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Vedi , quasi carissima, Arciera quello che tu hai scritto è la interpretazione deformata di alcuni articoli di legge e di alcune sentenze. Se permetti l'obbligo di mantenere un figlio ultra maggiorenne, la maggiore età si raggiunge a 18 anni e questo ne ha 35, senza redditi e senza lavoro è riservato a chi ne ha le capacità economiche. In questo caso non è la madre benestante che decide di non mantenere finanziariamente un figlio maggiorenne perché anziché cercare di laurearsi decide di dedicarsi ad altre attività che oltre a distrarlo dal corso di studio non sono neanche remunerative, anzi magari necessitano di ulteriori somme per essere espletate. La signora di cui si sta parlando ha una pensione esigua ed è proprietaria per il 91% dell' appartamento in cui vive. Non discuto il diritto del figlio della signora di abitare nella casa di famiglia assieme alla madre, visto che sarà colà resisdente; metto in dubbio il diritto di questo uomo di far entrare in casa anche la sua compagna. La situazione che si è creata non è molto differente da quella in cui si troverebbero la suocera e la nuora che abitano sotto lo stesso tetto: conflittuale. Quando si vive una situazione conflittuale prima o poi uno dei due belliggeranti se ne deve andare: la coppia di fatto conta di avere il campo libero per via dello stato di salute e per l'età della controparte. Intanto fa di tutto per abbreviare l'attesa con dei dispettucci. E tu ti sei messa a paladina di questo figlio?Togliamogli il sussidio della madre,
Non credo proprio che una simile mossa convenga al giovanotto. Forse hai dimenticato che la madre ricavando sempre un 91% della somma incassata dalla vendita, un buchetto per lei lo trova. Il figlio con il 3% del ricavato potrà al massimo vivere benino per 6 mesi, andando ad abitare con la compagna a casa del padre di quest'ultima, se il padre li prende. Altrimenti i soldi ricavati andranno solo per l'affitto e poi? Questa mossa è meglio che aspetti a farla quando diventerà proprietario di 1/3.Fermo restando che la nostra amica e la sorella e la madre potrebbero sempre obbligare la vendita.
Arcé hai messo il carro davanti ai buoi. Tu pensi che un tale soggetto avrà presente il concetto della riconoscenza? oppure molto più semplicemente che quello che ha avuto era un suo diritto?se la sorella non riesce a farsi voler bene dal fratello, anche se ci rimette un pò, ma poi se ne beneficerà a tempo debito,
E la sua pietà per la madre dove sta?........Un suo diritto. Certamente: è figlio ed è fratello. Tanto basta perchè là si soffri insieme. Il ragazzo sà perfettamente che la casa della madre sarà sua al 33%. Con possibilità di scendere al 25% in presenza di testamento. Ha la sua legittima. Gliela vorremmo togliere? Non vorrei proprio che accusando accusando qui chi se ne avvantaggia non sia il fratello, che nel frattempo versa in così pietose condizioni. A questo punto, la pietà sin dove la suggerisci?
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