delle due l'una o sono così fortunata da non conoscere UNA dico una donna separata/divorziata che viva alle spalle dell'ex coniuge o vivo su marte
Certo. Bastardi, buoni a nulla, imbecilli etc. sono equamente ripartiti fra donne, uomini, transex, forse anche marziani. E' questo l'ambito in cui meglio si applica il principio di eguaglianza e di pari opportunità.
Ti invito solo a riflettere su alcuni fatti.
1) statisticamente, la grande maggioranza delle separazioni vengono richieste dalle donne.
2) la prassi giurisprudenziale favorisce le donne, e in particolare le madri rispetto ai padri.
3) a parità di altre condizioni (etiche, economiche, etc.) che cos'è più probabile: che chi in un conflitto ha il coltello per il manico ne approfitti, o che non ne approfitti?
Ecco: tutto lì. I casi singoli sono, appunto, casi singoli, e vanno giudicati e compresi singolarmente. Il quadro generale in cui i casi singoli si verificano, anche lui, è quello che è.
Ad esempio, nel quadro generale pre-divorzio, poteva succedere di tutto, anche che il coniuge stufo dell'altro gli mettesse il cianuro nella pastasciutta; però non poteva succedere che uno dei due, donna o uomo che fosse, decidesse per la separazione sapendo che tutto sommato, alla fin dei conti le cose importanti (figli, soldi, casa) andavano quasi certamente a lui. Non dico è meglio, è peggio, è uguale: dico che è così, e basta. Veda un po' ciascuno.
Attualmente, il quadro generale è quello che ho delineato sopra: nelle separazioni, la donna ha il coltello dalla parte del manico. Può decidere di usarlo solo per tagliare la mortadella, ma può decidere anche di usarlo per sbudellarti, e siccome di solito quando ci si separa l'atmosfera si fa rovente, è probabile che ti sbudelli.
Se un uomo considerasse a mente fredda il quadro generale, come si fa per decidere un investimento importante, non si sposerebbe mai, perchè il rapporto costi/benefici gli è terribilmente sfavorevole.
Cosa rischi, se ti va male?
Se ti va male, è probabile che ti trovi solo come un cane, più povero di prima, senza casa anche se l'hai pagata tu, senza poter vivere con i tuoi figli e rischiando che ti vengano messi contro dalla madre e/o che debbano vivere con un altro uomo il quale a) si tromba la tua ex b) cerca di far sì che i tuoi figli si affezionino a lui (se reagisci e lo sfasci di botte ti tolgono la patria potestà); obbligato a pagare la tua ex moglie per molti anni o addirittura per il resto della vita, pena decreto ingiuntivo se salti una rata. Non so se ho dimenticato qualcosa, forse sì. Ah, ecco: se avevi un gatto a cui eri affezionato, perdi anche quello, a meno che tu non voglia sradicarlo dalla casa a cui tiene tanto. E allora, visto che gli vuoi bene, lo lasci stare con mammina, proprio come fai per i figli; col vantaggio che almeno non devi pagare per il suo mantenimento, e che nessuno gli chiederà di chiamarlo papi.
Che cosa guadagni, se va bene?
Se va bene nel senso che vi amate sul serio per sempre, vinci il primo premio alla lotteria della vita, e realizzi un desiderio profondissimo della tua infanzia. Sfrondate tutte le motivazioni accessorie, in realtà ci si sposa sperando in questo. Peccato che il primo premio lo vincano in pochissimi. Qui statistiche non ce ne sono. Personalmente io conosco due coppie, così. (Ho 55 anni, e conosco tanta gente).
Se va bene nel senso che non va male, cioè che si vive insieme con media soddisfazioni reciproca, o accontentandosi o rassegnandosi, vinci i secondi, terzi, penultimi premi, o i premi di consolazione, cioè:
una donna che, lavorando, non ha voglia nè tempo di accudirti. Se lo fa, visto che accudire un uomo non riscuote più approvazione sociale, te lo rinfaccia e pretende svariate contropartite, economiche e/o emotive. Un rapporto erotico che, nel tempo, si appanna (come minimo): la monogamia non è la migliore amica di Eros. Una compagna che quando ti va bene, è con te al 100%; quando ti va male, in percentuali variabili dal 70 allo 0%. Una convivente che, conoscendoti bene, e sapendo che quando vuole può mollarti causandoti un naufragio esistenziale, non si perita di sottolineare tutte le tua manchevolezze, miserie, inadeguatezze, etc. Mi fermo qui, perchè sulle miserie della vita coniugale, dal pdv del marito o della moglie, si possono scrivere (e sono stati scritte) intere biblioteche.
Concludo. Sulla base di una analisi razionale, per un uomo il matrimonio è una scelta che, basandosi su una alternativa tutto/nulla (o almeno molto poco), simile in ciò alle scelte dettate da motivazioni trascendenti (mi faccio monaco stilita per andare in paradiso) o ideologico-utopiche (lotto per la rivoluzione comunista mondiale per riscattare l'ingiustizia universale) va sconsigliata recisamente.
Sul piano economico, è come la scelta di investire tutto il proprio portafoglio in titoli ad altissimo rischio, tipo bond argentini di qualche anno fa. Se ti va bene, guadagni interessi da capogiro; se ti va male, resti in mutande. Vedi dunque un po' tu, caro il mio uomo.
Ma non ci si sposa dopo un'analisi razionale. Sarebbe però opportuna, perlomeno, un'analisi geografica: esistono tanti paesi dove le donne hanno un rating migliore, e cambiano, anche radicalmente fino a sovvertirlo, il profilo di rischio dell'investimento-matrimonio. Le latine, le orientali...certe balcaniche...Ecco: se dovessi dare il rating alle donne dei paesi occidentali, Italia compresa, gli darei un BBB -. Insomma, caveat emptor, caro il mio sposo, e in bocca al lupo.