Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Segui il consiglio di @Gianco , fatti aiutare da un tecnico di tua fiducia per risolvere questo problema
non ho capito a quale pro. Ammesso che il tecnico accerti mediante esami biochimici che lo scarico della fossa settica tricamerale di cui è dotato il complesso residenziale sfora i limiti della tabella degli scarichi degli insediamenti urbani, cosa potrebbe fare poi?
A) Fare una bella relazione e mandarla all'amministratore in nome e per conto di @ottobre20? L'esito più economico sarebbe quello di ripulire la fossa settica rimetterla in funzionamento corretto e quindi continuare con quel sistema di smaltimento. L'alternativa sarebbe quella di installare un piccolo (diciamo per 200 ab/eq) depuratore ad ossidazione a fanghi attivi per reflui domestici ed assimilabili, caratterizzati da carico idraulico discontinuo, costituito da: - settore di sedimentazione primaria e accumulo con pompa di sollevamento comandata da livellostato. - settore di ossidazione a fanghi attivi totale a biomasse disperse con apparecchiature di aerazione di tipo sommerso con eiettore venturimetrico. - settore di sedimentazione secondaria con ricircolo fanghi. - pozzetto prelievo campioni.
In pratica una tricamerale un pò più evoluta che però ha costi di esercizio e di manutenzione più elevati.
Il vero problema è che se il comune, o la società che gestisce il S.I.I., non fa passare una condotta fognaria abbastanza vicino al complesso residenziale questo scaricherà sempre nella pineta (cosa che sta a cuore della nostra amica), a meno che i condomini non si facciano carico dell'intera spesa e costruiscano l'allaccio alla pubblica fognatura: in questo caso depuratore e/o fosse settiche/Imhoff non servirebbero più (forse servirà una pompa per superare qualche dislivello).
B) Fare una relazione e mandarla all'ufficio tecnico ambientale del comune in si trova l'insediamento residenziale: in sostanza una autodenuncia? Così si metterà in moto tutta la procedura burocratica che prevede: la denuncia (penale) di inquinamento; la relativa multa; il divieto di scaricare e la conseguente sospensione della abitabilità degli appartamenti.
Forse con questo il comune si deciderà di mettere in cantiere il tratto di fognatura per servire anche il complesso residenziale.
 

Gianco

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Ripeto: fatti seguire da un geometra! Perché ci sono troppe cose da chiarire e se vogliamo illogiche. Probabilmente con il sopralluogo e l'esame dei documenti capirà da tecnico come stanno realmente le cose. Magari si tratta di una condotta delle acque meteoriche e la fogna, stante il numero dei fruitori è stata regolarizzata, magari con una pubblica.
 

Daniele 78

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non ho capito a quale pro. Ammesso che il tecnico accerti mediante esami biochimici che lo scarico della fossa settica tricamerale di cui è dotato il complesso residenziale sfora i limiti della tabella degli scarichi degli insediamenti urbani, cosa potrebbe fare poi?
Tecnicamente potrebbe dare un parere in base alle risultanze della fogna (non tanto l'analisi dei fanghi) ma quanto l'analisi della vicinanza o meno di condotte fognarie comunali o la possibilità di fitodepurare gli scarichi, almeno si da un indicazione al proprietario anche se a questo punto ,visto che un o scarico abusivo fognario, inficierebbe sull'agibilità degli immobili (vedi dpr 380/2001). Potrebbe proporre la soluzione migliore non solo ad @ottobre20 ma all'intero condominio, rendendoli edotti anche di cosa possono andar incontro se la PA si sveglia ed inizia a sanzionarli per lo scarico.
Diversi poi è il problema della consistenza immobiliare.
Riepilogando:
  • Per @ottobre20 i problemi sono 2: una consistenza di 50 mq e una fogna irregolare.
  • Per tutti i condomini la fogna irregolare.
 

Jan80

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Mi sembra sempre più una telenovela che, ad ogni episodio/messaggio, rivela ulteriori retroscena:

Avrebbero dovuto mettere un depuratore anni fa ma la maggioranza non vuole spendere.

Per dare una risposta sensata ci manca di sapere se qualcuno ha obbligato il condominio a pagare un depuratore. Poi si deve sempre capire a chi spettassero le urbanizzazioni primarie, Comune o Proprietario?

