quiproquo

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Cos'è un aforisma... una metafora...un panegirico...o cos'altro???...Qualunque cosa sia, l'ideatore voleva "berlinare" o denigrare il potente di turno...sia esso un preside, e quindi per estensione al DIRIGENTE, sia un politico...E' l'eterno dissenso fra chi sta sotto con chi sopra di lui si trovi in una qualunque scala gerarchica specifica settoriale, e più genericamente in quella socio-culturale.

Che ci saranno quindi, come spesso afferma Daniele, degli incapaci o inetti in posti di responsabilità è accertato da una abbondante casistica...pur tuttavia l'asserzione di partenza (chi sa fa ecc...) che apre e giustifica le successive tre è priva di un serio contenuto analitico, come spero di dimostrare con due esempi. Musicista e Pescatore.

Tutti i musicisti da sempre, dai più grandi (Vivaldi, Bach, Mozart, Beethoven, e mille altri) ai più piccoli come qpq (sono milioni) oltre a comporre e suonare o cantare o danzare hanno sempre anche insegnato trasmettendo agli allievi oltre la tecnica di base comune anche quanto di impostazioni e varianti personali siano maturate nel tempo. Quindi è impensabile che (secondo concetto) chi non sa suonare, per esempio il violino, possa poi insegnarlo a chicchessia...di conseguenza chi sa...oltre a fare insegna pure...e non potrebbe essere diversamente...salvo un abusivismo da cerebro-leso...

Il Pescatore che si è costruito una diversa canna da pesca e con quella FA' il pescatore, prima o dopo trasmetterà ad altri le sue conoscenze sia costruttive ( la canna), sia di tecnica "pescatoria", Il piccolo qpq qui presente, che i pescatori li ha visti nei quadri, non potrebbe mai insegnare nè a fare la canna, nè a gettarla nel fiume...quindi chi non sa non insegna...esattamente il contrario dell'asserzione buontempista...

Per deduzione logica il terzo e il quarto concetto non avrebbero senso...pur tuttavia
non è impossibile,anzi non è raro, che un dirigente e un politico sia incompetente della materia affidata al ruolo che gli è stato assegnato...Per esempio l'amministratore o il direttore generale di un grande ospedale può anche non essere un medico come pure il direttore amministrativo e del personale di una grande manifattura (tessuti, ceramiche ecc...) può non avere competenza di quella specifica tecnica...col tempo però, se non è un gonzo, qualcosa imparerà da chi
"SAPENDO" glielo "INSEGNERA' "...o lo apprenderà per meccanismi imitativi.

Ora, alla fine di questo mio panegirico del PANEGIRICO mi limito a dire e a ribadire che, pur conoscendola, non l'ho mai detta e mai la dirò pensando o indirizzandola a personaggi noti o meno noti. Perchè se sei capace, prima o dopo
ci arrivi... se invece sei incapace tale resti e ti sposti di poco dal palo di partenza.
Cordiali saluti da QPQ.
 

Daniele 78

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Cos'è un aforisma... una metafora...un panegirico...o cos'altro???...Qualunque cosa sia, l'ideatore voleva "berlinare" o denigrare il potente di turno...sia esso un preside, e quindi per estensione al DIRIGENTE, sia un politico...E' l'eterno dissenso fra chi sta sotto con chi sopra di lui si trovi in una qualunque scala gerarchica specifica settoriale, e più genericamente in quella socio-culturale.

Che ci saranno quindi, come spesso afferma Daniele, degli incapaci o inetti in posti di responsabilità è accertato da una abbondante casistica...pur tuttavia l'asserzione di partenza (chi sa fa ecc...) che apre e giustifica le successive tre è priva di un serio contenuto analitico, come spero di dimostrare con due esempi. Musicista e Pescatore.

Tutti i musicisti da sempre, dai più grandi (Vivaldi, Bach, Mozart, Beethoven, e mille altri) ai più piccoli come qpq (sono milioni) oltre a comporre e suonare o cantare o danzare hanno sempre anche insegnato trasmettendo agli allievi oltre la tecnica di base comune anche quanto di impostazioni e varianti personali siano maturate nel tempo. Quindi è impensabile che (secondo concetto) chi non sa suonare, per esempio il violino, possa poi insegnarlo a chicchessia...di conseguenza chi sa...oltre a fare insegna pure...e non potrebbe essere diversamente...salvo un abusivismo da cerebro-leso...

