Il problema è che nei regolamenti, in presenzadi clausole di natura contrattale contenenti divieti e limitazioni di destinazione degl immobili di proprietà dei singoli condomini, spesso non vengono indicate specificatamente le attività vietate, ma solo un pregiudizio in astratto degli effetti dell'attività.
Nel regolamento i condominio di mia figlia si legge "divieto di attività notturna", "divieto di attività che comportano un maggior afflusso di persone", "divieto di attività destinate a turbare la tranquillità dei condomini". Mi pare evidente che se mia figlia apre una discoteca o un piano bar in casa sua, non è necessaria nessuna indagine interpretativa. Ma un'attività di estetista, tanto più se sporadica e occasionale, quale molestia potrà mai arrecare ai condomini? Una siffatta attività (salvo limiti urbanistici e norme igienico-sanitarie) costituisce un grosso intollerabile richiamo di gente rumorosa e fracassona? Altera il decoro del condominio? La tranquillità del sig. Mastropasqua Oronzo? Determina una coattiva revisione tabellare?
In assenza di un elenco di attività vietate oppure in presenza di un elenco in cui però l'attività di estetista sia assente, l'assemblea potrà semmai interpretare le clausole regolamentai (e le clausole del regolmento che vietano la destinazione dell'immobile allo svolgimento dell'attività X non sono suscettibili di interpretazione estensiva), ma l'ultima parola, in caso di contenzioso, spetta sempre al giudice.