Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Ora c'è chi sta in maglietta di cotone e maniche corte con aperte un paio di finestre.
Mi consenta (scherzavo) ma questa è una iperbole (sono serio). Se qualcuno nel periodo invernale si trova a dover stare in casa vestito come dici tu e per di più con un paio di finestre aperte vuol dire che sta alle acciaierie di Terni oppure fa il fornaio ed ha la bottega in casa. Oppure più semplicemente è perché ha il sistema di termoregolazione del corpo starato (vampe di calore, pressione alta ecc... ecc...)
Con questo non voglio negare che ci possano essere impianti di riscaldamento che per non sentire lamentele per il troppo freddo siano stati sovradimensionati dal progettista oppure siano condotte in modo non oculato (tanto il costo del carburante non lo paga la società di conduzione dell'impianto) A volte all'aumento di temperatura contribuiscono le migliorie che i singoli proprietari di appartamento fanno sulla propria unità immobiliare: intendo la sostituzione delle vecchie finestre in legno con un vetro solo con le finestre in alluminio con doppi vetri, coibentazioni interne dei muri esposti a nord ecc... ecc... .
Secondo il D.P.R. n. 412/'93 tuttora in vigore gli impianti termici destinati alla climatizzazione degli ambienti invernali devono essere condotti in modo tale da non superare i valori massimi di temperatura fissati dal D.P.R. n. 74/'13:

- 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriale, artigianale e assimilabili;

- 20°C + 2°C di tolleranza per gli altri edifici (fatte salve le eccezioni previste dalla legge).

Secondo il medesimo D.P.R. n. 412/'93 l’accensione impianti termici per la città di Parma il limite massimo consentito è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile perché ricade nella zona climatica E; mentre per la città di Roma il limite massimo consentito è di 12 ore giornaliere dal 1 novembre al 15 aprile perché ricade nella zona climatica D.

Al di fuori di tali periodi gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e comunque con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime.

La differenza di ore di riscaldamento annuali tra le due zone, in condizioni di normalità, è di 570 ore: 2562 (per la città di Parma) – 1992 (per la città di Roma)
 
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Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Riscaldamento autonomo a gasolio, sei ore e mezza di accensione al giorno, regolazione 20 gradi, mq. riscaldati 157 + acqua calda d'estate, costo totale 1.500 €.
Il tuo è un regime di riscaldamento personalizzato.
In Sardegna, secondo la tabella A del D.P.R. 412/'93, non c'é alcun comune che sia in zona climatica A dove il riscaldamento va dal 1 dicembre al 15 marzo per 6 ore al giorno.
Probabilmente sei in zona climatica B, anche se a dire la verità la maggioranza dei comuni sardi sono in zona climatica C.
Comunque facciamo finta che sei in zona climatica A tu ufruisci di 630 ore di riscaldamento all'anno e ipotizzando un utilizzo continuo di 1,5 ore al giorno per l'ACS pari 548 ore di funzionamento annue porti il tuo utilizzo a 1178 ore all'anno.
Praticamente il tuo sistema ti costa 1,25 euro al giorno: è più che un buon prezzo
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Con questo non voglio negare che ci possano essere impianti di riscaldamento che per non sentire lamentele per il troppo freddo...
E' esattamente quello che tento di dire da tre giorni: per non sentire lamentele (da parte di chi sta nelle colonne a nord o negli attici o sopra un porticato...) alcuni amministratori risolvono il problema buttando su la temperatura e che chi ha caldo si arrangi, alla faccia delle norme che citi sul non dover superare certe temperature.
Coi termoregolatori il problema non sussite...

In particolare, chi sta in maglietta è un dodicenne che non ha la pressione alta, cje non ha vampate di calore ed è ben termoregolato e i suoi genitori.
Besos
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
alcuni amministratori risolvono il problema buttando su la temperatura
Scusa tanto ma quando si fa l'assemblea relativa alla gestione del riscaldamento, se come dici tu gli amministratori buttano su la temperatura e ci sono condomini che si lamentano per il troppo caldo non pensi che almeno uno di quelli che hanno troppo caldo non chieda di ridurre i consumi? E quindi si discuta del costo e del consumo? Mi sembra che tutti siano sensibili a risparmiare, tanto è vero che, basta dire che si potranno detrarre il 65% dell' importo speso che "everybody jumps on the wagon" ma poi quando gli spieghi che puoi detrarre solo il 6,5% per 10 anni e che se finisci a credito, il credito ti viene restituito l'anno successivo (dopo un probabile controllo), chissà perché la gente perde l'entusiasmo ed incomincia a chiedere se è proprio necessario chiedere la detrazione se si installano i contabilizzatori.
In questi giorni nei quali anche a Roma si è sentito freddo, anziché tenere spalancate le finestre tutte le mattine per 20 minuti, come faccio di solito per cambiare aria a tutte le stanze, le ho tenute aperte per poco più di 5 minuti perché anche la temperatura nelle stanze, nonostante l'impianto fosse acceso, non erano calde come al solito. Anche io, nonostante l'età ho l'ipotalamo (la ghiandola che termoregola la temperatura del corpo) che funziona bene; con la pillolina ho 130/70 di pressione ed inoltre dispongo di uno spesso strato di adipe che mi ha consentito di fare il bagno a giugno nelle acque di capo teulada che sono notoriamente fredde. Tuttavia credo che la temperatura ambiente di 21,5° sia la temperatura per il confort della mia persona che non è usa girare in mutande per casa.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Scusa tanto ma quando si fa l'assemblea relativa alla gestione del riscaldamento, se come dici tu gli amministratori buttano su la temperatura e ci sono condomini che si lamentano per il troppo caldo non pensi che almeno uno di quelli che hanno troppo caldo non chieda di ridurre i consumi?
Direi poi di chiudere questo dialogo, tanto ormai ci siamo detti tutto quello che pensavamo. Anche a questo ho già risposto: la risposta dell'amministratore è che chi ha caldo chiuda dei termo e se ha caldo ancora apra qualche finestra. Nella convinzione, evidentemente, che chi ha freddo non possa porvi personalmente rimedio, mentre chi ha caldo la può risolvere così.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Mi dai un'informazione fondamentale, perchè io sapevo che l'obbligo esisteva in Lombardia e Piemonte. Hai qualche link alla normativa? Ne vorrei parlare con l'amministratore. Grazie.
Anche a me risulta che l'obbligo dei contabilizzatori, sugli impianti già esistenti, sia per ora sancito solo a livello regionale (e confermo x Lombardia e Piemonte).

