Che la legge venga dichiarata incostituzionale, purtroppo, è solo una vaga speranza, e ha bisogno di almeno 3-4 anni. La sentenza di Napoli sarebbe importante, ma non ce n'è traccia, e per giunta sulla rete (e anche in questo forum, come ho visto sfogliandolo) operano persone che diffondono appositamente notizie false. L'Uppi ha solo espresso dei pareri, per voce dell' avv. Giacomo Carini, che non hanno alcun valore giuridico, anzi: esprimono la voce dei 'privilegiati' proprietari. I casi sono uno diverso dall'altro, perché vanno dalla delazione vera e propria al contratto scritto ma non registrato, dal contratto registrato a un canone inferiore al contratto registrato dal proprietario prima dell'inquilino (che per molte agenzie delle entrate è bastato per rendere inapplicabile la legge, ma purtroppo per me non in tutte). Credo che le proposte di 'accordo', come per susyniky, siano le vie più ragionevoli che i giudici possano percorrere in questa confusione, ma c'è allora la mediaconciliazione. A Roma hanno applicato la legge, almeno in attesa di giudizio, e non hanno mai concesso lo sfratto, a Bologna hanno sfrattato immediatamente i denuncianti, che hanno messo i soliti proclami su facebook e siti web. Temo che in questo momento non ci sia altro da fare che rimettersi al giudizio, diverso in ogni sede, solo che questo può voler dire anni ed anni ed anni. Anche il SUNIA non è affatto compatto: mentre a Roma urlavano di denunciare sempre e comunque, nella più ragionevole e civile Parma chiedevano agli inquilini di cercare prima un accordo con i proprietari, e di denunciare solo dinanzi al netto rifiuto di questi ultimi di non registrare il contratto (eventualità che a me sembra davvero remota), sapendo che, sino alla Cassazione, possono accadere moltissime cose, e i denuncianti possono essere esposti a richiesta di risarcimento danni altissima. Oltretutto come si fa a vivere in una casa contro la volontà del proprietario? In questa desolazione, sono comunque d'accordo con Gidaviano.