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Era un accordo da stabilire all'inizio, oggi potrebbe essere contraddetto dalla prassi, cioè dagli usi.

Può decidere di no? Non è esercizio arbitrario delle proprie ragioni?

Il fratello in questione era d'accordo inizialmente per vendere? Questo per capire un po' la sua psicologia e le sue mire.

Cito, per pura assonanza, il film di Bernardo Bertolucci "La commare secca", del '62. La commare secca - Wikipedia

Ma infatti non bisognerebbe aspettare la convalida dello sfratto per vedersi riconosciuto il diritto a non pagare le imposte sui canoni non percepiti! Ossia secondo me si applica il principio di cassa e il diritto a non dichiarare i redditi non percepiti, solo a seguito di convalida di sfratto...

Un altro 'piccolo' particolare: quando c'è la domiciliazione (bancaria o postale) la fattura arriva - è ovvio - SENZA la bolletta.

Mi sembra che la posizione di nuoviorizzonti delle ore 15:23 e quella di adimecasa delle ore 16:51 coincidano: ripartizione delle spese tra fondo servente (il proprietario) ed il fondo dominante (l'utente) in proporzione all'uso. D'altronde le sentenze sono allineate con il codice civile.

Forse qualcuno ha tolto la domiciliazione bancaria delle bollette?

Di chi è il cortile?

In Germania questo, che da noi è solo un pio desiderio, è realtà.

Il problema non Ossia il problema non sta nel decidere se il condono deve esserci o meno, ma nello stabilire QUALE condono deve esserci. Una casa troppo vicina al Vesuvio oppure costruita nella Valle dei Templi non può essere condonata, viceversa "piccoli abusi" edilizi (da definire) sì...

Vedere la seguente recente discussione: http://www.propit.it/f76/risoluzione-contratto-dopo-sfratto-morosita-2783/

Oppure è Achille (il cittadino) che non riesce a raggiungere la tartaruga (la legge).

Speriamo in un emendamento che tolga la doppia (ipocrita) convocazione d'assemblea (Prima convocazione: ore 7 di domenica: nessun dorma!).

Anche in Italia le regole (lèggi: léggi) SONO di otto pagine. Sono le circolari interpretative ad essere di ottomila pagine!:cry:

Salve. Una domanda sulla dichiarazione dei redditi di fabbricati. Un inquilino ha pagato questo mese (gennaio 2011) il canone di locazione relativo al mese scorso (dicembre 2010). Questo reddito va dichiarato l'anno prossimo (2012) come reddito 2011 oppure quest'anno (2011) come reddito 2010...

Anche ipotizzando che l'inquilino si trovasse in condizioni difficili (bambini piccoli, persone disabili, etc.) una tale durata per lo sfratto mi sembra eccessiva. Ti sei fatto seguire da un avvocato?

Molto interessante. Ciò vuol dire che se c'è condominio ci sono parti comuni, ma non è necessariamente vero l'opposto.

Ai corsi di matematica ci hanno insegnato gli ASINTOTI. Per le leggi italiane l'approvazione è un asintoto (tempo = infinito)

Penso che si tratti di un errore di commistione di due provvedimenti: credo che si tratti del blocco degli sfratti (che comunque non è una buona cosa: i comuni devono riprendere a fare le case popolari) e del blocco dell'Istat sugli affitti per tassare i quali il proprietario dell'immobile opta...