Daniele 78

Membro Storico
Professionista
Bene,
Torniamo agli stipendi dei menager pubblici ( quelli privati lasciamoli stare, il padrone è libero di darle quanto vuole, ma tranquilli i padroni non hanno la manica tanto larga), io ritengo che un rapporto 1/5 tra stipendio dell'operaio e quello del menager sia nel limite del pudore. Poi dare degli incentivi basati sul raggiungimento di certi obiettivi in linea con le strategie dell'azienda.
Attenzione per0'! obiettivi che devono essere legati a catena con tutti i dipendenti fino alle maestranze.
Solo cosi stimoli tutti a correre, e anche l'ultimo dipendente si sentirebbe socio d'azienda.
Ciao , Merlo
Però devi dare responsabilità proporzionate allo stipendio. Se ho la responsabilità di un azienda che fattura piu di 100mld di euro l'anno e che ha chiuso un 2013 in attivo di 10mld€ vuoi che abbia più responsabilità dell'operaio che lavora le sue 8 ore al giorno, ma di certo non deve preoccuparsi e rendicontare se le cose non vanno bene.
Va bene tutto fino ad un certo punto però sparare a zero per sparare non ha molto senso, non tutti avrebbero la capacità di amministrare una società da 100mld d'euro annui di fatturato. Non puoi e non devi essere l'ultimo arrivato, poi ne possiamo discutere, ma devi anche considerare tutto se sbagli di uno o 2mld metti a rischio il governo, dovendo coprire il buco generato (2mld in più o in meno vuol dire la cassa integrazione totale + parte dell'IMU) ...dai siamo seri un pò
Sono favorevole ad un abbassamento dei costi occhio che questo va di pari passo alle responsabilità sempre e comunque come in tutti i lavori.
Non esiste il lavoro dove prendi tanto e non hai responsabilità...in qualunque campo.[DOUBLEPOST=1397575663,1397575484][/DOUBLEPOST]
Solo cosi stimoli tutti a correre, e anche l'ultimo dipendente si sentirebbe socio d'azienda.
Guarda che il socio mette anche i soldi nella società, non li prende SOLO quando le cose vanno bene, SE la società perde tira fuori di tasca sua (proporzionati alla sua quota),è bene ricordarlo.
 
Ultima modifica:

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
@Daniele 78 si riferisce senz'altro alla "quota" di azioni che il socio di una qualsiasi società detiene e che perde conseguentemente alla svalutazione delle azioni.
Certo ma anche nelle società per azioni quotate in borsa paghi per ottenere le azioni della stessa in Banca. Se compri un azione che vale 10€ il giorno dopo crolla ad 1€ad azione ti danno 1€ ad azione.
Se il cedolino sale ad oltre 20€ vendendola ne prendi 20€ che tolto i 10€ per l'acquisto hai comunque 10€ in più..[DOUBLEPOST=1397582427,1397582319][/DOUBLEPOST]
Si stava discutendo del caso di società in perdita e del socio che deve "tirare fuori di tasca sua". Non di altro.
Una società in perdita per andare avanti ha bisogno di essere capitalizzata quindi o tiri fuori soldi o alla lunga fallisci...(non più tanto alla lunga oggi) buon @Nemesis
 
J

JERRY48

Ospite
Non necessariamente. E non necessariamente un socio deve partecipare alla ricapitalizzazione. Quindi non "tirerebbe fuori" nulla.
Dal 1/1/2014 esiste anche la s.r.l. semplificata e anche on un unico socio con capitale da 1 € ad 10.000 € S e va male un lavoro non deve tirar fuori i soldi per salvarsi dal tracollo?
 

Gratis per sempre!

  • > Crea Discussioni e poni quesiti
  • > Trova Consigli e Suggerimenti
  • > Elimina la Pubblicità!
  • > Informarti sulle ultime Novità

Le Ultime Discussioni

Alto