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Se invece la costruzione sarà esterna, occhio alle distanze dalle finestre, alla occupazione dello spazio del cortine condominiale, i dissenzienti potrebbero mettere i bastoni tra le ruote
Grave errore del Giudice. Sua sorella costruendo su parte comune non doveva rispettare le distanze minime dalle vedutela condomina del piano terra ha fatto causa ed ha vinto: riduzione del rapporto aeroilluminante del locale cucina;
in cosa potrebbe consistere una ristrutturazione delle parti comuni?
Grave errore del Giudice. Sua sorella costruendo su parte comune non doveva rispettare le distanze minime dalle vedute
Art.1102 Cc e nessuna liberatoria necessitasi. Veda in tal senso anche
Cassazione n. 10852 del 2014.
"deve considerarsi indispensabile ai fini dell'accessibilità dell'edificio e della reale abitabilità dell'appartamento, e rientra, pertanto, nei poteri spettanti ai singoli condomini ai sensi dell'art. 1102 cod. civ., senza che, ove siano rispettati i limiti di uso delle cose comuni stabiliti da tale norma, rilevi, la disciplina dettata dall'art. 907 cod. civ. sulla distanza delle costruzioni dalle vedute, neppure per effetto del richiamo ad essa operato nell'art. 3, comma secondo, della legge 9 gennaio 1989, n. 13, non trovando detta disposizione applicazione in ambito condominiale (Cass. n. 14096 del 2012)
Qua dovrebbe venire in soccorso il legislatore..."adottando" il criterio espropriativoNon direi "grave errore" visto che anche la Suprema Corte ha deciso in tal senso.
Vedi sentenza riportata anche da @quiproquo
Cassazione n.4726/2016
E' sempre difficile districarsi nel "marasma" di Leggi e Decreti che si sovrappongono.
Un conto è un mancato rispetto di distanze grazie a particolari deroghe...ma la cosa non deve comunque ledere il diritto di altri ( finestre e vedute).
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