a nord...). Tutti hanno messo doppi vetri ma nelle posizioni "fredde" è un palliativo e certo il problema dell'isolamento è grosso e tu scrivi parole sagge.
Resta anche una componente di comportamenti/esigenze diverse: a chi è fuori tutto il giorno per lavoro non importa avere la casa iperriscaldata tutto il giorno. Per lui è un vero spreco. Mentre la vuole calda (o molto calda) tutto il giorno chi sta in casa in pantofole. I contabilizatori consentono di regolare secondo le esigenze.
Comunque da quando ci sono i contabilizzatori (tre anni) non ci sono più state in quel condominio discussioni, che invece prima erano la norma
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Devi distinguere:
Forse hai in parte frainteso la mia frase: anch'io sono sempre stato favorevole alla contabilizzazione per le tue medesime ragioni.
Ma ho constatato che quando le disparità di consumo/costo sono molto ampie, non tutto dipende dalle scelte ed esigenze personali. Le costruzioni anni 60-70 non hanno alcun criterio di isolamento reciproco, oltre che verso l'esterno: e persino un alloggio intermedio, compreso fra due u.i. , se queste sono sfitte coi radiatori chiusi, si trova a raddoppiare la spesa a parità di esigenze. Le discussioni si sono fatte quindi più vivaci proprio quando il sistema ha messo in evidenza questi aspetti tecnici: purtroppo non sempre rimediabili, se non con una buona dose di buon senso condominiale (.... merce sempre rarissima ...)
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
In questo settore c'é molta disinformazione. Chi ha l'impianto di riscaldamento con la caldaia a condensazione che lavora su almeno due temperature di riscaldamento ed ha installato i contabilizzatori è esonerato dal rispettare gli orari di funzionamento stabiliti per il suo comune di appartenenza dal DPR 412/1993. Questo viene interpretato, a volte, come la possibilità di tenere acceso 24 ore/24, altre volte, come la possibilità di tenere acceso ininterrottamente l'impianto dalle 06 alle 23. E' impensabile che la gente mantenga gli stessi orari di accensione e spegnimento previsto dal DPR, dopo aver speso soldi per l'adeguamento della caldaia e l'installazione dei contabilizzatori di calore perché non si avrebbe nessun beneficio se non di ridurre i costi del riscaldamento perché si chiudono i termosifoni e quindi si eroga meno calore per tutti.
Nelle regioni che hanno la maggior parte dei comuni in zona A) e/o B) emanare una legge che obblighi la installazione dei contabilizzatori di calore con annesse termovalvole a me suona tanto con una invenzione politica per intascare tangenti dalla lobby dei termotecnici.
Il concetto ribadito più volte da Elisabetta48, che è giusto che chi sta a casa a godersi il caldo paghi di più di coloro che non stanno in casa è quello che più mi fa ink..re. Se escludiamo la zona F nella quali non ci sono limiti di orario di funzionamento del riscaldamento, gli orari di funzionamento giornaliero del riscaldamento sono compresi tra le 6 ore della zona A (dal 1° dicembre al 15 marzo) e le 14 ore della zona E (15 ottobre - 15 aprile). La legge impone anche che l'orario di funzionamento non deve essere continuo durante le 24 ore. Quindi attualmente non è vero che chi per motivi personali sta in casa si gode il caldo a suo uso e piacimento; si gode il caldo ed il freddo previsto per legge. Lo stato di godimento del calore accessorio a cui allude Elisabetta48 gli arrivebbe perché altri lo hanno deciso. Perché non è che uno debba mettersi a smanettare quotidianamente attorno al termosifone per chiudere ed aprire la termovalvola per rispettare gli orari di erogazione del calore secondo gli orari del DPR 412/1993; si seleziona un valore della termovalvola e poi nel giro di pochi giorni si aggiusta l'apertura o la chiusura in modo da avere il confort di temperatura che gli sembra opportuno.
Sarebbe il colmo dei colmi se, per avere la medesima tempuratura che si ha con l'impianto senza termovalvole, si dovesse pagare di più di quello che si è pagato quando queste non c'erano.
Mentre sto scrivendo ho una temperatura di 22 gradi nella stanza, che è sempre la stessa da parecchi anni (quando l'impianto è acceso), non vorrei che installando i contabilizzatori di calore per avere la medesima temperatura anziché pagare almeno il 20% in meno di consumo (come prospettato dall' installatore consultato) dovessi pagare il 30-40% in più: sarebbe come avere oltre al danno (anticipazione finanziaria dei costi di installazione) la beffa (pagare di più e non riuscire ad ammortizzare la spesa).
 
