A mio avviso, a parte il fatto che non mi sembra che càpiti spesso che un inquilino arrivi fin davanti al giudice e si sobbarchi ulteriori spese solo per pagare quanto sa di dovere (sapendo di stare in torto, pagherebbe direttamente al locatore, prima che questi si rivolga al giudice; a meno che non voglia solo guadagnar tempo, ma a che pro? Chi arriva davanti al giudice o ha le carte per fare opposizione o ha bisogno di guadagnar tempo) ci potrebbero essere due possibilità:- Cosa avviene se l'inquilino in seguito paga o direttamente o a seguito dell'intervento del giudice
1 - Se nel contratto vi è il paragrafo della "clausola di risoluzione espressa" e, nello stesso, è riportato che la sua applicazione legittimerà il locatore a comunicare la risoluzione all'Agenzia delle Entrate, ad adire immediatamente le vie legali per sfratto da morosità e, soprattutto, <a considerare eventuali versamenti successivi alla risoluzione come somme risarcitorie e non come canoni> (Cassaz. 651/12 e 19230/15), il problema non dovrebbe porsi (salvo, poi, decidere se versare l'IRPEF su tali somme risarcitorie da occupazione abusiva, cosa che non credo si debba fare, ma tutto è possibile...). Questa ritengo sia la soluzione migliore, senza impelagarsi troppo in meandri fiscali
2 - Registrare un nuovo contratto con lo stesso inquilino (con lo svantaggio che verrà anche prorogata la scadenza).