echo

Membro Attivo
Proprietario Casa
Premessa: abito in un condominio del 1963, con riscaldamento centralizzato. La caldaia ha una decina d'anni circa.

Già da un paio d'anni, ancora prima che comprassi l'appartamento, si è discusso in assemblea sull'opportunità di installare i contabilizzatori di calore negli appartamenti, con l'ovvio scopo di ottimizzare i consumi. Tuttavia finora non se n'è fatto nulla, prima perchè c'erano lavori più urgenti, e poi perchè all'ultima assemblea, con me presente, un condomino ha dato in escandescenze dall'inizio alla fine e non siamo riusciti a parlarne.

Ho comunque fatto qualche chiacchiera informale al riguardo, e già diversi condomini, che dicono di aver parlato con persone competenti sull'argomento (termoidraulici, etc), mi hanno detto che non vorrebbero metterle perchè gli è stato sconsigliato, dato che "l'impianto è molto vecchio e sarebbe inutile, se non controproducente". Non hanno saputo argomentare meglio di così.

Qualcuno di voi ne sa abbastanza in materia per dirmi se questa affermazione potrebbe avere senso? Esiste davvero un limite oltre il quale non è utile/consigliabile mettere le valvole? Sono assolutamente digiuna dell'argomento e non conosco nessuno che si occupi di queste cose. Grazie.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Anche io non sono una tecnica ma conosco condomini dell'epoca del tuo dove i contabilizzatori sono stati messi. Per me il vantaggio c'è. E' vero che hanno un costo non piccolo ma poi si vedono i risultati. Intanto finisce la trafila di telefonate all'amministratore da parte di chi ha sempre freddo e vuole che venga alzata la temperatura dell'acqua e viceversa da parte di chi crepa di caldo. Ciascuno si regola come vuole ed è interessante vedere i conteggi consuntivi: prima si andava a millesimi, ora a consumo effettivo. Per appartamenti equivalenti c'è chi spende 800 euro e chi ne spende 3000. E' incredibile. D'altra parte quelli che ora spendono poco erano quelli che dovevano stare con le finestre aperte per non soffocare.
Per convincere i restii provate a usare lì'arma degli incentivi. Penso che questo lavoro rientri tra quelli incentivabili e il 65% credo non passerà mai più. Quindi sarebbe il momento migliore
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
a parte il fatto che è obbligo mettere le valvole termoregolarizzatrici, su gli impianti centralizzati, è stato prorogato le sanzioni ma non l'obbligo di montarle
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
Io sono della opinione che bisogna analizzare caso per caso.
Nel caso proposto che si inquadra nel "freddo nordest" l'installazione dei contabilizzatori di calore accoppiati alle termovalvole potrebbe essere la soluzione per una maggiore razionalizzazione dei consumi.
Premetto di non essere un termotecnico; ma mi sono, a suo tempo, documentato. Il DPR 412/1993 (non abrogato dal più recente DPR 74/2013) che regola la climatizzazione invernale delle case ha suddiviso il territorio nazionale in 6 zone climatiche. Ogni zona è caratterizzata da un proprio periodo di accensione e da un orario giornaliero di funzionamento.
Tutto parte dal fatto che il maggior spreco energetico si ha per portare l'acqua che circola nei caloriferi alla temperatura di esercizio: di solito attorno agli 80°; ci sono impianti industriali che usano acqua in pressione con temperatura attorno al punto di ebollizione (100°).
Ora, l'acqua di circolazione viene scaldata a 80° ma quando ritorna, avendo ceduto il suo calore, ha una temperatura al di sotto dei 20°.
Se l'impianto, nel rispetto degli orari di funzionamento, è spento e se la temperatura esterna è vicina, o sotto, lo 0° termico la temperatura dell'acqua nell'impianto spento scende di molto al di sotto dei 20°: quindi, quando l'impianto riparte, aumenta il consumo di carburante per portare l'acqua in temperatura, perché aumenta il tempo per raggiungerla. Da qui lo spreco.
Una prima soluzione è quella di usare il calore latente contenuto nei fumi della combustione per preriscaldare l'acqua di ritorno così si consuma meno carburante per riportare l'acqua di circolazione alla temperatura di esercizio.
Queste caldaie si chiamano caldaie a condensazione.
Inoltre si è osservato che se le caldaie a condensazione vengo tenute accese anche durante l'orario di spegnimento, in modo da far circolare l'acqua a 60°, il consumo di carburante complessivo è inferiore rispetto a quello di una caldaia che si accende e si spegne.
I contabilizzatori di calore abbinati alle termovalvole servono per climatizzare gli ambienti secondo le temperature previste dal DPR 412/1993 (scordatevi di avere 26° in casa perché sono fuori legge). Siccome nella pratica si riscontrano situazione di sovra riscaldamento degli ambienti per i più disparati motivi, come l'errata progettazione oppure gli interventi "self made" effettuati dai condomini, prima dell'avvento delle termovalvole abbinate ai contabilizzatori chi si trovava in questa situazione non poteva far altro che chiudere i termosifoni o aprire le finestre della stanza eccessivamente calda. Ma doveva pagare uguamente la sua quota di riscaldamento in base alla apposita tabella millesimale. Questo poi era il maggior cruccio dei proprietari di case sfitte. I contabilizzatori mettono un pò di equità: nel senso che ognuno paga in base al calore prelevato per avere gli ambienti alla temperatura che ritiene più confortevole. Ma non è vero che se uno tiene spento non paga il riscaldamento. Infatti solo il consumo di carburante e di elettricità verrà suddiviso secondo la contabilizzazione; tutte le altre spese come la conduzione e la messa in regola dell' impianto termico, il costo del manutentore e una certa quota percentuale dovuta alle dispersioni, verrà comunque addebitata a tutti compresi coloro che tengono spenti i caloriferi. Inoltre ci sarà da pagare il costo delle letture.
Quindi ognuno si faccia i propri conti; non si faccia abbindolare dall'effetto detrazione fiscale che è come il prezzo di certe scarpe a 199,99 euro. E' vero che il 65% dell'importo speso per l'adeguamento o la sostituzione della centrale termica e della installazione dei contabilizzatori è detraibile dalle tasse ma questo avviene in 10 anni. Se fosse detto che per 10 anni puoi detrarre il 6,5% dei soldi spesi ci sarebbe meno entusiasmo nell' aderire all'impresa.
 

