sarebbe ora che anche gli uomini smettessero di cercare una madre, (anche se come dici tu, anche lei riceveva qualcosa in cambio dell'accudimento) e capiscano che il matrimonio, ed i rapporti umani in genere sono basati sullo scambio.
Diceva Immanuel Kant (cito a memoria, ma il senso è quello) che "il matrimonio è un contratto nel quale due persone si cedono in perpetuo il mutuo usufrutto delle proprie capacità sessuali." Saggiamente, non si è mai sposato.
Se invece, sulla base di questa concezione dei rapporti umani da fondamentalismo capitalista alla Hume o alla Adam Smith, uno si sposa, vediamo che cosa succede. Non sono ferrato in economia, e se sbaglio tovrm, che la sa lunga, mi correggerà.
1) Il coniuge investe, a scadenza illimitata, tutto il proprio capitale. Corpo, anima, soldi, tempo, calzini, etc. Sarà d'uopo che egli ricavi un margine di profitto proporzionato, da questo investimento.
2) Si accorge quanto prima che qua, non son tutte rose, viole e margini da 20% l'anno. L'altro contraente, infatti, basandosi rigorosamente sul principio "i rapporti umani sono basati sullo scambio" pretende costantemente nuove remunerazioni per ogni servizio prestato. Per ogni sorriso, un sorriso e mezzo. Per ogni tagliatella, un'aragosta. Per ogni stiratura camicie, un buono per 18 lampade UVA. Per ogni profonda comprensione dell'anima tua, un bonus per scappatella extraconiugale da consumare a piacere. E così via.
3) Avviatisi entrambi su questa ripida china della escalation capitalistica, i coniugi si rendono conto che il contratto da loro firmato alla presenza di testimoni conteneva, scritte in piccolissimo o addirittura in inchiostro simpatico, alcune clausole vessatorie.
4) a questo punto, cercano di sciogliere il contratto ("...e amici come prima", pensano incautamente). Purtroppo, qui viene il bello, o il brutto, a seconda del pdv (punto di vista).
5) Il coniuge uomo, infatti, dopo una breve consultazione con il suo avvocato, si rende conto che, nonostante tutte le magniloquenti bubbole con colonna sonora della "Marsigliese" sull'eguaglianza, la prassi giuridica, se non la legge, cioè i fatti, se non la teoria, lo ******* in maniera abissale. Se scioglie il contratto, perde tutto.
6) e quel ch'è peggio la coniuge donna, dopo altrettanto breve consultazione con il suo legale, scopre quanto sub 5, solo al contrario: e cioè che se scioglie il contratto, è lei la vincitrice, e che a questo gioco winner takes all: casa, bambini, soldi, approvazione sociale, intervistine sul giornale locale, etc.; e inoltre, impartisce una dura lezione alla controparte, tale da lasciarlo ansimante e con la lingua fuori per diversi anni.
Lascio al lettore immaginare quel che segue. Lo invito altresì a farsi due conti: ma chi glielo fa fare, di sposarsi, se le cose vanno a questo modo? Certo, rinuncia a una grande speranza di felicità; ma si schiva anche una grossa probabilità di sciagura. un minimo di calcolo attuariale, poi, dovrebbe disegnargli un grafico delle probabilità assai eloquente.
Egli, poi potrebbe inoltrarsi in una feconda, benchè nichilistica, catena di ragionamenti. Ad esempio, egli potrebbe dirsi: "Bè, se i rapporti umani sono tutti basati sullo scambio, vanno considerati e affrontati come transazioni economiche. Se voglio scop.are, per esempio, dovrò studiare il mercato delle relazioni sessuali. E che mi fa concludere, la mia analisi? Che oggi come oggi, mai scop.are è stato più facile, per un uomo. Certo, è arduo e costoso scop.are le bellissime, le eccezionali, le giovanissime, che pretendono una giusta remunerazione del loro capitale fisso, ammortamento compreso (la bellezza e la giovinezza durano pochino); ma se, per esempio, mi rivolgo prudentemente alla nicchia di mercato delle appena divorziate o appena separate, col piedino ancora caldo di pantofola e la chioma su cui ancora aleggiano le ombre dei bigodini...quelle che si rimettono in pista dopo anni di pannolini, di vacanze a Pinarella, di Astra Station Wagon...allora sì che sc.opo praticamente gratis, con il succoso bonus che la pollastra è emozionatissima, incerta, timorosa di mal figurare, tanto da esser pronta a procurarsi un'ernia al disco, pur di dimostrare al partner e a se stessa che ce la fa ancora, a stare sul mercato..." E via ragionando e annichilendosi, fino alla voragine dove ci aspetta, ridacchiando, la Stupidità dalla fronte di toro. I più cinici e sbrigativi, poi, sono anche capaci di dire: "Boh, ci sono talmente tante put.tane...e pagando per scop.are, a conti fatti spendi sempre meno"
Ecco, insomma, che succede quando si dice e si pensa (e si fa) "i rapporti umani si basano tutti sullo scambio." Sembra che scherzi, e in effetti scherzo; ma mica tanto.
Aggiunto dopo 6 minuti :
se lei lo tradisce...................non prende gli alimenti perche' sarebbe separazione con colpa.
Con la morte nel cuore, devo dissuaderti. Non è così. L'adulterio in quanto tale non è ragione sufficiente per l'addebito di colpa. Per l'addebito di colpa è necessario che l'adulterio si configuri in modo particolarmente offensivo per il tradito. Es., se vai a scopare nel domicilio coniugale lasciando in giro i preservativi usati o le autoreggenti del tuo partner. Se invece tradisci il maritino/mogliettina con discrezione, senza sputta.narlo pubblicamente, puoi sempre addurre il fatto che le gravi incomprensioni coniugali (colpa dell'altro) ti hanno praticamente costretto/a a cercare altrove quella comprensione, quell'affetto, quel calore umano che il tuo partner ti ha sadicamente negato così a lungo. M'incorre altresì l'obbligo di dirti che quanto precede è teoricamente vero per entrambi i coniugi, ma fattualmente operante soprattutto per la coniuge femmina, che, si sa, è più sensibile dell'uomo, questo mascalzone.
Se ci tieni, ti do anche i riferimenti giurisprudenziali, ma se fossi in te lascerei perdere. E' una lettura che non dispone certo al buonumore.