C'è un elemento ulteriore, che forse può cambiare la situazione di base:
l'ex-marito non era proprietario bensì comodatario - comodato di fatto, si suppone, nulla di scritto -, mentre comodante e proprietaria esecutata è la sorella dell'ex-marito. Complicatuccio?
Inoltre vorrei capire se questo "diritto di abitazione" è da considerarsi reale o personale: spilluzzicando qua e là ho trovato che "L'ordinamento concede maggiore tutela x i diritti reali di godimento. ...
Opera infatti, il c.d. diritto di sequela, ovvero la possibilità del titolare del diritto reale di poter agire nei confronti di chiunque detenga la cosa, anche in caso di successivi passaggi, mentre il titolare del diritto personale di godimento potrà agire unicamente nei confronti del proprio dante causa."
Il dante causa sarebbe l'ex-marito?
D'altra parte, se costui aveva l'immobile in comodato di fatto, l'assegnazione alla ex-moglie avrà al massimo la stessa forza di un diritto di comodato. Io, nuova proprietaria e comodante che necessita di prima casa per abitarci, potrei revocare il comodato, nonostante 1 figlio adolescente?
Poi resta la questione: il fatto che chi compra come prima casa ha l'obbligo di prendere residenza entro un anno non influisce?
Se la faccenda si dilunga, posso dimostrare alla Agenzia del Territorio che non vi ho preso residenza per cause di forza maggiore e evitare la revoca delle agevolazioni prima casa?
Dicevo... complicatuccio?
grazie a tutti,
Milena
Aggiunto dopo 11 minuti :
il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario, avendo per definizione data certa, è opponibile, ancorché non trascritto, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell'assegnazione, ovvero, ma solo ove il titolo sia stato in precedenza trascritto, anche oltre i nove anni.
Dalla data dell'assegnazione significa quando il giudice assegna a uno dei due coniugi figli e casa, non quando l'aggiudicatario si vede assegnare l'immobile astato, giusto?:???:
Aggiunto dopo 22 minuti :
Nel caso da me citato il giudice non lo ha ritenuto opponibile nemmeno prima del pignoramento perchè comunque successivo ad un ipoteca volontaria contratta di uno dei 2 coniugi Probabilmente l'ho ha ritenuto un escamotage come dici tu.
Scusate l'ingenuità:-o: ma quanto può incidere la "sensazione" che un giudice può avere sulla genuinità o meno dell'assegnazione della casa al coniuge? Le valutazioni possono essere davvero così soggetive? o devo supporre che l'assegnataria abbia detto qualche castronata durante le udienze smascherando l'escamotage?