Ciao Uva,
ogni tanto torno a manifestarmi
(dì la verità: ti mancavo troppo; vero? ).
Poi dovevo ancora ringraziarti per tutte le puntualizzazioni che mi avevi rivolto il 5 settembre e che rimanda, rimanda alla fine poi non ho più fatto. Sono sempre il solito: perdonare me
…
In tutto questo frattempo non ho avuto modo di occuparmi dell’appartamento ed anche se avevo invitato il mio aspirante inquilino extra europeo a guardarsi intorno perché mi serviva tempo per valutare e decidere lui non si è scoraggiato dell’attesa e proprio pochi giorni fa, dopo un periodo piuttosto prolungato di non comunicazione tra noi due, si rifà vivo inviandomi un semplice saluto su whatsap
(«Hi»). Così gli ho spiegato che la situazione era complicata perché c’erano diversi lavoretti da compiere dopo che era terminata la locazione con la precedente inquilina
(descrivendogli i più importanti) e poi, credendo di dargli la mazzata finale, gli avevo anche spiegato che essendo lui un cittadino extraeuropeo io avevo bisogno pure del certificato di idoneità o di rispondenza enunciandogli praticamente tutto ciò che mi avevi riferito tu
(quando si dice farsi bello con la fatica degli altri…
) a tal proposito e che non sapevo proprio come procurarmeli. Bene lui mi risponde che per tutti quei lavori che avevo elencato di poterci tranquillamente pensare lui, quanto poi ai certificati mi ha detto che ha giurato ed è diventato cittadino italiano
(mandandomi anche una foto ed il certificato di ciò) e che il 28 ottobre lo diventeranno anche i suoi due figli che cambieranno insieme a lui pure la carta d’identità
(mentre la moglie mi ha detto diventerà cittadina italiana tra un anno). Quindi la denuncia alla questura andrà eventualmente presentata, entro 48 ore da quando inizia l’ospitalità, solo per quel che concerne la sua consorte…
Uva che vuoi che ti dica, sarò un folle, un temerario, un visionario, un incosciente ma sarei adesso, alla luce di tutto ciò, orientato a darglielo
(anche perché lui ha già vissuto in Italia, non è che proviene direttamente dalla sua nazione). Inoltre, quando gli ho specificato che avrei lasciato le chiavi solo una volta firmato anche il contratto
(e
non solo con il rilascio del deposito cauzionale) gli ho spiegato che su tale documento sarebbe poi stato scritto che glielo avevo mostrato e che l’appartamento dovrà poi essere riconsegnato nelle medesime condizioni salvo il normale deperimento dovuto all’uso, lui allora si è reso disponibile a vederlo…
Ah, gli ho anche inviato la copia del regolamento di Condominio a cui, gli ho precisato, dovrà attenersi
(poi comunque un’altra copia gliela consegnerò cartacea se arriviamo alla firma del contratto). E proprio su tuo suggerimento avevo, in sede di compilazione del contratto assistito con la DokiCasa, anche inserito la clausola
(letta da un’altra parte: Fac simile di richiesta di ispezione dei locali oggetto di locazione ,
al punto 3):
“- il locatore potrà in qualsiasi momento ispezionare o fare ispezionare l’appartamento locato”, ma quelli della DokiCasa, nonostante avessi scritto loro per e-mail che l’inserimento di alcune clausole fosse per me “fondamentale”
(e loro mi avevano persino risposto con un: «Non si preoccupi che i nostri contratti hanno tutti gli elementi») hanno poi nel contratto scritto così:
«Articolo 13 (Accesso)
Il conduttore deve consentire l'accesso all'unità immobiliare al locatore, al suo amministratore nonché ai loro incaricati ove gli stessi ne abbiano - motivandola - ragione. Nel caso in cui il locatore intenda vendere o, in caso di recesso anticipato del conduttore, locare l'unità immobiliare, questi deve consentirne la visita una volta la settimana, per almeno due ore, con esclusione dei giorni festivi»,
praticamente ridimensionando, e di molto, il mio “potere di controllo” sulla tenuta dell’appartamento
(che dovrà appunto essere motivato) su come invece l’avevo impostato io facendo ricorso alle tue sagge parole. Ora la domanda che ti pongo è la seguente: posso io sostituire ciò che mi hanno scritto loro con quello che invece avevo intenzione di scrivere io?
Inoltre nell’articolo 7 hanno scritto:
«Articolo 7 (Uso)
L'immobile deve essere destinato esclusivamente a civile abitazione del conduttore», mentre nel mio contratto precedente scritto da un’agenzia immobiliare vi era dopo quella frase adesso riportata anche aggiunto:
«…e delle seguenti persone attualmente con lui conviventi». E quindi venivano ben specificate chi aveva titolarità a convivere nell’appartamento. Vero è che questa volta il contratto è cointestato sia a lui sia alla moglie, ma non vengono nominati i due figli. È il caso, rifacendomi al contratto precedente, di specificarli per delineare ulteriormente chi ha titolarità di risiedere nell’appartamento? Anche per essere maggiormente tutelato qualora venissi accusato di non aver denunciato altri soggetti che eventualmente risiedessero, a mia insaputa, nel mio appartamento…
Okay, mi fermo qua perché sta venendo un papiro e, anche se non si direbbe, mi sta molto a cuore la tua salute ☺️.
P.S.
Tu invece continui a rimanere scettica su tale tipologia d’inquilino?
P.P.S.
Chiarito il mistero sui figli
(di cui mi aveva già inviato i documenti) con cognome diverso dai genitori. Nel Bangladesh non vi è l’obbligo di cognome che può essere di fantasia. E ricercando in Rete è effettivamente così: manca proprio l’anagrafe lì…