Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Come dice la parola stessa “patto” , nessuno può imporre all’altra parte di un contratto delle clausole che non siano condivise.
Come per ogni contratto, il primo elemento indispensabile è l’accordo delle parti.
Quindi nessuno ha diritto di inserire niente, se l’altro non condivide.
No accordo (anche sul “patto di riservato dominio”) , no contratto.
Il fatto che il venditore sia il proprietario, non lo rende in assoluto il contraente più forte.
Se non c'è accordo tra le parti il contratto non si perfeziona. Secondo te l'acquirente può proporre di inserire il patto di riservato dominio nel contratto di compravendita? Il fatto è che se il venditore chiede di inserire il patto di riservato dominio, questo non è proibito dalla legge (tipo i "patti leonini"); e l'acquirente se vuole acquistare pagando la cifra concordata dilazionata nel tempo non gli rimane che accettare. Hai mai comprato una automobile a rate? hai mai sottoscritto un leasing? Il patto di riservato dominio è già scritto nel contratto stampato e tu lo devi solo firmare altrimenti paghi cash.
Prendi posizioni solo per partito preso.
 

basty

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Proprietario Casa
Altrimenti paga cash o non compra.
Sarei curioso di capire il caso contrario: che sia cioè l'acquirente a proporlo nel contratto.
Suppongo che il venditore possa ritenerlo consono o rifiutarsi di vendere.
Mi resta di sapere se lacquirente con riservato dominio possa disporre liberamente (quanto liberamente) del bene acquistando
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
perché i creditori del ex marito possono aggredire la casa, proprio in virtù del patto di riservato dominio: lui nominalmente sarà proprietario fino alla estinzione del credito

Non è che il "patto di riservato dominio" sia clausola che aumenti il rischio di revocatoria da parte dei creditori...tale rischio permane tanto più per un acquisto fatto dalla moglie specie se non è prima casa.

Io il "vago" sospetto che il signor @Romano Morlacchi abbia una concezione tutta personale del "patto di riservato dominio". (art. 1523 del CC) che non è richiamabile come formula "limitativa" di un usufrutto.
Cis arebbero solo 2 ipotesi
-la moglie (a rate con "patto" o cash ) compra l'intera proprietà e rivende/dona al figlio "l'usufrutto" = sono 2 contatti distinti
-il marito vende la nuda proprietà alla moglie e vende l'usufrutto al figlio (la donazione avrebbe revocatoria ancor più agevole) = anche se con unico atto sono sempre 2 contratti distinti

In entrambi i casi il "riservato dominio" non potrà influire sul secondo "destinatario".
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Suppongo che il venditore possa ritenerlo consono o rifiutarsi di vendere.
il patto di riservato dominio è una sicurezza per il venditore di non vedersi privato della proprietà sul bene che ha venduto ed ha accettato di essere pagato dilazionato nel tempo. Se compri una casa il venditore di solito i soldi li vuole cash ma se accettasse di essere pagato a rate in 3/4 anni, se non mette la clausola di riservato dominio, il passaggio di proprietà avviene contestualmente alla firma del contratto. Una volta che l'appartamento ha cambiato proprietario, se l'acquirente non paga e lo vende, e questo può farlo perché risulta proprietario, "ciao core" come dicono qua a Roma. La casa è persa e se l'acquirente è nullatenente non caverai un ragno dal buco. Questo perchè la legge italiana disgiunge il passaggio di proprietà dal pagamento della somma pattuita. Altrimenti il patto di riservato dominio non ci sarebbe.
Mi resta di sapere se lacquirente con riservato dominio possa disporre liberamente (quanto liberamente) del bene acquistando
Può disporre liberamente del bene ma non può alienarlo.
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
In entrambi i casi il "riservato dominio" non potrà influire sul secondo "destinatario".
certo perché il riservato dominio si applica sulla alienazione della proprietà, piena o nuda che sia.
Chi ha comprato con il patto di riservato dominio non è proprietario, è un possessore autorizzato che non ha la proprietà sul bene sino a quando non avrà saldato completamente la cifra pattuita per il suo acquisto. Mentre l'usufrutto sul bene lo può cedere solo un pieno proprietario che spogliandosi dell'usufrutto diventa nudo proprietario.
Non si può cedere l'usufrutto di un bene ponendo dei limiti alla disponibilità sul bene dell'usufruttuario.
 

