Daniele 78

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quindi la casa del nostro amico da A7 la passano in A8 d'ufficio. (avevo digitato male, non ho fatto in tempo a cambiarlo in 240!!)+
Stando alla sentenza si, sicuramente per dimostrare il contrario il tecnico professionista dovrà parlare con i tecnici per spiegare la situazione ma credo che sarà molto molto difficile anche perché l'Agenzia delle Entrate tirerà fuori questa sentenza per motivare un A/8. Potrebbe a questo punto per non rientrare diminuire l'ampliamento di pochi metri quadri e da 240 (magari oltre) portarlo in modo da avere 238 mq o 235 mq al massimo. Nessuno potrebbe obbiettare nulla e si farebbe tranquillamente l'ampliamento rimanendo in A/7. Dimenticavo: ovviamente deve rifare il Docfa e l'A/7 di prima rimane ma la rendita si alza non è più quella di prima.
 

gianfri54

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cercherò di riassumere in modo da essere sicuro di aver ben compreso:
1) quando si superano i 240 mq la categoria catastale può essere passata d'ufficio da A7 ad A8, quindi la casa diventa di lusso (e paga l'IMU, ad esempio).
2) se nel conteggio dei 240 mq rientrino o meno cantine, garage, balconi etc. non c'è chiarezza, le tesi sono contrastanti. Comunque, se, ad un sopralluogo, il garage, ad esempio, viene usato come taverna, c'è il rischio che sia computato alla stregua di mq residenziali ai fini del conteggio dei 240 mq.
3) la zona dell'immobile è ininfluente, quindi se sono un contadino e posseggo una casa in zona urbanistica (vedi ad es. Infernetto, Dragona che sono parte del Comune di Roma) di 250 mq con 2-3.000 mq di terra che coltivo, la mia casa è considerata di lusso.
4) le caratteristiche costruttive e le rifiniture non incidono affatto nella determinazione della categoria catastale. Significa che se posseggo una villa in zona urbanistica di 250 mq con rifiniture di livello medio, comunque non signorile o superiore all'ordinario, è da considerarsi comunque di lusso.
5) è escluso che ai fini della determinazione della categoria catastale ci debba essere la concorrenza di più caratteristiche ma è sufficiente una delle caratteristiche citate nel D.M. 2.8.1969 (a titolo di esempio, superficie utile complessiva superiore a 240 mq...)
Grazie per le eventuali risposte.
Gianfranco
 

Daniele 78

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1) quando si superano i 240 mq la categoria catastale può essere passata d'ufficio da A7 ad A8, quindi la casa diventa di lusso (e paga l'IMU, ad esempio).
Si
2) se nel conteggio dei 240 mq rientrino o meno cantine, garage, balconi etc. non c'è chiarezza, le tesi sono contrastanti.
Ni, la legge del 69 era chiara, non erano conteggiate, ora la sentenza della Suprema Corte ribalta un po' le cose e conteggia pure il deposito nei 240 mq.

3) la zona dell'immobile è ininfluente, quindi se sono un contadino e posseggo una casa in zona urbanistica (vedi ad es. Infernetto, Dragona che sono parte del Comune di Roma) di 250 mq con 2-3.000 mq di terra che coltivo, la mia casa è considerata di lusso.

Assolutamente no, infatti se ben hai letto ciò che ho scritto pur avendo 2 edifici di uguale classe magari 2 A/8 le rendite potrebbero essere differenti (ad esempio uno a 3.000€ l'altro a 4.500€) ciò dipende non solo dalla zona censuaria ma dalle tariffe (che ricordo essere provinciali, con delle variazioni in base al Comune selezionato), comunque è il DOCFA a caricartele in base alle selezioni, non il professionista di suo intento inoltre per identificarle meglio il DOCFA utilizza un suo stradario a cui devi aggiungere il numero civico; (anche se quest'ultimo cambia) difficilmente cambia la toponomastica della strada. I dati che fanno fede sono sia i vani e sia i mq (anche se in misura inferiore, dato che il DOCFA calcola una superficie catastale), e c'è un riscontro sul frontespizio della pratica alla prima pagina in alto a destra.
Nelle visure catastali però appaiono SOLO i vani. Funziona così ormai almeno da dieci anni (almeno da quando ho iniziato io era già così), non è una novità dell'ultimo. Le differenze nelle ultime versioni del DOCFA sono minime, più di forma che di sostanza per la rendita.
Il problema del catasto è che quando si va a trattare (ad esempio un immobile da prima degli anni 40 fino a inizio 80) mai ristrutturati o ristrutturati il catasto non veniva quasi mai aggiornato per cui capitava e capita tuttora di trovarsi una casa magari in A/4 con caratteristiche di un A/2 o superiore (A/1) ma avendo un vecchio classamento pagava poco rispetto al suo valore. Ciò era dovuto allo scarso controllo del Comune e dell'Agenzia del Territorio (allora però si chiamava in altro modo ed aveva delle competenze un po' differenti) e naturalmente alla nostra propensione ad evitare di pagare di più.
Ora per risolvere tutto basterebbe fare un controllo sui classamenti degli edifici (da quelli più datati a quelli più recenti) per verificare effettivamente le consistenze e le rendite con il reale...si può fare molto facilmente perché l'Agenzia delle Entrate (che ha assorbito quella del Territorio) ha un database con tutte le particelle e tutte le planimetrie...ci vuole oltre alla volontà tanta attenzione e tanto tempo per fare le cose per bene senza incappare in facilonerie e pressapochismi (che se fatti sulle case creano panico prima e poi crollo di tutto quello che ruota intorno alla casa e all'edilizia in generale). Tuttavia l'Agenzia delle Entrate (divisa per uffici provinciali con coordinamento regionale e nazionale) non sembra propensa a fare un lavoro come questo, che è veramente un SUPERlavoro, però tutte le problematiche sarebbero affrontate subito.

