lore68

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ecco, siamo arrivati al punto: nell'atto in mio possesso si fa riferimento agli estremi catastali (piena proprietà dei terreni identificati catastalmente foglio x mappale y ecc, ecc,) mentre secondo i vecchietti che conoscono la zona il fondo è sempre stato diviso secondo la carrettera che passa tra la stalla e il fabbricato ed non potrebbe essere altrimenti visto anche lo stato del luogo. A questo punto dovrei andare in conservatoria e cercare negli atti di divisione tra gli eredi.
 

Gianco

Membro Storico
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Stai parlando di mappa catastale, ma ancora non hai detto di che mappa si tratta.
Ritengo che debba essere un aborto di ultima generazione, pertanto inaffidabile, come ho già affermato.
Sappi che l'usucapione cumula il possesso fra i proprietari che si sono succeduti nel rispetto dello stesso stato dei luoghi.
L'esistenza di uno stradello, che da sempre separa le due proprietà confinanti, è un limite, ancorché non stabile nel suo tracciato, a meno che non sia definito con un tracciato inamovibile: una recinzione laterale, bordi materializzati con termini lapidei o ancor meglio con fabbricati o murature di confine.
Sarebbe importante sapere se la servitù di passaggio è stata ricavata a cavallo del confine fra le due proprietà, fondi serventi e contemporaneamente dominanti. Nel caso il confine è in asse e volendo si può introdurre in mappa la sede della servitù a cavallo del confine che potrebbe differire da quello catastale ancor più se come dici tu la divisione come esiste è stata decisa del vecchio unico proprietario. Tale separazione fisica fra i due fondi e stata decisa per "destinazione del padre di famiglia" per cui può tranquillamente differire del vecchio confine catastale. Sarebbe stato opportuno introdurre la nuova dividente in occasione o della atto di divisione o della vendita. Sarebbe stata l'occasione per regolarizzare le discordanze.
L'introduzione in mappa di una nuova linea, vista la scarsa affidabilità della mappa Wegis, permette di forzare la sua posizione fino a 3 m.
Se dovessi introdurre il fabbricato a cavallo del confine catastale, potrai dichiarare l'intestazione a te ed agli intestatari della particella adiacente, facente parte del sedime del fabbricato con la dicitura "ciascuno per i propri diritti".
Il che vuol dire che il fabbricato è tuo, ma ai fini della continuità storica, una porzione di esso nel catasto terreni risulta intestata ad altra ditta.
Ricordati che la tolleranza, ma questo non è il caso, dipende dalle opzioni indicate nel mio primo intervento.
Infine, il PF non ti dà alcun problema, primo perché è di un'attendibilità scarsa e poi perché le sue coordinate non influenzano la definizione del confine catastale. Questi punti fiduciali sono punti ai quali tutti i tipi di aggiornamento, frazionamenti, tipi mappali e particellari devono fare riferimento. Per cui nella ricostruzione dei verti indicati nei libretti delle misure è necessario fare riferimento agli stessi punti utilizzati per la loro generazione. Scusa, ma ultimamente ho dovuto usare un linguaggio tecnico, che il tuo tecnico comprenderà certamente.
 

griz

Membro Storico
Professionista
ecco, siamo arrivati al punto: ..... A questo punto dovrei andare in conservatoria e cercare negli atti di divisione tra gli eredi.
ti stai complicando l'esistenza inutilmente, non troverai nessun riferimento preciso se non l a"carrettera" famosa che rappresenta il confine sul terreno.
Come già ho cercato di spiegare e come Gianco ha esposto, la mappa catastale non è lo struento che può definire in modo esatto un confine
Un esempio: dalle mie parti si coltivavano i gelsi per alimentare i bachi da seta, è stato in uso piantare un gelso a distanza di 3 metri dal confine per definire il confine stesso, oggi, se devo definire la posizione di un confine, se è presente un gelso piantato 60 anni fa, non è la misura dedotta dalla mappa che mi da la posiizone del confine ma il gelso e i 3 metri di distanza
Ancora: tu parli di misure dedotte dalla mappa ma queste misure a cosaa si riferiscono? Oevvero: la posizione del confine che tu sostieni di rilevare da quali capisaldi viene generata? dove vengono appoggiate?
 

