Ciao Uva. Volevo dirti principalmente che ho seguito il tuo consiglio ed ho preso un appuntamento con un avvocato.
Ad ogni modo già che ci sono faccio qualche commento alle tue risposte.
In particolare ti devo ringraziare per avermi chiarito una volta per tutte che ogni giorno che passa io perdo soldi.
In pratica io e i miei familiari avevamo l'erronea convinzione di poter contare su un credito di imposta. In passato abbiamo pagato per errore più tasse di quello che dovevamo e tramite questo strumento abbiamo potuto farci risarcire, di conseguenza pensavamo che la cosa valesse anche per questo caso.
Ora mi è anche più chiara la differenza fra "risoluzione giudiziale" e "risoluzione di diritto". O almeno a livello di termini perché di fatto poi le cose si fanno maggiormente confuse.
Quindi lo "sfratto" è certamente una risoluzione giudiziale.
La risoluzione di diritto sarebbe quella che noi pensavamo di poter ottenere automaticamente in virtù del fatto che la controparte era inadempiente.
Tu mi hai parlato di "diffida ad adempiere" e di "clausola risolutiva espressa" come di due cose facenti parte di una stessa azione.
Per questo motivo ti chiedo la gentilezza di guardare questa pagina e dirmi cosa ne pensi:
guarda qui
Chi scrive sembra indicare 3 possibilità differenti nell'ambito della risoluzione di diritto, ovvero: 1) diffida ad adempiere, 2) clausola risolutiva espressa 3) termine essenziale.
Questo terzo termine non lo avevo ancora sentito ma ora comincio a trovarlo anche in altre pagine.
La cosa più nebulosa di tutte è che si continua ad alludere a delle alternative alla "risoluzione giudiziale" ma di fatto poi occorre sempre ricorrere ad un giudice per rendere queste cose effettive.
Ma questo non dovrebbe per definizione trasformarle in risoluzioni giudiziali?
Non è un fatto di conoscenze, è un fatto di logica, io qui ci vedo una grossa contraddizione.
Ma se tu hai una risposta che risolva questo enigma ti prego di dirmela.
Oppure io ho frainteso qualche passaggio. Per esempio a sentire te dal momento che ho la clausola risolutiva espressa nel contratto posso fare una diffida ad adempiere al conduttore.
Però quello che viene dopo non l'ho ben capito. Sembrerebbe che io comunque debba interpellare un giudice per la convalida di questi atti, ma questo come dovrebbe avvenire? Forse è sufficiente spedire, depositare o dichiarare questi documenti. Ma a chi? Oppure: dove?
Immagino che l'avvocato saprà chiarire questi dubbi ma visto che qui siamo in argomento io l'ho buttata.
Ho letto la questione che sollevi tu a proposito del fatto che se alla prima udienza di sfratto il conduttore paga gli arretrati il contratto ritorna in vita. Ma personalmente non lo vedo come un grande problema. Se lo sfatto è stato dato per quel motivo e cosi facendo il debito viene sanato non va bene? A me andrebbe bene, piuttosto dubito che sarò cosi fortunata.
Forse tu dici questo perché il processo ha dei costi non indifferenti? Ma non dovrebbe pagarli il conduttore in questo caso?
Ti segnalo anche questa pagina :
guada qui
Anche qui vengono distinte le tre possibilità menzionate prima e in più viene fatto riferimento ai tre differenti articoli a cui sono associate, ovvero : 1454, 1456 e 1457 del C.C.
In questo testo però a me sembra di capire che la clausola risolutiva espressa sia in contraddizione con un eventuale sfratto per morosità.
Ma forse la spiegazione è che si possa tentare di risolvere con essa il contratto e che il conduttore non necessariamente tenterà di opporsi. Viceversa se si oppone si passa allo sfratto che essendo in antitesi alla clausola praticamente la annulla.
Ti sembra plausibile?
Bisognerebbe anche capire la differenza fra "sentenza dichiarativa" rispetto a "sentenza costitutiva".
Magari ci faccio una ricerca, ma non oggi.
Ad ogni modo Wikipedia una spiegazione la da:
guarda qui
Grazie ancora Uva e a presto.