basty

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Grazie @uva: oggi pomeriggio, con il cerca tra i miei segnalibri ero riuscito a rintracciare la discussione che hai citato e la risposta di Ollj: mi chiedevo se c'erano nuove sentenze in merito.

Ho preparato stasera una lettera di messa in mora e diffida ad adempiere ex clausola risolutiva espressa, (potrebbero essere due cose diverse che ho comunque fuso). Contratto abitativo,. La morosità riguarda solo il mese scorso (e ottobre non è ancora pervenuto...) Per la verità lo faccio perché gli inquilini si sono rivelati degli attaccabrighe, disturbano il vicinato: e non è bastata una svegliata ordinaria: se smettono di pagare e/o se ne vanno mi fanno un piacere.

Secondo te, la risoluzione alla Agenzia delle Entrate quando la faresti?
Solo dopo l'eventuale sfratto?
A far data dalla diffida ad adempiere o dalla data di convalida?
Se vale la data della diffida, sarebbe una risoluzione tardiva.... con le sanzioni del caso?
 

uva

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Secondo te, la risoluzione
L'argomento è stato approfondito qui:


confermo quanto avevo scritto nei post #2 - #9 - #15

#19 di @Nemesis
 

basty

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Quindi ritieni che nonostante sia stata fatta valere la clausola risolutiva espressa, non fai differenza con la procedura “canonica” dello sfratto, e adotti anche per questo caso la data di convalida.
Nella discussione con gli interventi di Ollj si faceva invece la ipotesi di differenziare l’aspetto fiscale da quello civilistico: vero però che aggiungeva configurarsi il rischio di una altalena di risoluzioni, reintegrazione, ecc.
Mi chiedevo se questo aspetto aveva avuto seguito.
Grazie comunque: seguirò l’iter “classico”
 

uva

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interventi di Ollj
questo thread è del 2016.

Per quanto riguarda
l’aspetto fiscale
nel senso di non pagare le imposte sui canoni non percepiti, il Decreto Crescita del 2019 ha introdotto un'altra possibilità (oltre allo sfratto per morosità):


(importanti i post #15 - #16)
 

basty

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questo thread è del 2016.

Per quanto riguarda

nel senso di non pagare le imposte sui canoni non percepiti, il Decreto Crescita del 2019 ha introdotto un'altra possibilità (oltre allo sfratto per morosità):


(importanti i post #15 - #16)
La novità introdotta dal decreto Crescita (o sostegno ?) mi pare non risolva la efficacia dell’art 1456: il post 16 tuo mi pare corregga la prima lettura che limitava la applicazione solo ai nuovi contratti 2020, mentre la tua citazione fa intendere che invece si estenda ai canoni non percepiti dal 2020.

A parte che la novità non è tale da modificare radicalmente la situazione nota, resta che se la diffida ad adempiere ad una condizione contrattualmente controfirmata non è considerata equivalente ad un decreto ingiuntivo, sostanzialmente si rileva molto inefficace ( per i casi abitativi)
 

uva

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basty

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@uva: Abuso di questa vecchia discussione per segnalarti una (per me) novita incontrata pochi minuti fa:

credo ricordi la distinzione di trattamento fiscale che consideravamo in presenza di un garante/fidejussore.

Fino a 18 mesi fa (ultima volta che avevo registrato un simile contratto ) avevo segnalato la presenza di una fideiussione prestata da terzi: indipendentemente dall'importo max garantito la imposta di registro rimaneva di 200€, assorbendo quella inferiore calcolata sul 2% del canone.

Poco fa, sia che si indichi la fideiussione di terzi, che la garanzia diversa da fideiussione, il calcolo dell'imposta è ben superiore al minimo forfettario di 200E; è inevitabile indicare l'importo garantito (che tra l'altro sarebbe solo un massimale just in case, come limite massimo esigibile) e salvo tornare a verificare, non sembra dipendente da detto massimale (ma forse non ricordo bene i risultati finali)

Ne sai qualcosa?
---------------------------------
p.s.:
Contrordine: indicare 1 o 2 nel tipo di garanzia non cambia nulla: ma avevo commesso un errore: era spuntata la intera durata del contratto; ovviamente l'imposta di registro schizzava in modo incoerente con le aspettative.
 
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