sotera

Nuovo Iscritto
la discussione su cosa è la 'giustizia' è antica, ma di sicuro non è l'arbitrio. Il giudice non deve pensarla come me, e nemmeno come altri, deve applicare la legge; e la legge stessa è sottoposta a giudici, che la devono cambiare quando è iniqua. Alcuni principi (e a questo serve la costituzione) non possono essere violati. Uno di questi principi è la libertà individuale e da noi la tutela della proprietà privata. Poi la realtà va diversamente. Ma tornare nel XXI secolo all'uso giudiziario della delazione, perché di questo stiamo parlando, è non solo un passo indietro, ma ricorda quello che accadeva in non molto lontane dittature. Così la penso io.
 

romrub

Membro Ordinario
Mi dispiace, ma tu parli dell'andazzo generale, che viola in continuazione la Costituzione, il giudice è soggetto alla legge che non nasce su gli alberi ma è fatta raccogliendo le necessità della Nazione dal Parlamento che che facendo quella legge ritiene di risolvere la problematica. Una legge può essere abrogata dai cittadini ricorrendo ai referendum, o dalla Corte costituzionale, seguendo l'iter previsto. Le interpretazioni della legge fatte dai giudici espropriano cittadini e Corte delle loro prerogative.
Metti poi che la parità dei cittadini davanti alla legge, diventa una mera frase scritta sulle pareti delle aule giudiziarie. Davanti alla stessa legge trovi svariate ed opposte sentenze! C'è il caso clamoroso della Cassazione(a sezioni riunite) che si è riunita a pochi mesi di distanza per discutere su due differenti opposte sentenze emesse dalla stessa sezione, semplicemente perchè essendo cambiato un componente, la sentenza si è capovolta. Ma è giustizia questa. Se non si torna al controllo della legge da parte di chi la fa saremo sempre nell'arbitrio. Ciao.
 

mapeit

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la discussione su cosa è la 'giustizia' è antica, ma di sicuro non è l'arbitrio. Il giudice non deve pensarla come me, e nemmeno come altri, deve applicare la legge; e la legge stessa è sottoposta a giudici, che la devono cambiare quando è iniqua. Alcuni principi (e a questo serve la costituzione) non possono essere violati. Uno di questi principi è la libertà individuale e da noi la tutela della proprietà privata. Poi la realtà va diversamente. Ma tornare nel XXI secolo all'uso giudiziario della delazione, perché di questo stiamo parlando, è non solo un passo indietro, ma ricorda quello che accadeva in non molto lontane dittature. Così la penso io.

Io la penso esattamente come te. La certezza del diritto (e non l'incertezza dovuta al diverso comportamento di giudici e corti) è fondamentale in una nazione che si reputa civile.
Altrimenti meglio tornare alla "stato di natura" dove chiunque poteva farsi giustizia da solo, ovvero al "homo homini lupus".
 

55a

Membro Attivo
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Sempre a proposito della cosiddetta "coesione sociale" citata nella sentenza che ha rigettato l'ipotesi di incostituzionalità del TRIBUNALE DI ROMA.... ieri l'altro ero all'agenzia delle entrate e nell'attesa parlando con un signore piuttosto anziano ho saputo che anche <lui aveva ricevuto lo stesso servizio vedi denuncia degli inquilini dopo false promesse di registrazione.
Questo signore percepisce una pensione di 600 euro mensili e quell'appartamento affittato l'ha ricevuto in eredità dalla sorella deceduta.I due suoi inquilini sono pseudo studenti i cui redditi sono presumibilmente alti visto che posseggono auto e moto.
Alla faccia della coesione sociale...........
Ma il bello è che hanno registrato il contratto in giugno pur dichiarando di abitarci da novembre e non vogliono pagare le bollette,intestate al signore, da novembre fino a giugno in quanto il contratto a loro dire parte da giugno.
Io credo che avendo dichiarato di abitare da Novembre in caso di giudizio in Tribunale siano destinati a soccombere anche se il contratto è stato registrato a giugno. che ne pensate?
 

mapeit

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Non c'entra in che data è stato registrato il contratto, bensì in che data hanno iniziato a consumare luce, gas e acqua.
Però se il "pensionato" si era tenuto intestate a lui le bollette non vi sorge il dubbio che non volesse far figurare che qualcun altro dimorava nell'immobile per non pagare il dazio ? :occhi_al_cielo:
 

55a

Membro Attivo
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tutto è possibile......
anche se in pochi minuti di conoscenza non mi è sembrato un incallito evasore fiscale,
Ma la coesione sociale dov'è?
 

delmo68

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tu puoi regolarmente registrare il contratto e lasciarti le utenze intestate..le volture delle utenze sono accordi a se stanti tra le parti.. che niente hanno ache vedere con l' evasione. Comunque credo che in sede di tribunale visto che loro per primi dichiarano di abitarci da novembre dovranno pagare. Al momento pare ovvio che si rifiutano, tanto le bollette sono intestate al proprietario e i gestori cercheranno lui e non gli inquilini. Io gli consiglierei di non pagare al proprietario cosi poi gli staccano luce e gas...
 

mapeit

Membro Senior
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Beh sai ... non occorre essere "incalliti", ma per un pensionato non dichiarare al fisco un provento ad es. di 6.000 euro all'anno evitando di pagare come minimo 1.260 euro di IRPEF (in caso di cedolare secca) e pagando invece sul reddito catastale, può significare una "tredicesima" in più con la quale far quadrare il bilancio.

Per quanto riguarda la coesione sociale è invece più arduo capire come la intendano i giudici. Ad esempio si legge nei documenti di un noto Comune italiano con amministrazione di sinistra che "la questione delle politiche abitative ha rappresentato e rappresenta
uno dei problemi di emergenza per numerose famiglie e persone e costituisce uno dei punti fondamentali dello “stato sociale”. L’intervento comunale ha analizzato e definito il forte aumento delle domande di abitazione, espresse sotto diverse forme: richiesta di
sostegno per l’affitto o per un alloggio pubblico, permanenza in un alloggio pubblico, affitti calmierati e concordati. Conseguentemente si è evidenziata una stretta connessione tra politica abitativa, problemi sociali e modificazione dello stesso tessuto sociale, che
coinvolge sempre più lavoratori, pensionati e i nuovi soggetti della migrazione."

Per una certa corrente di pensiero quindi, gli affitti calmierati, concordati, ridotti ai minimi da leggi come questa, possono essere uno strumento di politica abitativa che serve ad incrementare la coesione sociale.
 

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