Gianco

Membro Storico
Professionista
L'ho scritto. L'atto formato è un negozio unilaterale non recettizio, che non è stato portato formalmente a conoscenza dei comproprietari né tanto meno è stato accettato da parte dei comproprietari.
E' questo che mi lascia perplesso: il o i "beneficiari" ne verranno a conoscenza quando gli sarà presentato il conto dall'avvoltoio di turno e solo allora potranno rendersi conto dell'aspide travestito da socio.
 

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
ci sono davvero caproni che di fronte a questi atti particolari si spaventano e non vogliono prendersi responsabilità
Mi sono studiato bene la legge sulla rinuncia alla proprietà prima di procedere. Quello che non prevedevo era l'esistenza di gente cocciuta che non agisce nemmeno di fronte alla legge, che non conosce nemmeno bene.
Mi pare che il post, che leggo solo ora, ruoti intorno all'inerzia del catasto che si rifiuta di annotare le variazioni.
Sono stati dati pareri di vario tipo, come quella di ingaggiare legali e geometri. Qui però il problema di fondo è un ufficio pubblico che non fa il suo dovere.
Purtroppo di fronte a questa cose l'atteggiamento consueto è quello del rinunciatario, perché scontrarsi con la burocrazia è una partita persa, è un muro di gomma, eccetera.

Forse vale la pena di ricordarsi che siamo CITTADINI e non SUDDITI.
Vale la pena di ricordarsi che l'ufficio pubblico è a NOSTRO servizio e non noi al LORO.
Vale la pena di ricordarsi che loro hanno dei DOVERI e noi dei DIRITTI.

Se sei certo che la legge sia dalla tua parte, lascia stare avvocati e geometri. Scrivi invece una PEC al direttore dell'Agenzia delle Entrate della Provincia spiegandogli la situazione e citando gli articoli di legge che tu conosci bene, avvisandolo che è un loro dovere procedere e che se non lo fanno commettono un'omissione sanzionabile per legge. Non fare minacce ma mettili di fronte al loro dovere. Chiedi una risposta scritta entro 30 giorni come da legge (non so quale ma c'è).
Vedrai che si svegliano.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
..... il post, ...... ruoti intorno all'inerzia del catasto che si rifiuta di annotare le variazioni.
Qui però il problema di fondo è un ufficio pubblico che non fa il suo dovere.
Francamente io non la vedo in questo modo, intanto.
- non si tratta di annotare ma di presentare una voltura catastale che dovrebbe prevedere da una parte la cancellazione del rinunciatario, e contemporaneamente l'incremento delle quote dei comproprietari restanti. E comunque manca la trascrizione in conservatoria degli accrescimenti
poi
- l'ufficio pubblico sta proprio facendo il suo dovere, ha richiesto che l'accrescimento sia accettato dai restanti comproprietari.
Ma fa questo non per vezzo personale ma per un espressione di diritto
Quale diritto ?

È estremamente sintetizzato (e implicito) nel #68
Ma la discussione riguarda una rinuncia solamente abdicativa. Infatti l'atto formato manca della recettizietà.
Che richiama (purtroppo non citato) il “1334 Efficacia degli atti unilaterali”, del codice C.
Come interpreto il contesto, l’atto di rinuncia posto in essere produrrà il suo effetto in seguito alla conoscenza da parte dei restanti comproprietari.
La richiesta di accettazione dell’accrescimento non è altro (o non sarebbe altro) che lo strumento che legittimerebbe tale venuta a conoscenza.

In sostanza, in applicazione dell’art. 1334, l’atto di rinuncia della proprietà potrebbe anche perdere la sua efficacia …..come infatti sta avvenendo.
Infatti >
E' vero che è stato trascritto l’atto di rinuncia e quindi il rinunciatario eliminato dalla conservatoria, ma di contro NON è avvenuto l’incremento di quote in conservatoria dei comproprietari rimasti.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Come interpreto il contesto, l’atto di rinuncia posto in essere produrrà il suo effetto in seguito alla conoscenza da parte dei restanti comproprietari.
No. L'art. 1334 c.c. si riferisce agli atti unilaterali recettizi che si contrappongono a quelli non recettizi, che producono effetti dal momento in cui vengono posti in essere, a prescindere dalla conoscenza che ne abbia il destinatario.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
Ma allora perchè richiedere, in tal contesto, l'accettazione all'accrescimento se non fosse solo come mero atto conoscitivo ......attestante la conoscenza.
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
se E' atto NON ricettizio ......tradotto non è applicabile il 1334.
perchè non è prodotta la trascrizione in conservatoria degli accrescimenti dei restanti ?
 

marcanto

Membro Senior
Professionista
Certo !
Ma ora quella quota oggetto della rinuncia deve essere "caricata" ai restanti comproprietari.
Quindi deve seguire, anche, una trascrizione proporzionale a loro favore delle quote rinunciate. Cosa NON avvenuta !!
 
Ultima modifica:

marcanto

Membro Senior
Professionista
altra questione che non mi torna è quella dei costi
l'interessato avrà pagato il notaio per la redazione dell'atto di rinuncia e relativa trascrizione in conservatoria con la sua cancellazione come comproprietario etcc

ma in tali costi erano onnicomprensivi anche quelli per trascrivere gli accrescimenti agli altri comproprietari ????
francamente, tenderei ad escluderlo !!!!

non era più semplice una donazione di quelle quote agli stessi comproprietari ? e qui torniamo sui costi, evidentemente sensibilmente inferiori per la rinuncia
 
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