1) Sì, le imposte sono a carico del promissario acquirente.
2) Chiederei una caparra confirmatoria di circa 7.000 euro con assegno bancario (diventa tale se non vi è la sospensiva, oppure quando la condizione si è avverata). Un acconto intermedio di 23.000 euro circa con assegno circolare se il rogito è fissato dopo alcuni mesi. Oppure il saldo al rogito, sempre con assegno circolare.
E' solo un esempio. Nel mio caso, non avendo fretta di incassare, gli importi e la tempistica dipendono molto dalla disponibilità dell'acquirente.
Anche il tuo esempio mi sembra ragionevole.
3) Se non vi è clausola sospensiva il venditore incassa subito il primo assegno a titolo di caparra confirmatoria.
Vedo che spesso gli acquirenti chiedono la sospensiva e gliela concedo, facendo presente che è opportuno si presentino al venditore con la fattibilità del mutuo rilasciata dalla loro banca.
La clausola concerne l'ottenimento del mutuo (non della semplice delibera reddituale) di importo non inferiore a € tot che il promissario acquirente si impegna a richiedere ad un Istituto finanziario da lui scelto entro 15 giorni dalla stipula del preliminare. (Questo termine è un deterrente affinché lui si sbrighi ad avviare la pratica di mutuo, ma un breve ritardo per me è tollerabile)
Se entro la data X il promissario acquirente non comunica al promissario venditore l'avvenuta concessione del mutuo di importo non inferiore a € tot, il contratto preliminare diventa definitivamente inefficace. (Non chiedo che debba mostrare la dichiarazione scritta di diniego se non ottiene il mutuo, perché mi risulta che alcune banche non la rilasciano).
5) L'anno scorso parlando con alcuni notai di Torino e provincia (almeno 5, 3 miei e 2 scelti dagli acquirenti) è saltato fuori che non esiste un obbligo di legge circa la Rre. Ma siccome il Notariato la raccomanda caldamente, incarico i miei tecnici (geom/arch.) di prepararla.
Ti consiglierei di approfondire l'argomento col notaio rogante.