Daniele 78

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Direi proprio di no. Hai appena affermato che avevate due scale, ed avete optato per la separazione condominiale ex art. 61 n.a.c.c.
Pardon mi sono spiegato male ho detto che anche il nostro condominio non prevedeva alcun indicativo per le scale (entrambe) non esistono B.C.N.C anche nei nostri catasti anche se ha due scale.

Il caso è un po differente nel senso che nel caso in oggetto manca una scala, ma è simile per la mancanza del B.C.N.C.

Guarda, un catasto fatto così oggi non passerebbe, come dicevo un tempo andava bene tutto ed è per quello che c'è un casino pazzesco!
 

basty

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Come al solito stiamo viaggiando su due binari paralleli, che come noto non si intersecano mai.

Non ci piove che oggi anche la parti comuni, censibili e non, devono essere descritte e rappresentate nel tipo mappale. Ma ripeto: qui la questione è a monte del problema dell'accatastamento. Anche tu, se oggi fossi incaricato di ripresentare un riaccatastamento di questo fabbricato, dovresti prima risalire ai titoli originari. Ef il problema si porrebbe con la tracciatura del confine delle due particelle anche in corrispondenza del fabbricato.

Certamente l'esistenza di due particelle distinte fa propendere in prima battuta la bilancia a favore di due entità indipendenti. In mancanza di una fusione delle particelle oggi le due parti dell'edificio sarebbero da considerarsi distinte, come ha risposto l'ufficio tecnico. Ogni parte insiste su un proprio terreno ed è coperto dalla propria frazione di tetto.

Salvo risalire al progetto originario ed alle intenzioni del costruttore. Come sono gli impianti? Separati o comuni? Fogne, riscaldamento, distribuzione acqua e gas?

E soprattutto di fronte ad una possibile lite, come risponderà il giudice? e quando?

In fondo il catasto nasce soprattutto a scopo fiscale: non sarebbe così assurdo che un giudice dando più peso alla situazione funzionale, deliberasse l'obbligatorietà della fusione delle particelle, invece che sancire la distinzione della comunione.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Come al solito stiamo viaggiando su due binari paralleli, che come noto non si intersecano mai.

Non ci piove che oggi anche la parti comuni, censibili e non, devono essere descritte e rappresentate nel tipo mappale. Ma ripeto: qui la questione è a monte del problema dell'accatastamento. Anche tu, se oggi fossi incaricato di ripresentare un riaccatastamento di questo fabbricato, dovresti prima risalire ai titoli originari. Ef il problema si porrebbe con la tracciatura del confine delle due particelle anche in corrispondenza del fabbricato.

Certamente l'esistenza di due particelle distinte fa propendere in prima battuta la bilancia a favore di due entità indipendenti. In mancanza di una fusione delle particelle oggi le due parti dell'edificio sarebbero da considerarsi distinte, come ha risposto l'ufficio tecnico. Ogni parte insiste su un proprio terreno ed è coperto dalla propria frazione di tetto.

Salvo risalire al progetto originario ed alle intenzioni del costruttore. Come sono gli impianti? Separati o comuni? Fogne, riscaldamento, distribuzione acqua e gas?

E soprattutto di fronte ad una possibile lite, come risponderà il giudice? e quando?

In fondo il catasto nasce soprattutto a scopo fiscale: non sarebbe così assurdo che un giudice dando più peso alla situazione funzionale, deliberasse l'obbligatorietà della fusione delle particelle, invece che sancire la distinzione della comunione.
Il catasto nasce a scopo fiscale ma individua i confini di proprietà del lotto quello non lo fa il comune.
Quando devi fare un riconfinamento le mappe che utilizzi sono quelle catastali non quelle del Comune.
Poi l'OP ha già spiegato nell'ultimo post la storia dei due mappali, mi sa che te la sei persa!
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
seguendo il vs ragionamento se l'unica scala di accesso ai piani si trovasse tutta all'interno di uno dei mappali questa sarebbe di proprietà di coloro che hanno gli appartamenti nel mappale medesimo, mentre quelli che abitano di fronte ma nell'altro mappale godrebbero di una servitù di passaggio. Ugualmente per l'ingresso.
Mi viene difficile capire la frase:" il palazzo strutturalmente è unico ma in effetti sono due entità distinte" quando il corpo di fabbrica è unico, il numero civico è unico, l'ingresso dell'edifico è unico, la scala è unica ed anche il tetto è unico.
 

