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molto probabile: il testo lascia aperti molti dubbi su chi sia il soggetto passivo.che io sappia è un punto controverso
Ha ragione @gattaccia.
Che uno sia proprietario di un unico edificio ...che lo stesso sia diviso in una o più unità nulla cambia.
Il propretario decide in autonomia se e come riscaldare visto che gli "inquilini" non possono richiamare la Legge Condominiale che concede loro il diritto di voto su tale materia.
Ovviamente il tutto va "contrattualizzato" visto che è impensabile fornire alloggio senza che vi siano le condizioni abitative.
Senza uscire dal topic....visto che gli impianti non sono divisi, e si voglia misurare più precisamente i rispettivi consumi diventa ineludibile un contatore per ogni radiatore.
Da chiedersi il senso economico di tale misurazione vista la spesa da affrontare.
... non proprio, imhoma infatti altrimenti secondo me si arriverebbe all'assurdo
La cosiddetta Legge Condominiale (che non mi risulta esista, salvo ti riferisca alla legge cosiddetta dell'equo canone 392/78 art. 10) qui non vedo come sia pertinente.visto che gli "inquilini" non possono richiamare la Legge Condominiale
No non va bene perche' se uno consuma meno i millesimi cosa c'entrano? Io potrei avere 70 millesimi e consumare 30 mentre il mio inquilino avere 30 millesimi e consumare 70 . Ci vogliono i contabilizzatori di calore . Lo so che e' una spesa, ma non vedo altra soluzione per ripartire le spese del riscaldamento. A meno che si doveva scrivere sul contratto una cifra a forfet per le spese del riscaldamentose gli appartamenti sono entrambi di tua madre, unica proprietaria, non dovrebbe esserci l'obbligo della contabilizzazione ma basterebbe la suddivisione del consumo per millesimi
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