Franci63

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Proprietario Casa
Se non c'è accordo tra le parti il contratto non si perfeziona.
infatti. Quindi l'unica cosa che conta è l'accordo tra le parti.
Nessuno impone niente all'altro.
Hai mai comprato una automobile a rate? hai mai sottoscritto un leasing? Il patto di riservato dominio è già scritto nel contratto stampato e tu lo devi solo firmare altrimenti paghi cash.
Non ho mai avuto tali esperienze, ma ne conosco le modalità.
Sono di norma "contratti per adesione":
Il contratto per adesione individua una modalità di conclusione del contratto caratterizzata dalla predisposizione unilaterale da parte di uno dei contraenti del contenuto del contratto e si caratterizza per la mancanza di possibilità per l'altro contraente di intervenire su tale contenuto.
Nel contratto per adesione la parte che non predispone il contratto ha, dunque, solo la possibilità di scegliere se stipulare il contratto o meno ma non quella di determinarne il contenuto.

Nei contratti tra privati , invece, si usa concordare tutte le clausole, per trovare la modalità che soddisfa meglio le esigenze di entrambi.
Quindi non si può escludere che sia l'acquirente, conscio di non poter sborsare tutta la cifra in unica soluzione, a proporre il patto di riservato dominio.
Tutto qui.
Prendi posizioni solo per partito preso.
dico la mia quando non condivido le affermazioni altrui, che secondo me possono ingenerare confusione.
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Quindi non si può escludere che sia l'acquirente, conscio di non poter sborsare tutta la cifra in unica soluzione, a proporre il patto di riservato dominio.
in questa frase c'è la prova provata che assumi delle posizioni da equilibrista. in sostanza tu sostieni che un tizio che vuole comprare un bene immobile non essendo certo di poter pagare tutta la cifra pattuita suggerisca, per onestà, di inserire il patto di riservato dominio; e tutto questo essendo conscio che perderà tutti i soldi versati fino a quel momento?. Ma dove vivi? Ma non è meglio un contratto di affitto allora?
Io voglio vendere un bene, cioè voglio privarmi della sua proprietà, e trovo un acquirente, che concorda sul prezzo per acquisire la proprietà, e mi chiede se accetto un pagamento dilazionato della cifra concordata di 3/4 anni. Io accetto a condizione che la proprietà, che è mia, diventerà sua solo quando avrà pagato tutta la cifra stabilita.
Fino a quel momento l'acquirente non sarà proprietario del bene
.
Tu stai sostenendo che l'acquirente possa chiedere di inserire nel contratto di compravendita di condizionare la data di acquisto della proprietà a quando avrà pagato completamente la cifra concordata, con tutto quello che comporta questo suo stato.
Bal-zac (Honorè).
 

Dimaraz

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Nello specifico e senza prendere le parti di alcuno...la vedo dura che un compratore proponga di sua iniziativa la clausola di "riservato dominio".
Se è trattativa fra privati l'acquirente chiede la possibilità di un pagamento rateizzato... il venditore "smaliziato" (o ben seguito) replica con la clausola.

Mai avuto clienti che la proponessero e mai visto in altre situazioni.
 

basty

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Proprietario Casa
Nello specifico e senza prendere le parti di alcuno.... mi pare ovvio che non sia in genere l'acquirente a proporre questa clausola.

Ma un conto è dire che non è nella logica dell'acquirente, altro dire che spetta solo al venditore.
Molti altri interventi qui sono stati fatti solo al fine di rettificare affermazioni improprie, che potevano essere fraintese: non per questo per sostenere la bontà di certe soluzioni.

Mi pare che al fine della fiera hai centrato il senso quando hai scritto:
Io (ho) il "vago" sospetto che il signor @Romano Morlacchi abbia una concezione tutta personale del "patto di riservato dominio". (art. 1523 del CC) che non è richiamabile come formula "limitativa" di un usufrutto.
 

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