Un giocatore

Membro Assiduo
Proprietario Casa
Allo scopo di sdrammatizzare il tutto, riferisco che mi sembra di aver letto tanto tempo fa che quando Gorizia fu divisa in due parti, una assegnata all'Italia e una alla Slovenia, qualche fabbricato fu 'diviso' in due, uno di parte italiana e uno di parte slovena: allora, due condomìni?
 

basty

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Proprietario Casa
seguendo il vs ragionamento se l'unica scala di accesso ai piani si trovasse tutta all'interno di uno dei mappali questa sarebbe di proprietà di coloro che hanno gli appartamenti nel mappale medesimo, mentre quelli che abitano di fronte ma nell'altro mappale godrebbero di una servitù di passaggio. Ugualmente per l'ingresso.
Questa è la conseguenza, non ci piove. Se il vecchio proprietario unico non ha proceduto preliminarmente alla fusione. Poi bisogna verificare come ha venduto gli a
Partamenti.
Mi viene difficile capire la frase:" il palazzo strutturalmente è unico ma in effetti sono due entità distinte" quando il corpo di fabbrica è unico, il numero civico è unico, l'ingresso dell'edifico è unico, la scala è unica ed anche il tetto è unico.
Qui sta proprio la difficoltà nel rispondere. Però è certo che non è il numero civico unico a determinare i diritti reciproci. Non sappiamo come stiano in realtà le cose. Ma ti faccio un esempio. Nei centri storici molte case contigue hanno tetti che sembrano unici e continui. Ma sicuramente se sono state vendute porzioni terra-cielo nessuno si sogna di dover condividere le spese sul tetto del confinante.
Come hai capito propendo per la tesi della priorità della distinzione delle particelle, ma di fronte ad un giudice potrebbe anche capitare il contrario. Per questo consiglio prudenza.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Nei centri storici molte case contigue hanno tetti che sembrano unici e continui. Ma sicuramente se sono state vendute porzioni terra-cielo nessuno si sogna di dover condividere le spese sul tetto del confinante.
l'esempio non calza. Le case che dici tu sono costruite in appoggio con il muro in comune o con un proprio muro in aderenza a quello del vicino. In questo caso si discute di un corpo di fabbrica unico.
pare che l'esistenza di due mappali sia da ricondurre a una costruzione effettuata in tempi diversi
vorresti dire che il proprietario prima ha costruito sul confine un edificio e successivamente ha ampliato il medesimo costruendo l'altro pezzo di edificio? oppure che la costruzione era già delle dimensioni attuali e successivamente ha innalzato l'edificio.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
seguendo il vs ragionamento se l'unica scala di accesso ai piani si trovasse tutta all'interno di uno dei mappali questa sarebbe di proprietà di coloro che hanno gli appartamenti nel mappale medesimo, mentre quelli che abitano di fronte ma nell'altro mappale godrebbero di una servitù di passaggio. Ugualmente per l'ingresso.
Mi viene difficile capire la frase:" il palazzo strutturalmente è unico ma in effetti sono due entità distinte" quando il corpo di fabbrica è unico, il numero civico è unico, l'ingresso dell'edifico è unico, la scala è unica ed anche il tetto è unico.

E allora perché esistono 2 mappali e non uno? Se fosse come dici tu il mappale sarebbe unico.

Come dicevo farne uno o farne 2 cambia ed ha un senso: come avevo scritto nell'esempio hai frazionato il condominio da 6 in 2 condomini da 3, che poi abbiano lo stesso amministratore è irrilevante.

Sono due mini condomini da 3 alle carte. Avendo una sola entrata l'unica soluzione per riportare tutto a posto (con la parte comune che non può essere attribuita al l'uno o all'altro) la soluzione ideale sarebbe presentare un tipo mappale per unificarli!
 

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