Scusate, ma vorrei partecipare con una semplice riflessione in merito agli ultimi post letti; in particolare vorrei far chiaro che si parla sempre di rifare, ristrutturare, modificare cambiando il vecchio con il nuovo.
Mi spiego meglio; concordo pienamente con @Daniele 78 sulle difficoltà di dover demolire un edificio vecchio, magari addossato ad un'altro per rifare il vestito perchè ormai brutto, perchè vetusto.
Cerco di capire cosa voglia dire @merlo con la sua preoccupazione « ... io sto vivendo questo problema su una palazzina vecchia di 60 anni con 6 famiglie, tutti siamo d'accordo a demolire tutto e rifare nuovo con criteri nuovi e moderni, ma 2 famiglie non sanno dove andare a vivere nel frattempo, cosi tutto rimane la fermo nel suo lento e inesorabile degrado ...»
Ma una cosa non risulta chiara ... o meglio a me chiara come ad altri che operano nel settore delle progettazioni ... perchè sempre demolire, perchè buttare via qualcosa che ha una sua storia, soltanto perchè oggi si sente parlare di innovazioni tecnologiche, perchè va (meglio andava) alla grande che il nuovo è più sicuro del vecchio e poi è anche più bello... o forse perchè le fonti alternative sono la panacea di tutti i mali...
No.. e poi no ... non sono per niente d'accordo sulle demolizioni a tutto spiano; da una parte perchè giustamente come detto da @Daniele 78 possono creare dei problemi ... ma dall'altra, come progettista e addetto ai lavori, vi chiedo se avete mai guardato le città con il nuovo costruito ... si vedono fabbricati che fanno veramente paura... deturpazioni alla morfologia territoriale che è la palese rappresentazione della cementificazione brutale; mentre un sano e decoroso recupero del costruito metterebbe in risalto quelle facciate storiche e tipiche del luogo tanto da far invidia anche alle nuove realizzazioni.
Ecco, forse quello che manca nella nostra cultura è il recupero delle basi, della storia del nostro paese, quella mancanza che lascia pieno spazio al consumismo sfrenato e che nel contempo non permette di crescere nella realtà territoriale.
Come riferimento alle espressioni accademiche o scolastiche, permettetemi di citare un esame di recupero architettonico, dove mi ha visto analizzare una chiesa rurale legata ad una cascina lombarda abbandonata e sconsacrata.
Nelle fasi di rilievo, ho potuto notare affreschi e pitture nel suo interno originali, forse senza valore economico, ma di certo sentire l'aria nel suo interno sicuramente ti portava indietro negli anni, quando era attiva e vedeva nel suo interno le persone della zona, ragguppate in una struttura che oggi si pensa che la cosa giusta sia demolirla... oppure all'interno di una villa ottocentesca, piena di affreschi e soffitti a cassettoni. Scelta della società moderna... demolizione... lasciando posto a cosa ... palazzine che non hanno nulla a che vedere con l'assetto della zona (via, piazza, centro urbano, se non addirittura storico...).
Spero non esser fuori luogo, e che non abbia disturbato nessuno, ma che il pensiero di recuperare i fabbricati che hanno un senso, un significato (storico, rurale, o soltanto in un contesto che lo vede ben inserito nella schiera delle facciate) senza dover necessariamente lasciare spazio a nuove realizzazioni che non sempre sono di gusto nel teatro urbano.
Infine, mi permetto di ricordare che un edificio con murature portanti, non è mai un danno per gli aspetti energetici, anzi, consuma di meno di uno nuovo; ovvio non sono stati presi in considerazione i fabbricati degli anni 60/80.
Mi spiego meglio; concordo pienamente con @Daniele 78 sulle difficoltà di dover demolire un edificio vecchio, magari addossato ad un'altro per rifare il vestito perchè ormai brutto, perchè vetusto.
Cerco di capire cosa voglia dire @merlo con la sua preoccupazione « ... io sto vivendo questo problema su una palazzina vecchia di 60 anni con 6 famiglie, tutti siamo d'accordo a demolire tutto e rifare nuovo con criteri nuovi e moderni, ma 2 famiglie non sanno dove andare a vivere nel frattempo, cosi tutto rimane la fermo nel suo lento e inesorabile degrado ...»
Ma una cosa non risulta chiara ... o meglio a me chiara come ad altri che operano nel settore delle progettazioni ... perchè sempre demolire, perchè buttare via qualcosa che ha una sua storia, soltanto perchè oggi si sente parlare di innovazioni tecnologiche, perchè va (meglio andava) alla grande che il nuovo è più sicuro del vecchio e poi è anche più bello... o forse perchè le fonti alternative sono la panacea di tutti i mali...
No.. e poi no ... non sono per niente d'accordo sulle demolizioni a tutto spiano; da una parte perchè giustamente come detto da @Daniele 78 possono creare dei problemi ... ma dall'altra, come progettista e addetto ai lavori, vi chiedo se avete mai guardato le città con il nuovo costruito ... si vedono fabbricati che fanno veramente paura... deturpazioni alla morfologia territoriale che è la palese rappresentazione della cementificazione brutale; mentre un sano e decoroso recupero del costruito metterebbe in risalto quelle facciate storiche e tipiche del luogo tanto da far invidia anche alle nuove realizzazioni.
Ecco, forse quello che manca nella nostra cultura è il recupero delle basi, della storia del nostro paese, quella mancanza che lascia pieno spazio al consumismo sfrenato e che nel contempo non permette di crescere nella realtà territoriale.
Come riferimento alle espressioni accademiche o scolastiche, permettetemi di citare un esame di recupero architettonico, dove mi ha visto analizzare una chiesa rurale legata ad una cascina lombarda abbandonata e sconsacrata.
Nelle fasi di rilievo, ho potuto notare affreschi e pitture nel suo interno originali, forse senza valore economico, ma di certo sentire l'aria nel suo interno sicuramente ti portava indietro negli anni, quando era attiva e vedeva nel suo interno le persone della zona, ragguppate in una struttura che oggi si pensa che la cosa giusta sia demolirla... oppure all'interno di una villa ottocentesca, piena di affreschi e soffitti a cassettoni. Scelta della società moderna... demolizione... lasciando posto a cosa ... palazzine che non hanno nulla a che vedere con l'assetto della zona (via, piazza, centro urbano, se non addirittura storico...).
Spero non esser fuori luogo, e che non abbia disturbato nessuno, ma che il pensiero di recuperare i fabbricati che hanno un senso, un significato (storico, rurale, o soltanto in un contesto che lo vede ben inserito nella schiera delle facciate) senza dover necessariamente lasciare spazio a nuove realizzazioni che non sempre sono di gusto nel teatro urbano.
Infine, mi permetto di ricordare che un edificio con murature portanti, non è mai un danno per gli aspetti energetici, anzi, consuma di meno di uno nuovo; ovvio non sono stati presi in considerazione i fabbricati degli anni 60/80.