Ancora troppi se per poter dare un consiglio con un po' di senno.
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
,visto che un o scarico abusivo
perchè abusivo? sarebbe abusivo se fatto senza permessi. Non ci sono prove che lo scarico sia stato fatto alla chetichella. Siamo parlando di un insediamento di 44 abitazioni che non si fa senza permessi. Andiamo!
I tecnici del comune mentre si sta edificando l'area non credo che, con il via vai di mezzi e personale, non si siano accorti che stavano costruendo senza alcun permesso 44 abitazioni nel territorio comunale. Ci sarà stato un progetto presentato in comune ed alla domanda "l'acqua potabile si riesce a portarla, la corrente pure, ma dove scaricano questi abitanti se la fognatura comunale non c'è?" per dare il Permesso di Costruire/Licenza Edilizia nel progetto doveva essere previsto per forza una qualsivoglia forma di depurazione prima dello scarico per dispersione. Altrimenti è un comune gestito da somari.
Dovrebbe essere la società che gestisce il S.I.I. che periodicamente dovrebbe andare a prelevare gli effluenti prima dello scarico per verificare che questi rispettino i parametri previsti dalla legge sugli scarichi domestici.
Poi se non c'è controllo si può arrivare alla assenza decennale/ventennale di manutenzione.
In ogni caso lo scarico per dispersione di per se stesso non è fuori legge né abusivo: sarà fuori legge se l'effluente non rispetta i parametri per l'autorizzazione allo scarico e sarà abusivo se non dichiarato o non censito.
la possibilità di fitodepurare gli scarichi
lascia perdere questa tecnica che presenta qualche problema sopratutto d'inverno quando le piante hanno una naturale riduzione di attività vitale.
 

Daniele 78

Membro Storico
Professionista
I tecnici del comune mentre si sta edificando l'area non credo che, con il via vai di mezzi e personale, non si siano accorti che stavano costruendo senza alcun permesso 44 abitazioni nel territorio comunale.
In realtà una cosa di questo tipo sarebbe una lottizzazione, e prima di partire tu devi presentare un straccio di bozza di lottizzazione, altrimenti un intervento come questo si inquadrerebbe in una lottizzazione abusiva.
Prima bozza di lottizzazione poi pratiche singole di Scia alternativa al permesso di costruire.
 

Jan80

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Professionista
Uno scarico di quel tipo non può essere stato permesso di sicuro, e nessuno si è preoccupato minimamente della cosa.Scarico acque reflue domestiche, le 4 novità dal Ministero

In realtà questo scarico ha più di 10 anni e suppongo preceda il TUA. Detto questo un intervento come quello IPOTIZZATO suppongo fosse stato presentato come piano particolareggiato (o eventuale omologo regionale). Solo esaminando la documentazione si potrà capire a chi spetta/spettava l'urbanizzazione; degli indizi li si potrebbe trovare anche sull'agibilità del quale l'immobile è dotato.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Uno scarico di quel tipo non può essere stato permesso di sicuro
Un privato cittadino toscano non collegato alla pubblica fognatura deve rivolgersi al Comune sul cui territorio dovrebbe avvenire lo scarico idrico per ottenere l'autorizzazione allo scarico. Il Comune provvede a rilasciare l’autorizzazione sulla base della sua istruttoria: lo scarico è previsto sul suolo, in corpi idrici superficiali interni, costieri ed in mare. Nel caso che lo scarico superi la potenzialità di 100 abitanti equivalenti (AE) l’Amministrazione comunale può avvalersi della consulenza tecnica di ARPAT.

Ho trovato in internet questa pubblicazione commissionata dal comune di Castagneto Carducci ad una azienda che si occupa di fitodepurazione
http://www.comune.castagneto-carduc.../acque_reflue/Linee_guida_fitodepurazione.pdf
nel preambolo legislativo c'è un riassunto delle normative regionali a partire dal 2003 che deve essere il periodo di costruzione del complesso residenziale:
- D.P.G.R. 8 maggio 2003, n. 28/R8
- L.R. 31 maggio 2006, n. 209

- D.P.G.R. 8 settembre 2008, n. 46/R 10

.... sulla base delle disposizioni di cui all’art. 26 della L.R. 20/2006, per gli agglomerati inferiori o uguali a 200 AE, possono (art. 19, c. 9, D.P.G.R. 46/R 2008) considerarsi appropriati i trattamenti già esistenti anche se diversi da quelli di cui in tabella 2 e 3 dell’Allegato 3 al regolamento, purché sia accertato il loro effettivo impatto sul corpo idrico recettore alla luce degli obiettivi di qualità ambientale o per specifica destinazione e l’eventuale insorgenza di problemi igienico sanitari.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Visto che il fabbricato è dotato di regolare agibilità, sono ancora più convinto di quanto ho scritto sul post #72.
 

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