Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
il recente suicidio di una giovane donna che aveva improvvidamente postato in un social il filmato che riguardava la propria vita intima ha fatto emergere il segreto epistolare. L'orientamento della nostra giurisprudenza sembra attribuire a queste forme di comunicazione moderne la stessa segretezza del contenuto di una lettera spedita in busta chiusa. Tuttavia lo scopo di queste forme telematiche moderne hanno lo scopo opposto: quello di amplificare esponenzialmente la diffusione di quanto pubblicato; ciò perché alla base c'è la condivisione di quello che si è inviato.
Ipotizziamo una moglie scopra che il proprio marito la tradisce e che scriva una lettera alla propria zia raccontando della sua infelicità, avendo scoperto che il marito se la fa con una collega di lavoro. Se questa zia parlando con il proprio marito racconta quello che ha appreso ha violato il segreto epistolare? oppure se questa zia parlando con delle amiche racconta della infelicità della propria nipote vìola il segreto epistolare? Se sì, come fa la nipote a sapere che la zia ha divulgato la notizia della sua infelicità? Nell'ipotesi che scopra ed abbia le prove della divulgazione della notizia può far causa alla zia?
La domanda è: il destinatario di una lettera è comunque tenuto al segreto epistolare anche se il mittente non ha specificato di non divulgare quanto da lui scritto nella missiva?
Nel caso specifico chi invia, anche ad un solo soggetto, un filmato che lo riprende mentre sta facendo attività sessuale, il destinatario è tenuto a tenerselo per se o, visto il principio di condivisione che c'è alla base del sistema che è stato usato per comunicare, lo può diffondere ad altri soggetti che conoscono o meno il soggetto postante? E se il postante ha inviato, o condiviso, lo stesso filmato ad una schiera di amici? Quale mezzo di controllo impedisce a costoro di fare come la zia della moglie tradita?
L'attività sessuale, che è fisiologica essendo inserita nel DNA epicondriale della specie umana, rimane un atto che appartiene alla intimità ed alla riservatezza della persona: se una persona rinuncia alla propria intimità e riservatezza dando modo a soggetti terzi di vedere le proprie prestazioni sessuali non si può lamentare poi del fatto che la diffusione rapida ed esponenziale della pubblicità che lei stessa ha dato al suo atto abbia fatto come minimo il giro d'Italia.
Ieri sera la figlia di una mia amica mi ha confessato che giust'appunto 2/3 anni fa alcuni colleghi di lavoro le avevano mostrato il filmato oggi incriminato.
Siamo passati dal "si fa ma non si dice" al "si deve pubblicizzare tutte le volte che lo si fa" un pò come il lenzuolo sporco di sangue dopo la prima notte di matrimonio.
 

Elisabetta48

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Ti addentri in un tema vasto, profondo, complicato. Condivido sostanzialmente quello che dici. Anche io penso che se si manda una foto, un video, una qualunque cosa a un altro senza esplicita richiesta di tenerselo per se' (contraddetta comunque dall'aver inviato a più persone) faccia sì che gli altri si sentano autorizzati a girarlo a loro volta. Tutti abbiamo rimbalzato ad amici qualche foto o qualche video tanto per condividere una risata, video innocenti certo, ma cosa ne so io quale è la soglia del lecito, del normale, per gli altri? Per molte persone sembra essere molto bassa.
Si fa fatica a far capire ai giovani che l'unico modo per proteggersi è non condividere nulla del proprio privato. Mi ricorda il vecchio detto: "Sai tenere un segreto? Anche io, quindi non te lo dico". Se sono io la prima a dirlo, come posso pretendere ila riservatezza dagli altri? Qualche anno fa mandavano in TV uno spot efficace (forse di un qualche Ministero): una ragazzina vedeva una sua foto su un muro di scuola. La toglieva e ri-toglieva ma sempre la foto ricompariva. Perché questo è uno degli aspetti più odiosi: puoi anche ottenere da un giudice la rimozione dai siti ma chissà quanti ormai lo hanno salvato sul loro computer, quindi è del tutto inutile.
alcuni colleghi di lavoro le avevano mostrato il filmato oggi incriminato.
Faccio una divagazione sul tema. Sicuramente questi colleghi lo avranno fatto alla sera al bar...ma a me piacerebbe sapere quante sono le persone che tutte queste attività di scambi e condivisioni le fanno in orario di lavoro. Anzi no, forse è meglio non saperlo.
 

