basty

Membro Storico
Proprietario Casa
avevo concluso che l'indennità per la perdita di avviamento era dovuta solo in caso di disdetta da parte nostra.
Temo tu sia in errore: chiedere la risoluzione a fronte della clausola risolutiva, equivale a disdettare unilateralmente il contratto: Con buone ragioni, ma non tali da far annullare l'obbligo di riconoscere l'avviamento. Non ti fidare: aspetta prima di avere la disdetta firmata. Da quel momento puoi percorrere tutte le strade utili, senza sorprese.
 

ArtemisiaX

Membro Attivo
Proprietario Casa
Ciao. Grazie ad Aidulac, Uva e Basty.

Anche perchè molte, anche se scontate, per diventare effettive devono passare dal giudice!

Troppo enigmatica questa frase. Intendi forse dire che in ogni caso non sia possibile terminare un contratto senza ricorrere ad un giudice?
Mi pare che anche qui sia stato detto che è possibile invece.

Non sto a ripetere quanto già detto in merito alle varie ipotesi

Tu Uva mi hai dato molti consigli utili e per questo ti ringrazio. E' comprensibile che ora il discorso inizi a stancarti e non vorrei che tu ti sentissi obbligata a rispondere solo per cortesia.
Penso che su questo forum ci siano molti utenti, forse anche qualche avvocato. I forum sono fatti per porre quesiti, questo è quello che sto facendo.
A volte per comprendere bene una cosa occorre ripetere più volte la stessa domanda ma in modo differente. Tu hai dato sicuramente il contributo maggiore a questa discussione, forse qualcuno potrebbe aggiungere ancora qualcosa. Dopotutto i miei dubbi non mi sembrano cosi particolari, sicuramente possono valere anche per molte altre situazioni simili alla mia.

chiedere la risoluzione a fronte della clausola risolutiva, equivale a disdettare unilateralmente il contratto

Questo è importante! Grazie Basty. Può benissimo essere che sia già stato detto ma io non lo avevo capito. Ora tu lo hai detto in modo molto chiaro e inequivocabile.
E questo risponde bene alla mia precedente domanda: alla luce di questo la disdetta da parte del conduttore è certamente un vantaggio non indifferente.
Ma visto che hai colto cosi bene il punto ora ti chiedo di spiegare a me novellina ancora una cosa che ancora non ho ben messo a fuoco:
E' possibile fare una risoluzione consensuale che non comporti la disdetta da parte di nessuno, oppure nei fatti la risoluzione consensuale deve per forza essere resa effettiva e ufficializzata tramite la disdetta del conduttore?
Si tratta di un dettaglio ma per me è importante capire questa cosa.

Grazie a tutti e ciao.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
Penso che su questo forum ci siano molti utenti, forse anche qualche avvocato. I forum sono fatti per porre quesiti, questo è quello che sto facendo.
Sì, certo, fai bene ad insistere nel porre i quesiti. Come in tutti i Forum, anche qui ci sono persone competenti e persone che scrivono senza precisare i fondamenti giuridici delle loro affermazioni. Le risposte a volte sono giuste, altre volte dubbie, altre ancora decisamente sbagliate.

Tu hai dato sicuramente il contributo maggiore a questa discussione, forse qualcuno potrebbe aggiungere ancora qualcosa.
Ti ringrazio per l'apprezzamento, e lascio la parola a chi vorrà continuare la discussione!
 

Aidualc

Membro Attivo
Professionista
Troppo enigmatica questa frase
Parlavo più in generale. Esempio. Il contratto termina per, ad esempio, dusdetta del conduttore. E se poi non esce? Alla brutta devi andare per vie legali per riavere il tuo immobile. Altro esempio. Facciamolo inverso. Deposito cauzionale: il locatore lo trattiene a copertura, a suo avviso, di danni. Non li dimostra, non produce fatture, ma non rende nulla all'inquilino. Per legge non può farlo. Ma nel caso in cui non renda i soldi, all'inquilino non restano che le vie legali per riaverli indietro.

