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Elisabetta48 ha toccato un altro punto dolens della situazione turistica italiana.
Quella della ristorazione è una giungla che è tale perché non ci sono controlli.
Anche a me recentemente è capitato di fermarmi per pranzo in un ristorante di Trastevere con la mia compagna, sua figlia e relativo il marito. Abbiamo chiesto delle bruschette e delle insalatone: ci hanno portato le insalatone fatte con l'insata delle buste del supermercato, e non ci sarebbe nulla di male, il fatto è che le foglie dell'insalata erano ormai sulla via della decomposizione. Alle nostre rimostranze sia la cameriera che la gestrice del ristorante, intervenuta, hanno avuto il coraggio di sostenere che l'insalata era regolare. Al che, visto che ero l'unico italiano, sono intervenuto dicendo che io compro la stessa insalata al supermecato che costa circa 4,0 € al kg, l'insalatona costava 12,0 € a porzione, che non discutevo sul prezzo perché l'avevo visto quando mi era stato dato il menù, ma che pretendevo che l'insalata fosse fresca e non vecchia alla limite della scadenza. Ovviamente gli altri turisti, prevalentemente giovani americani, sono rimasti attoniti. Il problema è che i ristoranti vivono sulla clientela di passaggio: acchiappano sempre, perché i turisti sono sempre diversi. Se non ci vanno i Nas, oppure nelle città turistiche divrebbero essere dei nuclei appositi di ispettori sanitari del comune, a fare i controlli i gestori dei ristoranti fanno quello che vogliono.