Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
La ripresa non c'è, la recessione si! Proprietari di case, la questione vi riguarda. In recessione i conti dello Stato peggioreranno, e la patrimoniale si avvicina.
Per rimettere in moto l'economia io propongo l'IVA al 18%!
Abbassare l'IVA attuale del 22% al 18%, altro che 80 € in busta paga, è uno sconto del 4% su tutti i beni di questa fascia di IVA. Una micidiale spinta ai consumi che porterà nelle casse dello Stato maggiori entrate IVA.
Se è vero che siamo il Paese con una tassazione tra le più alte, cominciamo ad abbassare le dirette, IVA al 18%.
Voi lo fareste?
 
J

JERRY48

Ospite
A mio parere è un palliativo la diminuzione dell'IVA. Può aiutare, beninteso, ma non basta.
Siamo un paese vecchio che si rifiuta di capire che il mondo è cambiato. La nostra pubblica amministrazione, solo per dire una cosa, muove ancora tonnellate di carta. Il nostro sistema scolastico si articola su una folla di università, pochissime delle quali valgono davvero qualcosa e sono utili: in realtà servono solo a distribuire un po’ di posti di lavoro (sempre a carico dello Stato) e a tenere impegnati dei giovani che altrimenti on si saprebbe dove mettere.
Le infrastrutture del paese sono vecchie e inadeguate. Siamo assenti in quasi tutti i settori di avanguardia (informatica, biotecnologie, chimica fine, software, ecc.). Entrare nella modernità non è difficile: bisogna solo lavorare una decina d’anni con continuità e senza sbagli, partendo proprio dalla scuola. Ma, se non riusciremo a fare queste due cose (dimagrimento dello Stato e salto nella modernità) continueremo a essere un paese che ristagna intorno alla “crescita zero”, e con una disoccupazione media superiore al 10 per cento.
 
J

JERRY48

Ospite
Una soluzione? far ripartire l'edilizia, con quasi un milione di edili a spasso e il paese che cade a pezzi, penso che sia la soluzione giusta....ma che non porta benefici a sindacati e politici...meglio regalare 80 euro a chi il lavoro lo ha già o sprecare i soldi in inutili casse integrazione (a vita) e prepensionamenti statali e parastatali..
Che portano consensi elettorali e sicandali.
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
analisi perfetta e condivisibile ma nessuno si fa portavoce di queste cose basilari. La scuola non si tocca, la Sanità, per carità, come se fosse una eccellenza in Italia, e il Sindacato mi sembra un reperto preistorico.
Ecco che tutto lo deve fare il mercato, e quindi abbiamo bisogno di segnali incoraggianti, IVA abbassata, imposte sulla benzina da togliere, al resto come al solito ci penserà l'ingegno Italiano!
 
J

JERRY48

Ospite
Di segnali incoraggianti ne abbiamo bisogno tantissimi e invece dall'alto cosa fanno?
Muovono i loro passi sulle normative del lavorotentando di appiattire verso il basso diritti e retribuzioni. Ne è conferma l'ultima sparata di Alfano nei confronti dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Che ci sia stata una seppur minima sollevata di scudi del PD renziano! Niente e poi niente. Peggio: lo stesso Renzi accoglie in concetto espresso da Alfano per cui non esistono totem in materia di diritti sul lavoro. La cosa non stupisce: è proprio il governo renziano ad assestare colpi su colpi alla dignità del lavoro attraverso l'approvazione di norme per la precarizzazione a vita del lavoratore, completando il quadro d'insieme berlusconiano in materia.
 

Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
ART. 18 viol dire aprire in entrata e uscita il mercato del lavoro, cosa vai dicendo? Appiattire? Un mio amico imprenditore emiliano mi ha raccontato che il sindacato ha paura che aprendo il mercato del lavoro il datore di lavoro possa licenziare i dipendenti comunisti!!! Ma se in Emilia sono tutti comunisti! L'imprenditore ha risposto che avrebbe, semmai, licenziato i fannulloni a prescindere dalla tessera. Sistema che dà produttività al nostro paese!
 
J

JERRY48

Ospite
Cosa controbatte il governo? I contratti aziendali e territoriali potranno disciplinare le mansioni del lavoratore, l'orario di lavoro, le trasformazioni e le conversioni dei contratti di lavoro e le conseguenze del recesso del rapporto di lavoro, fatta eccezione per il licenziamento discriminatorio.
Urge, secondo il mio parere, un sostegno ai lavoratori, un imput: più guadagno, più disponibilità economica e conseguentemente più disponibilità di spesa per la ripartenza necessaria dell'Italia.
 

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