E' possibile fare una risoluzione consensuale che non comporti la disdetta da parte di nessuno, oppure nei fatti la risoluzione consensuale deve per forza essere resa effettiva e ufficializzata tramite la disdetta del conduttore?
Ripeto, verba volant, scripta manent. Che sia una lettera di disdetta (che può benissimo essere accettata dal locatore in termini più brevi dei classici 6 mesi) o che si una risoluzione consensuale controfirmata dalle parti nel momento del rilascio dell'immobile, va bene comunque. Ma qualcosa di scritto, se la situazione è un po' ballerina, è d'obbligo.
Un foglio firmato dall'inquilino, con l'impegno a liberare l'immobile, mi pare doveroso.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
qui ci sono persone competenti e persone che scrivono senza precisare i fondamenti giuridici delle loro affermazioni.
Questo è importante! Grazie Basty. Può benissimo essere che sia già stato detto ma io non lo avevo capito. Ora tu lo hai detto in modo molto chiaro e inequivocabile.
Uva ha perfettamente ragione. E aggiungo per Artemisia che la mia è solo una mia personale deduzione logica. (almeno secondo la MIA logica).
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
la mia è solo una mia personale deduzione logica. (almeno secondo la MIA logica).
Siccome so che @basty è persona attenta e preparata, mi permetto di fargli la seguente osservazione.
Stiamo parlando di un conduttore che ha diritto, nei casi previsti dalla legge, all'indennità per perdita di avviamento (art. 34 l. 392/1978).
Secondo l'orientamento prevalente la rinuncia preventiva a tale indennità da parte del conduttore è nulla, in quanto vìola l'art. 79 l. 392/1798. Sappiamo che esistono sentenze per le quali invece una rinuncia successiva è legittima.

Se parliamo di risoluzione consensuale del contratto di locazione, si potrebbe supporre che tale rinuncia espressa in quel momento sia legittima, ma ne siamo sicuri?
Non so se e come @ArtemisiaX abbia preparato una bozza della risoluzione consensuale da sottoporre al suo inquilino, e cosa abbia scritto in merito alla rinuncia dell'indennità da parte del conduttore.
Forse è opportuno che se si vuole procedere con una risoluzione consensuale, l'accordo venga redatto da un avvocato esperto di locazioni commerciali. E ci si aspetti un'eventuale presa di posizione opposta dall'avvocato della controparte.

Io rimango dell'idea che lo sfratto per morosità (visto che nel caso in esame c'è morosità) è la strada più lineare per ottenere i seguenti risultati: risolvere il contratto tramite convalida del giudice senza rischiarne la "resurrezione" dopo essersi avvalsi della clausola risolutiva espressa, non pagare più le imposte sui canoni non percepiti dalla risoluzione in poi, non dover riconoscere al conduttore l'indennità per perdita di avviamento, ottenere lo sgombero tramite ufficiale giudiziario se il conduttore non ottempera spontaneamente.

Però rispetto l'opinione di chi, volendo risparmiare il costo della pratica legale, preferisce fare da solo. Mi auguro sia consapevole che eventuali errori possono ritardare e/o rendere costoso il raggiungimento del risultato atteso.
 

ArtemisiaX

Membro Attivo
Proprietario Casa
Le risposte a volte sono giuste, altre volte dubbie, altre ancora decisamente sbagliate.

Bene, ma se la metti così allora mi viene da dire: ma che ci stiamo a fare sui forum?
Certo che non ci si può fidare di qualsiasi risposta, ma persino i professionisti a volte dicono cose sbagliate.
Le informazioni vanno verificate, non sempre questo è semplice ma anche "sentire molte campane" è un modo per avvicinarsi alla verità.
P.S. non sentirti obbligata a rispondere.

E se poi non esce? Alla brutta devi andare per vie legali per riavere il tuo immobile.

Su questo siamo d'accordo. Penso che cercando nella discussione ci siano frasi mie che lo possono confermare. Io però non mi metto a cercarle.
Tu forse sei entrato ora nella conversazione e ti sei perso qualche passaggio, ma il nocciolo della questione era: "se sia possibile risolvere il contratto senza l'intervento di un giudice e possibilmente di un avvocato".
Quindi "se sia possibile" non significa che sia la cosa migliore o comunque migliore per tutti i casi, significa solo che esiste la possibilità e se una possibilità esiste bisogna valutarla.
Altrimenti si dice: impossibile risolvere un contratto senza avvocato ecc..
Al momento io ho sentito molte volte dire che "è meglio" affidarsi ad un avvocato, che "è meglio" passare per un atto del giudice, ma nessuno ha detto che "è obbligatorio".
Questa incertezza permanente nelle faccende legali comincia ad irritarmi. Ho la sensazione di un inutile complessità che pare serva unicamente a dare lavoro alla gente del settore.
Sarebbe sufficiente dire che quello che è scritto su una carta, e controfirmato, valga come regola, se uno ha sbagliato perché il contratto è troppo svantaggioso per lui, poteva leggerselo meglio prima.
Non capisco per quale motivo un contratto che impone alle controparti di attenersi ad alcune regole nel momento in cui viene violato non decade semplicemente come di fatto in esso stesso è dichiarato.
Tutte le giustificazioni sulla necessità di questa perenne cortina fumogena sono banali sciocchezze. La semplice verità è che in questo fango a qualcuno piace troppo sguazzare, perché gli rende molto.
La legge con la giustizia non è nemmeno lontanamente imparentata.

Un foglio firmato dall'inquilino, con l'impegno a liberare l'immobile, mi pare doveroso.

Certo, mi sembra giusto, tu hai sottolineato molto questo aspetto, evidentemente qualcosa di quello che hai letto ti ha fatto pensare che non fosse nelle mie intenzioni. Ti assicuro che è nelle mie intenzioni.

