Mi affaccio un pochino sbirciando, dopo aver letto vari interventi e a proposito delle storture delle leggi italiane che ti fanno anche dichiarare il falso.
Ma quando riguardo all'IMU lo
STATO (o chi per esso)
DELIBERA che due coniugi: Lucia Bianchi possiede al 100% una casa a Milano dove risiede anagraficamente e dimora e Mario Rossi possiede al 100% una casa a Torino dove risiede anagraficamente e dimora
- Su entrambi questi immobili potrà essere beneficiata l'aliquota agevolata e la detrazione
Ma non vi sembra una contraddizione a tutto quello che si è detto sinora?
Come fanno questi due coniugi ad avere contemporaneamente la residenza anagrafica e la dimora abituale col proprio nucleo familiare in due città e due case diverse?
Il Dl specifico non ha complicato pesantemente le cose?
Jerri48 non credo sia possibile la doppia residenza perchè uno dei due dovrà denunciare di non essere più in quel nucleo familiare; nel caso da te esposto la Bianchi dovrà dichiarare all'anagrafe di vivere e dimorare solo a Milano ( e non anche a Torino)
Il marito solo a Torino e non anche a Milano...
Se in realtà uno dei due alloggi è concretamente un secondo alloggio a disposizione per usi vari
(ospitalità gratuita,comodato, villeggiatura...)
mentre l'altro, il primo, è concretamente abitato dai due coniugi, ebbene si tratta di una falsa dichiarazione che, se scoperta, porterebbe alla nullità della stessa. Col ripristino della residenza reale del "falsario/a".
Tutto questo non ci sarebbe se il m......legislatore non avesse per motivi demagogici o di superficiale impostazione imposto la suddivisone immobiliare così come la conosciamo e la subiamo. A parità di reddito il proprietario di prima e seconda casa vedrebbe diminuito il suo reddito NETTO SPENDIBILE e di fatto il tenore di vita a fronte dell'altro con solo la prima casa. L'esempio emblematico su cui impostare riflessioni e confronti dovrebbe essere questo: Tizio a 35 anni dopo dieci di lavoro dipendente ben remunerato compra
con 30% di mutuo la sua prima casa. contemporaneamente il collega Caio a parità di reddito compra un identico alloggio alle stesse condizioni. Dopo altri dieci anni, a mutuo estinto, sia Tizio che Caio hanno risparmiato
un bel gruzzoletto e Tizio lo investe per comprarsi sempre con un muto al 30% un alloggetto per la villeggiatura. Caio decide di non essere costretto alla villeggiatura nello stesso luogo sine die e investe il suo pari gruzzoletto in titoli non azionari. Tizio con l'acquisto della casa-vacanza ha contribuito notevolmente alle entrate dirette e indirette del fisco e lo farà anche per il futuro e per questo verso il suo reddito netto spendibile
risulterà inferiore a quello di Caio, come pure la sua disponibilità monetaria. Caio nel frattempo con una maggiore disponibilità reddituale (ha minori spese di Tizio) potrà permettersi consumi superiori e diversificati di Tizio. Uno di questi è l'acquisto di una seconda automobile (mentre Caio continua con una sola)...Con l'incongruenza che la seconda automobile non paga un bollo e assicurazione con una maggiorazione così come accade alla seconda casa. Ritornando alla seconda casa-vacanza di Tizio a me appare che il M.....o legislatore oltre a incrudelirsi su di lui, voglia recuperare in parte o del tutto le modeste (???) agevolazioni previste per la prima casa. A questo punto si può ben capire, comprendere e anche accettare che la moglie di Tizio apparentemente si distacchi dal nucleo
composto col marito e vada a vivere sola soletta nell'alloggio-vacanza, con la relativa registrazione ex-novo in quel luogo che spesso col tempo diventa meno ameno...Cosa ne dite??? QPQ.