quiproquo

Membro Senior
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Si tende a svuotare il significato delle parole sempre per il piacere atavico della contestazione che inizia già nella prima adolescenza... si trasforma
nell'età adulta ma qualcosina rimane fino alla tardà età. Il significato di segreto o segretezza è uno solo...quando uno dei due titolari del segreto inizia a fare eccezione lo svuota di significato e....diventa il segreto di Pulcinella...Nel caso postato da Luigi vi è già in pectore l'accettazione di uno strumento che per definizione non può essere segreto e quindi, napoletanamente: cchi pi stà mare và,
chisti pisci piglia...O,italianamente, chi è causa del suo mal pianga se stesso...
Naturalmente, religiosamente, questo non esclude la comprensione e la pietà per la povera ragazza. E per i suoi genitori che pur dovrebbero interrogarsi di quali e quanti valori abbiano trasmesso alla diletta figlia. Potrei continuare ma qui mi stoppo. Grazie. qpq.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
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ma a me piacerebbe sapere quante sono le persone che tutte queste attività di scambi e condivisioni le fanno in orario di lavoro.
La figlia (40enne) della mia amica (tutto va inquadrato nel contesto generazionale) è felicemente coniugata con prole; lavora in una piccolissima azienda (16 persone), privata del terziario avanzato (è una srl); è l'unica donna; ha mansioni direttive (è un quadro), risponde all' A.D. organizzando e controllando i colleghi sottoposti. L'azienda va abbastanza bene generando profitti per i soci.
 

Marinarita

Membro Attivo
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Elisabetta48, condivido pienamente la tua precisazione e aggiungo: l'azienda dove lavora la mia figlioccia, oltre all'uso dei computer ha vietato l'uso dei cellulari (quelli di ultima generazione sembrano delle basi spaziali!) I lavoratori sono sorvegliati a vista e di conseguenza non potrebbero "sgarrare!" Per le emergenze col mondo esterno, parenti e amici per dare comunicazioni, possono chiamare il centralino che provvede a dare l'avviso alla persona interessata! Prima di adottare una decisione così drastica, un anno fa, si erano verificati episodi di alta pornografia, che erano culminati con una denuncia! :fiore:
 