Elisabetta48

Membro Senior
Proprietario Casa
Ma non è vero che se uno tiene spento non paga il riscaldamento.
ci siamo già confrontati in passato su questo punto e facciamo fatica a trovare un linguaggio comune. Ci riprovo: chi tiene spento (è successo nell'appartamento di mia suocera, vuoto per un anno) partecipa in base ai millesimi alle spese di manutenzione e partecipa per una quota del riscaldamento, proprio quella legata alla dispersione (per il fatto che gli appartamenti intorno sono caldi e per il fatto che alcuni tubi dell'acqua calda ti passano in casa, riscaldando un po' anche se tu hai tutto spento). Ma credimi che in quell'anno di appartamento vuoto, alla voce Consumo individuale, mia suocera aveva zero, qualcuno aveva 700, qualcuno aveva 3000. Mia suocera era di quelli che dovevano tenere dei termo chiusi e le finestre spalancate per avere 24 gradi in casa. Quanto ci sarebbe stato da spendere senza i contabilizzatori individuali? Al di là dell'incentivo, che allora non c'era, in un anno i contabilizzatori per chi consuma poco, si ripagano da sè
Ancora due dettagli: in quel condominio per la dispersione si calcola il 15%, cifra che comunque ritengo logica e congruente. L'appartamento non era mai comunque freddissimo e soprattutto non correve il rischio che gelassero i tubi per il troppo freddo. Quindi partecipare alla spesa per me è sacrosanto
 

adimecasa

Membro Storico
Professionista
aderire o non aderire se è obbligo montarle ste valvole vanno montate, o qualcuno a altre soluzioni per non incorrere nelle sanzioni regionali????
E l'amministratore che responsabilità ha, se non ottiene la maggioranza necessaria
 

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