Mi consenta (scherzavo) ma questa è una iperbole (sono serio). Se qualcuno nel periodo invernale si trova a dover stare in casa vestito come dici tu e per di più con un paio di finestre aperte vuol dire che sta alle acciaierie di Terni oppure fa il fornaio ed ha la bottega in casa. Oppure più semplicemente è perché ha il sistema di termoregolazione del corpo starato (vampe di calore, pressione alta ecc... ecc...)Ora c'è chi sta in maglietta di cotone e maniche corte con aperte un paio di finestre.
Con questo non voglio negare che ci possano essere impianti di riscaldamento che per non sentire lamentele per il troppo freddo siano stati sovradimensionati dal progettista oppure siano condotte in modo non oculato (tanto il costo del carburante non lo paga la società di conduzione dell'impianto) A volte all'aumento di temperatura contribuiscono le migliorie che i singoli proprietari di appartamento fanno sulla propria unità immobiliare: intendo la sostituzione delle vecchie finestre in legno con un vetro solo con le finestre in alluminio con doppi vetri, coibentazioni interne dei muri esposti a nord ecc... ecc... .
Secondo il D.P.R. n. 412/'93 tuttora in vigore gli impianti termici destinati alla climatizzazione degli ambienti invernali devono essere condotti in modo tale da non superare i valori massimi di temperatura fissati dal D.P.R. n. 74/'13:
- 18°C + 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriale, artigianale e assimilabili;
- 20°C + 2°C di tolleranza per gli altri edifici (fatte salve le eccezioni previste dalla legge).
Secondo il medesimo D.P.R. n. 412/'93 l’accensione impianti termici per la città di Parma il limite massimo consentito è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile perché ricade nella zona climatica E; mentre per la città di Roma il limite massimo consentito è di 12 ore giornaliere dal 1 novembre al 15 aprile perché ricade nella zona climatica D.
Al di fuori di tali periodi gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e comunque con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime.
La differenza di ore di riscaldamento annuali tra le due zone, in condizioni di normalità, è di 570 ore: 2562 (per la città di Parma) – 1992 (per la città di Roma)
Ultima modifica: