ma non ne sono convinto. Perché l'usufrutto non è il diritto di abitazione che, in questo caso, il compagno della de cuius non avrebbe. Pertanto l'immobile verrebbe messo ugualmente all'asta nello stato proprietario in cui si trova con grave nocumento per i proprietari ed il nostro O.P. non riuscirebbe ad impedire che il compagno della madre lasci la abitazione. A meno che non aveva sottoscritto il patto di convivenza Legge 76/2016 (conviventi di fatto).quindi l'idea che ho proposto servirebbe a contrastare la vendita all'asta
Secondo me, nelle suddivisioni ereditarie, non bisognerebbe mai mettere gli altri coeredi, propri interlocutori davanti a stati di fatto che possano far indispettire questi ultimi, perché non si sa mai come questi possano reagire. Nel caso in questione la sorella di @Edward63 potrebbe insistere nello scioglimento della comunione ereditaria. Se,per ipotesi, l'appartamento vale 160.000 € stante la situazione di frammentazione della proprietà è molto probabile che venga messa all'asta a partire da 100.000 €; e voi pensate che nel giro che "bazzica" attorno alla aste immobiliari giudiziarie non ci sia qualcuno che, dopo essersi informato, non faccia la propria offerta? Certo noi comuni mortali non ci azzarderemmo mai a partecipare a questa asta, ma chi fa delle compravendite immobiliari il proprio lavoro sì, sopratutto se "annusa" l'affare. La mossa suggerita da @Gianco per impedire che il compagno della madre di @Edward63 sia costretto a lasciare l'appartamento non sortirà l'effetto voluto e costerà un bagno di sangue economico.
Perché non suggerire ad @Edward63 di offrire alla propria sorella almeno metà dell'affitto che si potrebbe ricavare da quell'appartamento per consentire al compagno della loro madre di rimanere in quella casa per il periodo di tempo che gli rimane da vivere? Se poi il nostro amico se lo può permettere economicamente potrebbe pagare alla sorella l'intero affitto, così tutti potrebbero vivere felici e contenti.