QUOTE="basty, post: 375012, member: 35382"]
E aggiungo per Artemisia che la mia è solo una mia personale deduzione logica.
[/QUOTE]

Questo invece no va affatto bene. Scusa Basty, non è che io sia contro le deduzioni logiche, ma occorre sempre dichiararle esplicitamente. Se tu mi dici: "le cose stanno così e così.." io ti prendo in parola, perché sembra che tu sia certo di quello che dici.
Se la tua è una deduzione dovresti dire:"secondo me...ma non lo posso dire per certo".
Io credo che nel mondo ci sia un grande caos proprio perché un sacco di gente fa affermazioni sulla base delle proprie deduzioni ma riportandole come se si trattasse di fatti certi.
Ho detto prima che la legge con la giustizia non è imparentata, ma nemmeno con la logica è proprio legata stretta.
Di conseguenza le deduzioni sono abbastanza inutili.


Io rimango dell'idea che lo sfratto per morosità (visto che nel caso in esame c'è morosità) è la strada più lineare

Bene, ora sappiamo esattamente quale è la tua posizione. Tu in pratica non ti fidi delle risoluzioni che non sono determinate dalla sentenza di un giudice.
Mi domando se questo timore derivi da qualche brutta esperienza vissuta in proprio o se è nata in te discutendone, magari con degli avvocati.
Ho sentito in un film dire che gli avvocati sono maestri nell'arte di sollevare un dubbio. Il discorso era riferito all'ambito penale e in particolare al tentativo di evitare una condanna al cliente.
Probabilmente questa attitudine la conservano anche nei confronti del cliente stesso, nel momento in cui questo inizia a fare loro domande per comprendere la sua situazione.
Sempre da questo ultimo intervento mi par di capire che sia proprio la questione dell'indennità a preoccuparti maggiormente a parte la ormai familiare ipotesi dell'inquilino moroso che resuscita il contratto in extremis durante la sentenza di sfratto, trovando non si capisce dove, 12 mensilità arretrate in una notte.
Tra l'altro, dalla tua allusione alla mia bozza per la risoluzione, ne ricavo l'idea che se non viene espressamente dichiarato che il conduttore all'atto di apporre la firma rinuncia all'indennità di avviamento, in un momento successivo potrebbe rivendicarla.
Ma in che modo dovrebbe rivendicarla? Evidentemente dovrebbe a questo punto lui adoperarsi per ottenere un'udienza in tribunale.
Ma a me pareva di aver capito dal precedente intervento di Basty che è l'unilateralità della decisione da parte del locatore a determinare il diritto e quindi la presenza di una carta che afferma che si tratta di una decisione condivisa dovrebbe fare automaticamente decadere tale diritto.
La cosa diventa ancora più evidente se per accordo alla fine è il conduttore a dare ufficialmente disdetta, visto che così facendo non è in alcun modo possibile far passare per valida la tesi della decisione da parte del locatore.
Però a quanto pare non è così, perché un sentenza dice questo e un'altra sentenza dice quello...
Quindi bisogna affidarsi con timore reverenziale ad un avvocato che come un padre benevolo saprà guidarci verso la migliore soluzione possibile.
Il fatto che una mattina un giudice si svegli e dica una cosa e il giorno dopo un altro giudice si svegli e dica il contrario per me in un mondo di persone intelligenti farebbe si che i due giudici suddetti finissero a pulire le strade il terzo giorno.
Non so se avete mai letto Fontamara di Ignazio Silone. Ecco, secondo me siamo a quel livello.

Per concludere Uva non è la persona adatta a rispondere a domande che riguardano un accordo condiviso, perché non è una soluzione che lei mette in pratica.
Quindi se c'è qualcuno che ha esperienza di questo mi piacerebbe saperne di più, altrimenti se nessuno qui lo ha mai fatto, possiamo considerare questa conversazione esaurita.
 

uva

Membro Storico
Proprietario Casa
P.S. non sentirti obbligata a rispondere.
No, non mi sento obbligata.
Per educazione rispondo quando vengo citata in una discussione.

Uva non è la persona adatta a rispondere a domande che riguardano un accordo condiviso, perché non è una soluzione che lei mette in pratica.
Direi piuttosto che non sono adatta a seguire i tuoi ragionamenti e rispondere alle tue domande. Non condivido alcune tue ipotesi e affermazioni, tipo quest'ultima:
la legge con la giustizia non è imparentata, ma nemmeno con la logica è proprio legata stretta.
ma mi permetto di osservare che in 40 anni di lavoro inerente le locazioni ho messo in pratica vari tipi di soluzioni, compresi gli accordi stragiudiziali. Studiando e confrontandomi con esperti della materia.

Concordo che anche per me
possiamo considerare questa conversazione esaurita.
 

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