Ultima modifica:

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
non vorrei che installando i contabilizzatori di calore per avere la medesima temperatura anziché pagare almeno il 20% in meno di consumo (come prospettato dall' installatore consultato) dovessi pagare il 30-40% in più:
Purtroppo ti potrebbe capitare anche di peggio, come puoi leggere dai miei precedenti interventi. Forti squilibri capitano anche se i vicini tengono camere spente. Se sei all'ultimo piano con solaio non isolato, ti consiglio di pretendere (è un tuo diritto) il preventivo isolamento, prima della gestione a contabilizzazione.
Ma dovrai scontrarti con gli altri condomini, e contare sulla competenza e capacità dell'amministratore.
Ovviamente se le pareti e le solette sono senza isolamento. In queste situazioni è velleitario anche considerare una quota fissa inferiore al 40%: e pochi sono disposti a superare il 50%.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
In queste situazioni è velleitario anche considerare una quota fissa inferiore al 40%: e pochi sono disposti a superare il 50%.
Era proprio quello che avevo intenzione di proporre in assemblea: 40% dei consumi (combustibile ed energia elettrica) da ripartire in base alla vecchia tabella millesimale del riscaldamento e 60% da ripartire in base al prelievo di calore. Le altre spese di gestione ordinaria ripartite secondo i mm di riscaldamento.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Premessa: abito in un condominio del 1963, con riscaldamento centralizzato. La caldaia ha una decina d'anni circa.

Già da un paio d'anni, ancora prima che comprassi l'appartamento, si è discusso in assemblea sull'opportunità di installare i contabilizzatori di calore negli appartamenti, con l'ovvio scopo di ottimizzare i consumi. Tuttavia finora non se n'è fatto nulla, prima perchè c'erano lavori più urgenti, e poi perchè all'ultima assemblea, con me presente, un condomino ha dato in escandescenze dall'inizio alla fine e non siamo riusciti a parlarne.

Ho comunque fatto qualche chiacchiera informale al riguardo, e già diversi condomini, che dicono di aver parlato con persone competenti sull'argomento (termoidraulici, etc), mi hanno detto che non vorrebbero metterle perchè gli è stato sconsigliato, dato che "l'impianto è molto vecchio e sarebbe inutile, se non controproducente". Non hanno saputo argomentare meglio di così.

Qualcuno di voi ne sa abbastanza in materia per dirmi se questa affermazione potrebbe avere senso? Esiste davvero un limite oltre il quale non è utile/consigliabile mettere le valvole? Sono assolutamente digiuna dell'argomento e non conosco nessuno che si occupi di queste cose. Grazie.
Abito in un condominio anni 40 la caldaia è stata sostituita alla fine degli 80, tuttavia più tecnici idraulici hanno presentato preventivi per valvole termostatiche e contacalorie.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Abito in un condominio anni 40 la caldaia è stata sostituita alla fine degli 80, tuttavia più tecnici idraulici hanno presentato preventivi per valvole termostatiche e contacalorie.
Non c'è relazione tra vetustà dell'edificio o della caldaia ed il principio di ripartire secondo assorbimento di calore. Sono di principio compatibili: salvo verificare un adeguato bilanciamento dell'impianto. La legge Lombardia lo prevede. Altre regioni non ne fanno cenno, ma dovrebbe essere la norma.[DOUBLEPOST=1386192718,1386192593][/DOUBLEPOST]
Era proprio quello che avevo intenzione di proporre in assemblea: 40% dei consumi (combustibile ed energia elettrica) da ripartire in base alla vecchia tabella millesimale del riscaldamento e 60% da ripartire in base al prelievo di calore. Le altre spese di gestione ordinaria ripartite secondo i mm di riscaldamento.
E' un criterio possibile, ma un pò complesso: è più facile per l'amministratore e per chi legge i consuntivi stabilire solo la percentuale fissa e quella a consumo, forfettizzando l'intero costo di gestione.
 

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