quiproquo

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Ragazzini, che dire, ho fatto una figura del ca...volo.
Dario Fo vedovo della grandissima attrice Franca Rame.
Chiedo venia a tutti!!!
Ma perchè mi è venuto in mente di scrivere il nome del grande Arnoldo Foà??? Boh!!! Sbadataggine, disattenzione, distrazione, leggerezza, dimenticanza, errore, svista, sicuramente.
Tu non devi chiedere scusa a nessuno perchè un refuso nella "scala valori" (sto pensando anche all'amico Luigi...) del parlare e scrivere correttamente non è considerato neanche
un errore...ma se anche lo fosse sarebbe lievissimo e neanche un confessore severo (tipo il nostro fradiacono) ti condannerebbe a 10 paternostro...avemaria...gloria...Quindi ritira immediatamente le scuse e vivi sereno in attesa di "espatriare"...Cappitto mi hai???qpq.
 

arciera

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:pMa che caro! Il nostro sensibile e affettuoso qpq. Tanto che se la moglie di Jerry legge queste, all'estero ci va da solo. O con qpq. :p
 

quiproquo

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:pMa che caro! Il nostro sensibile e affettuoso qpq. Tanto che se la moglie di Jerry legge queste, all'estero ci va da solo. O con qpq. :p
Se ti ricordi cercai di dissuadere il nostro Jerry dall'espatrio...ma lui
rispose che era ben determinato...e mi sembrava che lo fosse anche la moglie...mi è sfuggito qualcosa??? Allora ne approfitto per un'altra riflessione: Nel DNA di ogni uomo c'è la pulsione alla partecipazione
sociale... anche negli animali vi è la pulsione a riunirsi in branchi e i pochi casi di solitudine sono rari... La pulsione è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di civiltà e di civismo raggiunto dal popolo...la nostra povera e bellissima Italia non è seconda a nessuno in
materia di aggregazione civica...lo testimoniano gli ottomila e passa comuni e le xmila piazze e campanili svettanti anche nei più piccoli villaggi di montagna...il tutto tenuto insieme dal collante dei tanti dialetti dove svetta SOVRANA LA NOSTRA MERAVIGLIOSA lingua
nazionale...checchè ne dica quel miserabile movimento che ci vuole disunire...(nessun riferimento politico "esplicito"...)...Solo uno come qpq che è vissuto ben dieci anni in due nazioni civilissime come l'Austria e la Germania e ciò nonostante non vedeva l'ora di ritornare in Patria può valutare (questo, Luigi, è uno dei tanti valori immateriali
incommensurabile col classificatore numerico come argutamente hai sottolineato in altro post...ma pur sempre cogente nella sua astratta concretezza...ne riparleremo...) il grado di capacità o incapacità alla socializzazione che solo la lingua comune può assicurare. Tu Arciera
preparati a resistere da chi ti vuole sradicare dalla tua funzione di
propugnatrice della libertà di parola che mai dovrebbe essere messa in
discussione, fatte salve le debite eccezioni. E ora non ci resta che gridare ai quattro venti: Viva Viva la nostra Italia...e abbasso la"provetta" con l'acqua indebita...qpq.
 

arciera

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Questo e' un motivo davvero pesante. Vorrà dire che non si espatrierà per disamore verso la nostra bella terra ingiuriata dall'infima classe che vorrebbe dirigere. Espatrieremo per convenienza. Oggi mi sembra che a Tenerife ci arrivano i low cost, pagheremo come fosse un pullman. Entriamo nei 2000
 
