Se il testamento è pubblico, il testatore dichiara al notaio la sua volontà, la quale è ridotta in iscritto a cura del notaio stesso.
se un notaio si reca con due collaboratori presso una persona lo fa anche per redigere un testamento pubblico. Su questo siamo d'accordo?
Secondo la versione di
@forest il notaio arrivato a casa del cliente ha trovato sul tavolo un testamento manoscritto ed il cliente seduto vicino al tavolo; ha allontanato la badante,
poi non sappiamo più nulla se non che il testamento pubblicato e lo stesso trovato sul tavolo con aggiunta la firma incerta del testatario.
Il postante dice che la scrittura non è quella del padre: questa osservazione non ha alcuna rilevanza ai fini della validità del testamento visto che è stato redatto in forma pubblica.
Ma se la scrittura non è del notaio, o di uno dei due suoi collaboratori/testimoni, chi l'ha scritto sto testamento?
Non mi sembra che, la trasformazione in forma scritta delle volontà del testatore prevista dalla legge, mancando il riconoscimento di chi poteva scrivere il testamento, sia quella prevista dalla legge: dalle sue affermazioni il postante fa supporre che il documento pubblicato sia stato lo stesso ritrovato.
Siccome prima di far firmare il testamento il notaio rilegge ad alta voce il documento prima di sottoporlo alla firma, può essere che, in questo caso, il notaio abbia preso per buone le disposizioni contenute nel documento trovato sul tavolo, le abbia lette al testatore, ed essendo che questo non ha fatto alcuna obiezione, glielo ha sottoposto alla firma.
Comportamento poco professionale del Notaio in oggetto, il quale doveva assicurarsi che il testatore fosse nelle sue piene capacità di intendere e di volere.