Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
secondo me non c'è differenza tra le due tipologie che citi:
Invece c'è: la "mia" strada privata è classificata dal Comune (non sto parlando di Parma, a scanso di equivoci) come "aperta al pubblico transito". Non può essere definita (e infatti il Comune non lo ha fatto) di "uso pubblico" perchè mancano i requisiti per considerarla tale: che sia usata da una generalità indiscriminata di cittadini (tipo per l'accesso a una scuola pubblica o a un ufficio pubblico), che colleghi altre strade, che vi siano titoli di trasferimento al Comune. Non per niente il Comune si è sempre rifiutato di partecipare a una qualunque spesa: illuminazione, asfaltatura, pulizia, ecc...
Che la normativa sia complessa lo dimostrano le tante sentenze discordanti sul tema. E' anche il motivo per cui noi cittadini ci muoviamo con tanto timore nei confronti del Comune: non si sa mai cosa si rischia di scatenare.
E' istruttivo, sulla complessità della materia, questo articolo: Strade private ad uso pubblico / Diritto#PA articoli e approfondimenti di diritto amministrativo
 

domenico10

Membro Ordinario
Professionista
Posto una immagine di come deve essere una strada di proprietà privata non ad uso pubblico.
Vedi l'allegato 5715
esattamente. quel cancello non lascia dubbi, l'accesso consentito solo agli aventi diritto ( comproprietari o comunisti). poi sta al regolamento condominiale o ( se esiste) al regolamento del complesso immobiliare assegnare facolta ,oltre che di accesso anche di sosta prospicente il fronte casa, e sempre nel rispetto della funzione fondamentale, l'accesso e il transito carrabile. certamente un siffato stato di fatto esclude l'applicazione del codice della strada. il codice in questi casi, sono il regolamento condominiale e simili, nonchè le dichiarazioni contenute negli atti pubblici di trasferimento dei diritti.
Buongiorno e grazie ancora della documentazione inviata, un eventuale esproprio per pubblica utilità su una strada che finisce al civico della suddetta palestra è improbabile ma in Italia tutto è possibile.
Vi aggiornerò sul proseguo della vicenda.

Un Grazie particolare a Luigi Criscuolo per gli auguri……..🍰🍰
mi spiego meglio sig.ra eleonora, non voglio assolutamente creare allarme. un strada diviene pubblica a tutti gli effetti, solo dopo una lunga e dibattuta questione di politica e amministrazione. solo una dichiarazione di pubblica utilità della infrastruttura, puo determinarne un cambio di destinazione d'uso, e prima che avvenga una simile metamorfosi giuridica, devono passare anni e anni, e con dei requisiti oggettivi: larghezza della strada, volume di traffico, mancanza di altre soluzioni al disimpegno veicolare, anni e anni di uso pacifico. non mi pare il caso in questione.
Invece c'è: la "mia" strada privata è classificata dal Comune (non sto parlando di Parma, a scanso di equivoci) come "aperta al pubblico transito". Non può essere definita (e infatti il Comune non lo ha fatto) di "uso pubblico" perchè mancano i requisiti per considerarla tale: che sia usata da una generalità indiscriminata di cittadini (tipo per l'accesso a una scuola pubblica o a un ufficio pubblico), che colleghi altre strade, che vi siano titoli di trasferimento al Comune. Non per niente il Comune si è sempre rifiutato di partecipare a una qualunque spesa: illuminazione, asfaltatura, pulizia, ecc...
Che la normativa sia complessa lo dimostrano le tante sentenze discordanti sul tema. E' anche il motivo per cui noi cittadini ci muoviamo con tanto timore nei confronti del Comune: non si sa mai cosa si rischia di scatenare.
E' istruttivo, sulla complessità della materia, questo articolo: Strade private ad uso pubblico / Diritto#PA articoli e approfondimenti di diritto amministrativo
la semplice iscrizione in capo all'ente pubblico della strada in oggetto, nell'elenco delle cosidette "strade aperte al pubblico transito" ha un mero valore dichiarativo unilaterale, e neanche una fittizia apposizione di toponomastica alla stessa, puo dare carattere pubblico alla strada. tale situazione ibrida serve soltanto all'ente pubblico a non assumersi alcuna responsabilita in merito alla manutenzione e controllo della infrastruttura lasciando di fatto alla pubblica fruibilita un bene che di diritto è privato, che puo essere limitato solo dalla imposizione di servitu tra privati o da servitu di uso pubblco, e in tali casi occorre riconoscere una indennita, proporzionata alla perdita di valore del bene medesimo. mentre con questo escamotage, l'ente locale ottiene la classica moglie ubriaca e la botte piena. e siccome, e qui lavoro di fantasia, non hanno i soldi per pagare a valore di mercato un eventuale acquisizione al demanio della strada privata, trovano molto comoda tale situazione giuridicamente ibrida, che personalmente giudico gravemente lesiva del diritto di proprieta privata.
 