J

JERRY48

Ospite
Dopo una mattinata al mare, con mia moglie, finchè morte non ci separi, (giuramento noto a tutti, immagino) e pertanto: dove vado io viene lei ed esattamente il contrario pure, rispondo alle belle parole di conforto di @QPQ e di @arciera...maliziosine, come solo lei e qualcun altro sa fare (pochi!)
L'espatrio (condiviso o no) per il momento lo tralascio. Mi dedico a quanto:
La pulsione è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di civiltà e di civismo raggiunto dal popolo
Il popolo forma ogni nazione, perciò vorrei parlare della nazione e fare alcune considerazioni in risposta a quanto affermato con vigore da QPQ.
È nel mondo romano che il termine nazione fa la sua comparsa per la prima volta e viene utilizzato con sfumature diverse. Nel suo significato immediato la natiorichiama la nascita e l’origine, la comunità didiritto alla quale si appartiene per vincolo di sangue,secondo uno degli usi restrittivi che già si trova nella tradizione biblica. Nell’uso romano la natio è anche la terra nella quale si è nati, il luogo d’origine, di appartenenza o di provenienza. Generalmente natio viene utilizzato per indicare le popolazioni straniere, alleate o sottomesse a Roma. Altre volte indica popolazioni ostili alla Res pubblica, o popolazioni barbare e arretrate.
A differenza di gens, che indica una stirpe intera (ad esempio la gens Germanica),natio indica le singole tribù.
Il termine natio ha assunto dunque valenze e connotazioni diverse, che indicavano l’esistenza di vincoli di appartenenza politica basati sul sangue, sull’affiliazione tribale e sui legami territoriali, ma non la presenza di un ordine politico complesso e articolato, di un livello di civiltà lontanamente paragonabile a quello romano. Questo spiega perché, per indicare Roma, il sostantivo natio venga sostituito dacivitas, patria, res pubblica, Urbs.

Nel Medioevo invece inizia il periodo per studiare la formazione di buona parte degli stati europei.
A partire dal "500 fenomeni come l’accentramento del potere politico nelle mani dei sovrani, l’affinamento letterario delle lingue derivanti dai dialetti, il radicamento su base territoriale delle chiese riformate producono, su gran parte del territorio europeo, il progressivo consolidarsi del sentimento collettivo e della coscienza unitaria di sempre più vaste comunità umane, che cominciano ad assumere una fisionomia e un’identità nazionale.
In questa fase si individua una profondità storica: il termine nazione non indica soltanto coloro che su un dato territorio condividono la stessa lingua, gli stessi costumi e la stessa religione, ma un insieme di caratteri e di legami che rimanda ad un passato percepito come unico, con una sua forza vincolante.
Dunque nazione coincide sempre più con insieme dei cittadini o popolo, il quale assume la valenza di un soggetto politico unitario composto da uguali.

Quì entra in gioco la politica e la consideriamo da una parte distinta.
Marx vede la nazione come un progetto della classe borghese, la quale, proponendosi come classe dominante, conquista il controllo dello Stato, dei suoi apparati legali e produttivi, a scapito dei vechi ceti feudali earistocratici. La nazione non costituisce quindi una totalità omogenea. I proletari vi sono esclusi. In quanto prodotto borghese, la nazione è strettamente connessa al sistema capitalistico e come tale questa verrà meno con il superamento del capitalismo. La nazione è dunque una realtà storico-politica.
In pratica: la politica è corrotta? La nazione, che ha la politica corrotta è essa stessa corrotta, si è intrecciata ed è difficile svincolarsi.

Conclusione con la formulazione di due domande:
1) ha senso inneggiare il concetto di nazione, unità d'Italia?
2)questo stato italiano (in minuscolo) corrisponde alle definizioni che si attribuiscono a una Nazione?

Io rispondo con un no a ciascuna domanda e un’altra, e poi basta: nel XXI secolo, la globalizzazione commerciale che ci ritroviamo e che ha mutato i rapporti tra nazioni e polpoli, ha senso che ci siano ancora rigidi schemi?

Evviva l'Italia assieme a tutte le altre nazioni, e che ci sia libertà d'espatrio.:risata::risata:
 

condobip

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Scusatimi e con profondo rispetto per tutti quanti hanno fornito dei validi pensieri.
Però vorrei ribaltare la domanda.

Datemi un motivo per continuare a leggere questo topic?

Si è detto di tutto e di più di tutto di quanto si poteva dire, siamo giunti alla 20° pagina con pensieri e parole di tutti, ma secondo me sarebbe ora di chiudere la saracinesca fare un brindisi tutti assieme (magari a birra come piace all'amico Jerry :birra: ) e poi tornarcene tutti a casuccia propria, che ne dite?

Grazie.
 

condobip

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Raffronto, comparazione, scambio d'idee.
Ciascuno è libero di partecipare o no.

Gradisco molto volentieri :birra::birra: :)
Ok Jerry "prosit" alla birra (vale un cin cin) come si dice dalle mie parti, mi sono dissociato da seguire la discussione, non avermene, ma sinceramente mi sono stancato di ricevere notifiche sull'argomento.
 

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