Mi inserisco in questa discussione, e ritengo che siano state date risposte interessanti ma non del tutto corrette: se ci sono ulteriori riferimenti normativi prego segnalarmelo
Il testo di riferimento credo dovrebbe essereil DLgs 102/2014 Art. 9 c. 5 che riporto.
Per rispondere alle domande di
@JeanPaul concluderei che:
1) Non è necessario in generale sostituire i radiatori: in qualunque radiatore è possibile sostituire le saracinesche con valvole termostatiche. Anche per i ripartitori in genere esistono particolari staffe di adattamento per le varie tipologie di elementi radianti. Potrebbero esserci problemi per i modelli in lamiera in uso negli anni '30, ma credo non siamo in queste condizioni (ovviamente nulla vieta di sostituire i radiatori con modelli oggi più efficienti, ma è un altro discorso)
2) Chiedi vari preventivi a ditte qualificate
3) Oggi i ripartitori prevedono la lettura wireless: non è obbligatoria, difatti per vecchie installazioni non si sostituiscono. Ma sono sicuramente comodi e riducono i costi di lettura. La centralina è quindi necessaria/utile.
4) SW per la lettura e ripartizione: non è obbligatorio, ma altamente raccomandato, anche per non essere vincolati ad una ditta esterna che effettuerebbe le letture e riparti a pagamento. Potresti delegare la lettura ad una ditta esterna: spesso le stesse che realizzano l'impianto. Ma tieni presente che il SW si ripaga spesso in poco più di una annata, dipende dal nr di termosifoni/appartamenti da gestire: spesa circa €300 secondo fornitore.
5) Caldaia: nessuno chiede la sostituzione della caldaia: per quanto so vengono solo sostituite le pompe di circolazione con modelli adatti a lavorare con le termovalvole. Se si ritiene opportuno sostituire la caldaia con una a condensazione ad alta efficienza, sarà bene procedere anche ad un lavaggio dell'impianto ed a introdurre uno scambiatore, in modo da separare l'acqua circolante nei radiatori da quella circolante nella caldaia, la preserva da un più rapido deterioramento.
Per la messa a punto del sistema occorre un censimento e rilevazione dei radiatori, per permettere la parametrizzazione dei ripartitori. La contabilizzazione deve essere effettuata secondo la UNI10200: ciò comporta che un termotecnico sia in grado di calcolare e determinare il consumo involontario, e redigere le nuove tabelle di riparto: la parte variabile volontaria (secondo rilievi dei ripartitori) e la parte fissa (consumi involontari, dispersioni, rendimento caldaia, spese di manutenzione e conduzione ecc).
In genere il termotecnico redige un vero e proprio progetto di efficientamento generale: qui non so se sia obbligatorio. Certamente può essere utile siano rilevate a priori le criticità esistenti, soprattutto se le coibentazioni fra le varie unità immobiliari sono carenti o assenti, in modo da tenerne conto o provvedere a priori.
Il termotecnico è un tecnico in grado di dimensionare e progettare un impianto di riscaldamento, una coibentazione, ecc
Purtroppo hanno abilitato a certificare le APE molti altri diplomati/laureati che non hanno sempre la medesima competenza. (periti agrari, geometri ecc).
Una osservazione sorprendente (almeno per me): ho postato apposta l'art. 5: come potete leggere l'obbligo della termoregolazione (=termovalvole) sembra esserci solo in condomini dove occorra procedere alla lettura indiretta (=ripartitori), come si evince dal comma 5 punto c)
Nei casi dove sia possibile installare veri e proprio contatori termici individuali =(distribuzione orizzontale ad anello) questo non sembra richiesto. (comma 5 b)
Alquanto equivoca è la prescrizione al comma 5 a): prevede la ulteriore presenza di un contatore termico generale: nonostante l'ambito di applicazione descritto inizialmente coincida approssimativamente col punto 5b) sembra riferirsi con la precisazione finale solo all'ambito di un teleriscaldamento o comunque ad un servizio/contratto di fornitura di energia.