J
JERRY48
Ospite
La vicenda (al di là di come andrà a finire) insegna però una cosa e cioè che lo Stato, già oggi, non è più in grado di garantire lo stesso stato sociale di cui i cittadini godevano fino a ieri. Sulle pensioni già si era intervenuti alzando l’età minima per andare in pensione e poi bloccando l’adeguamento. Nella sanità sono stati introdotti vari ticket (a pagamento).
Se si guarda a questi eventi con occhio spassionato, si vede che quasi ogni giorno un pezzettino di stato sociale viene cancellato (in alcune scuole i bambini si portano la carta igienica da casa, esattamente come una volta portavano un pezzo di legna per scaldare la classe con la stufa). Il perché non è un mistero: lo stato sociale costa troppo e quindi lo si riduce.
Ma esisterebbe un’altra possibilità. E’ vero che lo stato sociale costa molto, ma almeno far star bene la gente. L’immenso apparato pubblico italiano, invece, più che altro complica la vita dei cittadini e costa una montagna di soldi. E’ lì che bisogna intervenire per salvare quote crescenti di stato sociale. Basti pensare a tutti gli sprechi, di cui veniamo a conoscenza ogni giorno, alle migliaia e migliaia di assunzioni clientelari, alle spese folli di quasi tutte le regioni (e anche di alcuni comuni). Sarà sufficiente pensare al fatto che in Italia sono circa un milione e mezzo i cittadini che non producono niente e che vivono alle spalle della politica: non producono reddito, lo consumano e basta. Ecco questa è la foresta da disboscare. Prima di prendersela con i pensionati e con lo stato sociale la politica dovrebbe prendersela con se stessa. E rendersi conto che costa troppo. Una politica cara come questa non possiamo più permettercela.
Se la politica non taglierà se stessa, poco a poco cadranno progressivamente tanti pezzi di stato sociale. E i cittadini staranno sempre peggio.