domenico10

Membro Ordinario
Professionista
Infatti. Io per esempio ero convinta che nella nostra strada "privata ma aperta al pubblico transito" i vigili non intervenissero anche se chiamati: quella sentenza che ho citato del Giudice di Pace di Prato attesta il contrario.
infatti, "privata" per le spese e responsabilita, " aperta al pubblco transito" per far quattrini con multe, e sempre con le spalle coperte dal cosidetto codice della strada. le pare che lo stato perda mai e riconosca i diritti fondamentali alla proprieta? mai. e non ricorrono alla cosidetta "dichiarazione di pubblica utilità", perche come le ho anzidetto, temono la ondata di ricorsi o l'obbligo di pagare sostanziosi indennizzi di esproprio, che sono oggi, e per legge, commisurati ai valori di mercato.
 

domenico10

Membro Ordinario
Professionista
infatti, "privata" per le spese e responsabilita, " aperta al pubblco transito" per far quattrini con multe, e sempre con le spalle coperte dal cosidetto codice della strada. le pare che lo stato perda mai e riconosca i diritti fondamentali alla proprieta? mai. e non ricorrono alla cosidetta "dichiarazione di pubblica utilità", perche come le ho anzidetto, temono la ondata di ricorsi o l'obbligo di pagare sostanziosi indennizzi di esproprio, che sono oggi, e per legge, commisurati ai valori di mercato.
non solo, ma qui si aggiunge anche il rischio, che pedurando il possesso da parte dell'ente locale, e l'uso a strada per oltre venti anni, si perda la proprieta per usucapione, in quanto tale rapporto, rientra tra i rapporti di diritto privato, in quanto il bene assoggettato è un bene privato.
 

eleonora buda

Membro Attivo
Proprietario Casa
Riporto stralcio dell'attestazione del Comune sullo stato giuridico della laterale in questione:

Con la presente si attesta che:
- La via ………………. non risulta classificata come strada comunale e quindi non risulta gravata da uso pubblico. L' area di sedime in parola, non risultando iscritta all' Elenco delle Strade e Piazze Comunali di questo Comune di Bologna approvato con Delibera di Giunta P.G. n. 44879 del 12/05/1998 e ss.mm.ii., e perciò da considerarsi destinata ad uso privato.

Si precisa altresi che la classificazione, di cui al citato Elenco delle Strade e Piazze Comunali, fa riferimento agli obblighi previsti dal D.Lgs. 30 aprile 1992 n. 285 e s.m.i. "Nuovo Codice della Strada", e da quanto stabilito dal Regolamento per la Classificazione delle Strade Appartenenti al Territorio Comunale di Bologna approvato con Delibera di Giunta del 25/01/2010, P.G. n.304740, esecutiva a tutti gli effetti dal 06/02/2010.

Credo che non ci siano dubbi sul fatto che trattasi di strada privata chiusa al traffico veicolare e pedonale.
Nel cartello di strada privata quale delibera dovrei inserire per validarlo?
Grazie
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
la "mia" strada privata è classificata dal Comune (non sto parlando di Parma, a scanso di equivoci) come "aperta al pubblico transito". Non può essere definita (e infatti il Comune non lo ha fatto) di "uso pubblico" perchè mancano i requisiti per considerarla tale
il link che hai postato dice proprio il contrario
Vi sono poi strade private per garantire accesso ai residenti insediati, create nell'ambito di lottizzazioni in contesti urbani.
.....tali strade hanno acquisito una funzione pubblica......per essere diventate giocoforza parte della viabilità urbana nella città in espansione.

Le strade di proprietà privata possono essere destinate all'uso pubblico, ossia possono essere gravate da una servitù pubblica di passaggio (cc.dd. vie vicinali pubbliche), oppure possono essere destinate all'uso esclusivo dei proprietari.
Quindi dire strada privata ad uso pubblico o strada privata aperta al pubblico transito è la stessa cosa ed è quello che intendevo dire e sostenere.
Poi il transito può essere pedonale o veicolare.
Non sempre il Comune gioca l'escamotage della strada privata aperta al pubblico transito: a volte non è proprio interessato, sopratutto nel caso di strade "cul de sac" che portano solo a proprietà private senza interconnettersi con arterie stradali. L'ultima immagine da me postata si riferisce proprio a questo caso: il consorzio di Coopertive che aveva lottizzato e costruito, una volta vendute tutte le abitazioni si è sciolto ed ha cercato di vendere quelle che erano due strade di cantiere; poi le ha anche offerte gratis, ma il comune, anni '70, non le ha volute perché non di pubblica utilità. Siccome, nonostante il cartello di strada privata, nelle due vie ci parcheggiavano tutti, i residenti si sono difesi mettendo il cancello e lasciando il varco in prossimità dei marciapiedi per il pubblico accesso pedonale.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Qui si sta facendo un po di confusione. Le strade di lottizzazione, se regolari e convenzionate, fanno parte di uno strumento urbanistico che per essere approvate ed attuative devono prevedere il frazionamento dei lotti, delle strade e delle aree da destinare a verde e servizi. Con la firma della convenzione tutte le aree destinate all'uso pubblico vengono cedute al comune e i lottizzanti si impegnano ad eseguire tutte le urbanizzazioni. Solo dopo la firma della convenzione si può cominciare a costruire i fabbricati nei singoli lotti.
 

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