Il guaio è non aver mantenuto il possesso o non aver stipulato un contratto di comodato. vrebbero forse facilitato le rivendicazioni della signora.
A parziale scusante della nipote sta il fatto che il bene era dello zio, non della zia.
Non ha scusanti invece aver furbescamente fatto gli gnorri a ragion veduta.
Rimane una domanda di cui mi piacerebbe conoscere la risposta: in casi come questi, dove sia la zia che la nipote non hanno espresso l'accettazione dell'eredità, a chi si devolverebbe naturalmente il bene?
La voltura catastale non è prova sufficiente per l'accettazione, ma potrebbe porsi allo stesso livello del possesso per rivendicare la proprietà. Se non erro in mancanza di aventi diritto (interruzione della continuità delle trascrizioni) potrebbe far fede la titolarità catastale per fare attribuire la propriatà (mi pare sub condizione): il medesimo iter dell'usucapione, con una differenza: la nopote deve aspettare i 20 anni, la zia forse può attivarsi subito. Ponendo ostacoli alla rivendicazione della nipote. O no?