4) le caratteristiche costruttive e le rifiniture non incidono affatto nella determinazione della categoria catastale
Certo è così e funziona per tutte le classi non solo per quelle di lusso.

5) è escluso che ai fini della determinazione della categoria catastale ci debba essere la concorrenza di più caratteristiche ma è sufficiente una delle caratteristiche citate nel D.M. 2.8.1969 (a titolo di esempio, superficie utile complessiva superiore a 240 mq...)
Si se stiamo all'ultima sentenza, io sapevo che ce ne volessero 4, ma si sa che se cambi i paletti in corso molte più case rientrano nel pagamento dell'imposta (ora I.U.C) anche se prima casa poiché diventano di lusso (perdi detrazioni su figli , detrazioni prima casa ed hai delle aliquote ordinarie che spesso sono doppie rispetto alle agevolate per tutte le prime case senza contare che le rendite catastali di quelle di lusso arrivano a superare le cifre che io ho dato mentre per una A/7 di taglio da 180/200mq (nella mia zona arrivi a 1.500/1.600€ di rendita) molto molto differente dalle 3.000 di prima. Ecco qual'è il gioco del cambio dei paletti, ed ecco cosa punta lo Stato con l'ultima sentenza che io ho aspramente criticato prima, credo a ragione data l'enormità delle differenze.

Spero di non averti confuso troppo le idee ma l'edilizia è molto molto complessa, difficile da riassumere così su 2 piedi, però ci ho provato.
 

arciera

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Daniele credo che sei stato chiaro: credo però che le famose quattro caratteristiche per fare un appartamento di lusso siano ancora bell'e presenti. 100 mq con apertura interna dell' ascensore, campi da tennis e piscine, rifiniture di pregio come marmi di carrara e legni pregiati alle pareti siano più che sufficienti per avere un A1. Poi sono d'accordo con te che il superlavoro non si voglia fare. Il centinaio, soltanto!, di case di lusso presenti al catasto di Roma per il centro sono la testimonianza.
p.s. Gli articoli sono diversi per "casa di lusso". ad esempio Il solo 240 mq. (badate, 240 mq!non 250 mq) è sufficiente.
 

Daniele 78

Membro Storico
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Il centinaio, soltanto!, di case di lusso presenti al catasto di Roma per il centro sono la testimonianza.
Anche a Biella è così anche sei scala ridotta rispetto alla capitale, ma in generale è un problema estremamente diffuso in tutto il paese. Ho tralasciato gli immobili fantasma e gli ex rustici (di cui avevo però dato assaggi in qualche altro thread) meritano un casistica tutta a parte ed in parte il catasto con i Comuni hanno risolto, eliminando proprio gli A/5 e gli A/6 in molti di essi.

Poi sono d'accordo con te che il superlavoro non si voglia fare.
Pensa che ora quando presenti un aggiornamento di un DOCFA in variazione (è il caso delle vecchie case ristrutturate) il catasto (cosi mi aveva detto un tecnico dell'agenzia) si prende 6 mesi per rivedere le consistenze (i vani). Infatti pur venendo validato loro (dovessero riscontrare delle difformità) hanno la possibilità d'intervenire segnalando al professionista in questione, la o le difformità in modo da adeguare le consistenze (i vani) in modo corretto; per cui non si scapperebbe e non ci sarebbe bisogno di riformare il catasto con mq (che peraltro sono già presenti pur avendo meno peso dei vani) e fare un casino mostruoso (praticamente rifare completamente i programmi DOCFA). Per il nuovo inserimento (nuovo fabbricato) non cambia nulla pero devi partire dal tipo mappale che ti da il PREGEO...quindi l'aggiornamento della mappa terreni previo rilievo topografico.
Spero di non averti confuso troppo, ma le cose stanno così in effetti.
 
Ultima modifica di un moderatore:

Daniele 78

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Aggiungo un dato per i non addetti ai lavori, dal 1° gennaio 2006 nel momento in cui si presenta una variazione o un nuovo accatastamento, l'Agenzia comunica le variazioni on line al Comune prescelto, come si può notare da tempo ormai hanno la possibilità di incrociare i dati e verificare l'effettiva corrispondenza con le pratiche depositate in Comune. Non so quanti sanno questa cosa penso in pochi.
 

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