Marinarita

Membro Attivo
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Comunque, io sono "benpensante" nel senso che, per colpa di pochi, si pensa che sul posto di lavoro ci sia un assenteismo totale, specialmente negli uffici pubblici e questo non corrisponde a verità! Io, in passato ho lavorato in un ufficio pubblico come centralinista, quando ancora non esistevano i cellulari e neanche la teleselezione automatica per cui, per poter chiamare qualcuno per esempio a Bari, Trieste o altre città, bisognava chiamare le centrali:il famoso numero "14", per coloro che, come me, erano giovani. Dovete sapere che, si verificavano dei ritardi pazzeschi ad esempio per poter comunicare con un numero di Bari, si doveva attendere anche 5 ore! Eravamo in tanti ma, per collegare tutte le località dell' Italia, il lavoro era decisamente "massacrante!"Molte volte, quando rispondevo alle chiamate del "14" per prenotare le chiamate, molti utenti esasperati per l'attesa della risposta, insultavano me e,i miei colleghi! Quante volte, gridando, alcuni utenti maleducati, a noi donne chiedevano se stavamo lavorando ai ferri per fare la "calzetta", e agli uomini, se stavano leggendo i giornali!!! Per poter andare in bagno, ( 10 minuti di tempo) o per andare in mensa, (30 minuti) dovevamo attendere un collega che ci desse il cambio, perchè non si poteva assolutamente,lasciare il posto di lavoro assegnato!!! C'era anche allora, qualche lavativo, ma, erano pochissimi e venivano prontamente controllati e ripresi! Sono cambiati i tempi e i lavoratori sono ancora accusati di "girarsi i pollici" o di fare i giochini con il computer o con il cellulare!!! Ho esposto tutto questo, solo per sottolineare che, per colpa di pochi "scansafatiche" e aggiungo, "disonesti perchè si è pagati per lavorare", usiamo fare di "ogni erba un fascio!" Ciao famiglia Propit!
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Comunque, io sono "benpensante" nel senso che, per colpa di pochi, si pensa che sul posto di lavoro ci sia un assenteismo totale, specialmente negli uffici pubblici e questo non corrisponde a verità! Io, in passato ho lavorato in un ufficio pubblico come centralinista, quando ancora non esistevano i cellulari e neanche la teleselezione automatica per cui, per poter chiamare qualcuno per esempio a Bari, Trieste o altre città, bisognava chiamare le centrali:il famoso numero "14", per coloro che, come me, erano giovani. Dovete sapere che, si verificavano dei ritardi pazzeschi ad esempio per poter comunicare con un numero di Bari, si doveva attendere anche 5 ore! Eravamo in tanti ma, per collegare tutte le località dell' Italia, il lavoro era decisamente "massacrante!"Molte volte, quando rispondevo alle chiamate del "14" per prenotare le chiamate, molti utenti esasperati per l'attesa della risposta, insultavano me e,i miei colleghi! Quante volte, gridando, alcuni utenti maleducati, a noi donne chiedevano se stavamo lavorando ai ferri per fare la "calzetta", e agli uomini, se stavano leggendo i giornali!!! Per poter andare in bagno, ( 10 minuti di tempo) o per andare in mensa, (30 minuti) dovevamo attendere un collega che ci desse il cambio, perchè non si poteva assolutamente,lasciare il posto di lavoro assegnato!!! C'era anche allora, qualche lavativo, ma, erano pochissimi e venivano prontamente controllati e ripresi! Sono cambiati i tempi e i lavoratori sono ancora accusati di "girarsi i pollici" o di fare i giochini con il computer o con il cellulare!!! Ho esposto tutto questo, solo per sottolineare che, per colpa di pochi "scansafatiche" e aggiungo, "disonesti perchè si è pagati per lavorare", usiamo fare di "ogni erba un fascio!" Ciao famiglia Propit!
Il problema in Italia è il controllo spessissimo carente nel pubblico..molto meno
nel privato (sto pensando al prof.Valletta della prima o seconda fascia di vita della Fiat...) dicevo...negli ospedali vi è sempre un capo reparto che dovrebbe controllare il lavoro degli infermieri e quelli degli os...(una volta paramedici)...ma spesso chiude gli occhi a fronte di magagne grossissime come la morte di un giovine diabetico di 33 anni per mancato controllo notturno da parte degli infermieri che invece di vegliare, dormivano...Quando se ne sono accorti/e, invece di chiamare il medico di guardia per l'immediato inoltro in terapia intensiva per un estremo recupero, hanno cominciato a gridare: ci licenzieranno tutti...come faremo??? L'unica testimone di questa vicenda dolorosa fu una giovine
apprendista che per puro caso attraversando la corsia si accorse dello stato comatoso del giovine paziente col qule nei giorni precedenti aveva scambiato
qualche frase di cortesia. Non vi dico al mattino la disperazione dei due genitori
che si vedono morto l'unico figlio...Una tragedia. Sapete com'è andata a finire???
L'apprendista fu subito messa prima a "riposo" e poi cambiata di reparto.
Si presume riporto falso nella cartella clinica e versione falsa del'accaduto per
annullare la responsabilità di tutti compresa quella del più grande ospedale di Torino...Mia ........da oltre 20 anni coordina tutto il reparto di radiologia centrale,
con una settantina di tecnici di radiologia del più grande ospedale della regione
per i pazienti infortunati e traumatizzati...di fatto è un Capò...e spesso è costretta
a non vedere... a suo dire è lo strapotere dei sindacati che nel pubblico hanno
ottenuto da decenni questo enorme privilegio che non ha eguali in Europa.
Questi parassiti che ci governano non sono stati capaci di attuare il dettato
costituzionale...Neanche promuovendo un referendum ad hoc...in tutto il settore
pubblico..Sono quasi certo che la maggioranza dei dipendenti voterebbe per una
stretta finalizzata a un maggior rigore dei controllori, controllati e dei super controllori. Cosa ne dite? qpq.
 

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