L'obbligo esiste per le nuove costruzioni.

Comunque attendo anch'io eventuali precisazioni e riferimenti normativi più recenti.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
gli è stato sconsigliato, dato che "l'impianto è molto vecchio e sarebbe inutile, se non controproducente". Non hanno saputo argomentare meglio di così.
Per recente esperienza personale, credo di poter dare una risposta.
Non è tanto un problema di impianto, ma di tipologia costruttiva dell'edificio, che negli anno 60 non usava particolari accorgimenti per l'isolamento termico.
E veniamo alle conseguenze:

prima si andava a millesimi, ora a consumo effettivo. Per appartamenti equivalenti c'è chi spende 800 euro e chi ne spende 3000. E' incredibile.

Le conseguenze sono quelle citate da Elisabetta che attribuisce impropriamente a comportamenti virtuosi, le disparità di consumo/costo citate.

Il criterio della contabilizzazione individuale, anche da me caldeggiato, è equo, se tutte le unità immobiliari presentano un adeguato isolamento termico: purtroppo questa non è la condizione degli edifici anni 50-70 e oltre. In quegli anni il bilanciamento termico era realizzato maggiorando i radiatori nei piani alti e nelle camere più esposte, (tanto la spesa era per regolamento suddivisa in base alla cubatura riscaldata). Con l'installazione dei contabilizzatori, l'alloggio all'ultimo piano con il sottotetto non riscaldato e coibentato si troverà a pagare una cifra quasi doppia: stesso discorso per gli alloggi che confinano con altri al momento non riscaldati ecc.

Ne consegue una grave iniquità nei confronti delle posizioni più svantaggiate, che hanno tutto il diritto di pretendere a livello condominiale un intervento preventivo che salvaguardi anche i loro interessi.

Le Regioni che hanno deliberato l'obbligo, avrebbero dovuto non dare la priorità alla contabilizzazione, ma all'isolamento delle pareti, con un "cappotto" in primis, e serramenti a bassa trasmittanza. Hanno invece furbescamente agito sulla contabilizzazione, che appare interessante, lasciando poi alle liti condominiali, l'onere di agire sostanziamente sugli interventi veramente forieri di risparmio.
Non dimentichiamoci che di per se la contabilizzazione non introduce alcun risparmio energetico, salvo l'eliminazione di eventuali sprechi (finestre aperte). Il risparmio sostanzioso può avvenire solo migliorando la classe energetica del fabbricato cioè l'isolamento delle pareti, solette e serramenti. (ovviamente non cito l'eventuale miglioramento di rendimento di caldaie di nuova generazione, altra via di contenimento dei consumi effettivo)

Consiglio quindi a tutti quelli in procinto di effettuare la contabilizzazione in case degli anni del dopoguerra, di mettere a bilancio almeno l'isolamento della soletta del sottotetto, o dell'eventuale piano piloti, e valutare l'eventuale posa di un cappotto sulle facciate. Purtroppo con notevole incremento della spesa da sostenere.

(Vien da dire che l'obbligo di Piemonte e Lombardia, sia stato dettato più dallo scopo di incentivare l'economia, più che dal pensiero del contenimento energetico
 
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echo

Membro Attivo
Proprietario Casa
Basty, grazie per le tue ottime osservazioni. Sono d'accordo anche io che il fatto di mettere i contabilizzatori senza pensare al "contorno" degli altri fattori che incidono sul consumo non abbia molto senso. Di fatto nel mio condominio le persone tendenzialmente contrarie abitano a tutti i piani, dal primo all'ultimo, e hanno situazioni diverse a livello di infissi/coibentazione (qualcuno li ha nuovi, qualcuno no). Sarà "interessante" discuterne in assemblea, quando sarà il momento... per intanto l'intervento era stato posposto perchè era più urgente mettere a norma l'impianto elettrico del palazzo, che non vi dico in che stato era, ma credo sia importante, ad un certo punto, parlare di risparmio energetico in modo serio. Al momento la spesa si aggira sui 1000-1200 euro per appartamento (vanno dagli 80 ai 120 mq), per la cronaca.
 

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