Perdonami TOVRM ma è proprio questo il punto che non riesco a chiarire. Tu sostieni che L'Agenzia delle Entrate stabilisce che solo una forte motivazione puo' giustificare un cambio di residenza ma da dove desumi questa tua opinione? Su quali paramentri si puo' stabilire quali siano i tempi ritenuti congrui affinche un cambio di residenza puo' ritenersi giustificabile? Se dopo 3 anni va bene possiamo dire che dopo 2 anni e 11 mesi non vada bene? E poi in questo caso non si tratta di cambiare la residenza. Come dici tu abitando nello stesso comune aveva i requisiti anche prima come continuerà probabilmente ad averli anche dopo. tanto per essere chiari è molto probabile che dietro a questa operazione ci sia anche da un certo punto di vista un interesse economico visto che gli hanno fatto un offerta buona per un immobile che aveva pagato molto meno ma "tecnicamente" questo signore ha regolarmente acquistato un abitazione come prima casa, ne ha i recquisiti, l'ha abitata e quindi non credo debba pagare plusvalore. Per non fare brutta figura vorrei dirgli come stanno le cose nel modo piu' corretto possibile ma basandomi magari su una circolare o su un documento che chiarisca in modo certo la questione. Ad oggi, anches entendo commercialisti vari le opinioni sono perlomeno discordanti.
Grazie
Cerco di spiegare il senso del mio intervento, che forse era poco chiaro. Quello che fa l'Agenzia delle Entrate, quando c'è un cambio repentino di prima casa, è cercare di capire se dietro si nasconda un tentativo di realizzare forti plusvalenze eludendo l'imposta dovuta. È il principio per il quale la sostanza prevale sulla forma. Ovvero,
a solo titolo di esempio: questo signore, avendone i requisiti, acquista appartamenti da adibire a prima casa, li ristruttura (lo ha fatto in proprio, ma la DIA va comunque presentata per certi interventi. Il punto è da approfondire), li rivende realizzando una forte plusvalenza e non ci paga le tasse e poi ricomincia il giro...
Per il fisco, questo signore sta realizzando un affare diverso (investimento) da quello che dichiara (acquisto prima casa) e quindi fa un accertamento. E l'onere della prova spetta al contribuente, che dovrà dimostrare i motivi per i quali ha «cambiato casa» (il virgolettato è voluto). Se poi il cambio avviene addirittura nello stesso comune e non ci sono grosse difformità tra le tipologie di alloggio, sarà certo molto difficile per questo signore dimostrare che il fisco abbia preso un... fiasco!!!