Vedi Daniele78, penso che sia venuto il momento di pensare al benessere della collettività e soprattutto al futuro, alle prossime generazioni, ai nostri nipoti e pronipoti. Non possiamo continuare a consumare terreno fertile, come ho già scritto prima, per costruire nuovi capannoni che fra 40, 50 anni dovremo abbandonare in quanto diventeranno obsoleti. Ciò ci porterà a ricercare altre "terre vergini" perché abbattere quello vecchio e bonificarlo non sarà economicamente "conveniente", e così all'infinito. Ci troveremo come nella "Terra dei Fuochi" in Campania, con immobili fatiscenti e con terreni dove non si può più coltivare nulla, perché i prodotti sono pericolosi, sono tossici, e anche dove non lo sono, non si riescono a vendere perché la gente ha giustamente paura.
Con questa premessa non sto dicendo che un imprenditore debba produrre "per la gloria", in perdita, o per avere un monumento o gli venga intestata una scuola come da tradizione calvinista.
Piuttosto dev'essere compito dello Stato quello di preparare un Programma di Risanamento/Ricostruzione delle aree dismesse concedendo alle imprese che aderiscono delle condizioni di vantaggio e dei congrui contributi economico/finanziari a fronte dei maggiori costi.
Però, però...bisogna riformare prima la politica, la burocrazia. Bisogna avere delle leggi chiare, inasprire le pene per corrotti e corruttori, radiare a vita dai pubblici uffici i politici e burocrati e dalle cariche direttive gli imprenditori corrotti e grandi evasori fiscali.
E' utopia ? Chissà !