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Scusa, qual è il primo caso? Grazie.Ergo nel primo caso il ricorso al giudice è quindi sempre necessario:
Facciamo un esempio pratico.il ricorso al giudice è quindi sempre necessario: solo costui può dichiarare se le condizioni sussistono; riscontrasse la buona fede, la clausola risolutiva non opererebbe (per mancato verificarsi degli elementi sottostanti)
Nell'esempio che ho fatto sopra, secondo me è impossibile che il giudice rilevi la buona fede del conduttore e di conseguenza dichiari che l'effetto risolutivo non si è realizzato.Impossibile che il Giudice non possa rilevare la buona fede e dichiarare che l'effetto risolutivo non si è realizzato?
Non ho colto alcuna polemica nella sua domanda, anzi!Lo chiedo senza polemica, solo per capire.
Notevole!La buona fede il giudice con una buona dose di forzatura la potrebbe "scovare"
quando il conduttore, specie nelle locazioni...ma non solo... avesse solo chiesto preventivamente una piccola proroga..poi seguita da una offerta concreta di
assolvenza dei canoni evasi.
Facciamo un esempio pratico.
1) Il conduttore ha firmato un contratto di locazione impegnandosi, tra l'altro, a pagare al locatore canone di locazione + oneri accessori periodicamente entro una certa scadenza.
2) Nel contratto di locazione è stata inserita la clausola risolutiva espressa con esplicito riferimento alle suddette obbligazioni (pagamenti da parte del conduttore).
3) Il conduttore non paga.
Come può il giudice riscontrare la buona fede del conduttore moroso?!?
Non necessario. Se buona fede esiste, ciò conta.Deve rispondere alla letters di diffida nei termini.
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