Daniele 78

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@Gianco avere nelle vicinanze del nostro rilievo un punto trigonometrico fondamentale della mappa italiana (a cui potersi appoggiare) ad esempio uno di 3°ordine (se non superiore), con tutte le difficoltà pratiche della rilevazione, non avendo a disposizione ne mappe veramente precise e neppure termini di confine (nei pochissimi rilievi a cui ho preso parte ricordo che o non c'erano più o erano stati spostati precedentemente da qualcun altro) ed essendoci sempre il problema di dover rilevare i confini anche di strade vicinali non materializzati da recinzioni in muratura che ne delimitano i confini, l'appoggio ad uno dei trigonometrici fondamentali può in qualche modo rendere il tuo rilievo più ancora più preciso, oppure non basta e non serve a nulla??
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Quando ho cominciato la fare rilievi, 1969, mio padre, anche lui geometra, possedeva un tacheometro TG4 e le misurazioni si facevano usando la stadia. Poiché la precisione angolare stimata era al 0,01 centesimale, si eseguiva una celerimensura a raggiera, che veniva restituita con goniometro da 30 cm di diametro e scalimetro su carta lucida. Il rilievo veniva esteso a tutta una serie di vecchi confini e fabbricati, probabilmente inalterati dagli inizi del secolo scorso, periodo al quale si riferivano le rappresentazioni delle mappe catastali. Il lucido veniva sovrapposta alla mappa, facendo coincidere la maggior parte dei punti d'appoggio locali, analizzando la loro attendibilità. Con questo sistema si otteneva la posizione della stazione e l'orientamento più probabile. Rilevando i confini catastali della proprietà da riconfinare, leggendo i valori angolari e le distanze facendo il lavoro inverso rispetto al precedente, ci si recava in campagna, si faceva stazione sullo stesso punto, si orientava lo strumento con lo stesso orientamento precedente e imponendo l'angolo e la distanza di ogni vertice si ricostruiva il confine richiesto. Nel 71 acquistammo un T2 della Wild la cui lettura angolare era spinta al 0,0001 centesimale. Con questo strumento abbiamo riferito i rilievi ai punti trigonometrici, inizialmente con i classici Pothenot o intersezione inversa che ha subito dimostrato la sua imprecisione legata alle coordinate non precise dei punti trigonometrici, per cui si è optato con l'Hansen o base fittizia, stabilizzato con l'acquisto del primo distanziometro sovrapposto al teodolite, utilizzando il trigonometrico più vicino all'oggetto del rilievo per calcolare la distanza e quello più lontano per vincolare l'orientamento. Ottenute le coordinate del punto di stazione e lette le coordinate dei vertici del perimetro da tracciare, trasformando le coordinate rettangolari in polari, diventava un lavoro veloce e preciso. Il lavoro è stato sempre più facilitato con le stazioni totali, sempre le più evolute presenti sul mercato: Geodimeter 444 e Leica 1201 TCRP, in grado di misurare distanze fino a km 7,5 con un prisma e 750 m con raggio laser e lettura angolare di 0,0001 centesimale. Infine con la strumentazione GPS, rover più base sono in grado di operare in ogni luogo ed in qualsiasi condizione. La topografia fatta cisì da molte soddisfazioni.
Infine i punti trigonometrici, anche da noi spariscono: meno male che i campanili sono sempre lì, sono facilmente rilevabili con il laser e a giro d'orizzonte ne vedi una marea per la chiusura angolare.
 

Daniele 78

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Professionista
il T2 Wild era lo strumento di colore verdastro che usavamo ancora noi all'Istituto deI Geometri "Vaglio Rubens" qui a Biella. Il nostro professore di Topografia (Ingegnere Topografico) ci ha instradato sui primi rilievi proprio con questo strumento...quanti bei ricordi.
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
L'accoppiata imposta negli appalti pubblici era: teodolite Wild T2 e distanziometro autoriduttore AGA 122, che permetteva di rilavare distanze al 0,0001 m, ovvero decimo di mm. Tutti strumenti, ancora in mio possesso, che hanno fatto la storia del mio studio tecnico.
 

lore68

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Proprietario Casa
Diciamo che il problema del ritracciamento del confine non si pone più di tanto in effetti, tenendo per buono lo stradello che separa i due fabbricati.
Il cruccio è come porsi rispetto alla pratica da presentare al catasto, dato che occorre denunciare la presenza di un edificio rurale (che tra l'altro andrà ad essere identificato come collabente, viste le precarie condizioni statiche), e la linea di confine presente alla carta del catasto (che come Gianco ha supposto è una mappa wegis, vettorializzata a partiore dalla base cartacea esistente dalla notte dei tempi e di infima precisione).
Supponendo di andare a correggere tutto i mappali "storti", mi sa che non se ne esce più, quindi..... tanto varrebbe fare un rilievo "a go-go" e presentare un libretto di misure adattate a fare in modo che il lato sud della stalla cada a filo del confine catastale tra i due mappali.... ???????

P.S. Gianco, cosa ne pensi del GPS?
 

Gianco

Membro Storico
Professionista
Il GPS è un'ottimo strumento topografico e come tale non è sufficiente dedurre i dati del rilievo, ma bisogna saperlo usare, avendo a monte una certa professionalità ed esperienza.
Poiché la mappa Wegis è inaffidabile sarebbe opportuno verificare il risultato del rilevo con la mappa di visura della quale è bene ricordare la prima citate deve essere la copia perfetta se non migliorata con l'introduzione attenta degli aggiornamenti successivi al 1989, finora inseriti a vista sulla mappa di visura e Wegis. Poi, tu ed il tuo tecnico, avete la possibilità di scegliere quale strada seguire:
1 - riportare il risultato del rilievo, andando a frazionare laddove necessario,
eventualmente procedendo alla cointestazione "ciascuno per i propri diritti";
2 - forzare l'introduzione grafica, senza alterare il libretto delle misure, sapendo che
si arriva a traslare il risultato di 2,5 3,0 m rispetto alla sua reale posizione.
 

lore68

Membro Attivo
Proprietario Casa
2 - forzare l'introduzione grafica, senza alterare il libretto delle misure, sapendo che
si arriva a traslare il risultato di 2,5 3,0 m rispetto alla sua reale posizione.

grazie mille Gianco, naturalmente per "senza alterare il libretto delle misure" intendi dire che non si toccano i punti del rilievo del fabbricato in senso relativo (cioè restano immutati nelle loro mutua posizione) ma solo in senso "assoluto" cioè relativamente alla linea di confine di mappa e quindi nel semispazio rappresentato dalla carta catastale... 3m di forzatura ci stanno alla grande.
 

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