Il Pescatore che si è costruito una diversa canna da pesca e con quella FA' il pescatore, prima o dopo trasmetterà ad altri le sue conoscenze sia costruttive ( la canna), sia di tecnica "pescatoria", Il piccolo qpq qui presente, che i pescatori li ha visti nei quadri, non potrebbe mai insegnare nè a fare la canna, nè a gettarla nel fiume...quindi chi non sa non insegna...esattamente il contrario dell'asserzione buontempista...

Per deduzione logica il terzo e il quarto concetto non avrebbero senso...pur tuttavia
non è impossibile,anzi non è raro, che un dirigente e un politico sia incompetente della materia affidata al ruolo che gli è stato assegnato...Per esempio l'amministratore o il direttore generale di un grande ospedale può anche non essere un medico come pure il direttore amministrativo e del personale di una grande manifattura (tessuti, ceramiche ecc...) può non avere competenza di quella specifica tecnica...col tempo però, se non è un gonzo, qualcosa imparerà da chi
"SAPENDO" glielo "INSEGNERA' "...o lo apprenderà per meccanismi imitativi.

Ora, alla fine di questo mio panegirico del PANEGIRICO mi limito a dire e a ribadire che, pur conoscendola, non l'ho mai detta e mai la dirò pensando o indirizzandola a personaggi noti o meno noti. Perchè se sei capace, prima o dopo
ci arrivi... se invece sei incapace tale resti e ti sposti di poco dal palo di partenza.
Cordiali saluti da QPQ.
Nella politica è un concetto più che valido, diciamo che nella "civiltà comune" c'è più selezione che nella politica pur permanendo delle sacche d'incapacità totali. Poi esiste un'altra categoria di persone (e molti degli insegnanti che ho avuto a scuola ci rientrano) dove pur conoscendo la materia non riescono a trasmetterla adeguatamente (vuoi per scarsa pazienza verso gli studenti, poca voglia oppure per scarsa predisposizione all'insegnamento). Quando insegni a qualcuno una materia scolastica o peggio l'arte della musica, della danza della pittura e scultura, o l'arte marziale devi essere molto portato per insegnare (paziente, tollerante, disponibile) verso l'allievo; naturalmente oltre ad essere molto preparato in quello che insegni e pur essendo molto severo quando necessita.
Il mio ultimo insegnate di AM mi diceva sempre :" io per quanto possa fare bene posso darti un 50% il resto devi mettercelo tu con volontà, impegno" io aggiungo che: " anche un gran talento senza voglia e perseveranza non serve nulla, è solo un gran talento sprecato".
 

quiproquo

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Nella politica è un concetto più che valido, diciamo che nella "civiltà comune" c'è più selezione che nella politica pur permanendo delle sacche d'incapacità totali. Poi esiste un'altra categoria di persone (e molti degli insegnanti che ho avuto a scuola ci rientrano) dove pur conoscendo la materia non riescono a trasmetterla adeguatamente (vuoi per scarsa pazienza verso gli studenti, poca voglia oppure per scarsa predisposizione all'insegnamento). Quando insegni a qualcuno una materia scolastica o peggio l'arte della musica, della danza della pittura e scultura, o l'arte marziale devi essere molto portato per insegnare (paziente, tollerante, disponibile) verso l'allievo; naturalmente oltre ad essere molto preparato in quello che insegni e pur essendo molto severo quando necessita.
Il mio ultimo insegnate di AM mi diceva sempre :" io per quanto possa fare bene posso darti un 50% il resto devi mettercelo tu con volontà, impegno" io aggiungo che: " anche un gran talento senza voglia e perseveranza non serve nulla, è solo un gran talento sprecato".
Sono del tutto d'accordo. E' un altro aspetto della "faccenda"... e va a rafforzare
la mia riflessione precedente. In quanto, mentre uno "CHE SA" potrebbe non essere in grado di insegnare compiutamente...uno CHE NON SA non lo può proprio fare...
Ed è esattamente il contrario di quello che voleva dimostrare la sciocca "filastrocca"
diventata popolare anche per il contributo di ceti medio-alti a cui fa comodo ricorrere
per ammiccare alle spalle del concorrente o del proprio superiore...Chi vuol capire, capisca...altrimenti fatevi prestare un pò di frecce da Arciera e trafiggetemi
fradJACOnamente....Grazie. qpq.
 

condobip

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Non serve un bel piffero sapere se non sai insegnare.
Concordo pienamente, sapere è una cosa insegnare è un'altra, uno può sapre molte cose (metti ad esempio me :^^: ), ma non saprei insegnare un piffero (per rimanere a tema), avevo provato con mio nipote quando non comprendeva la geometria, con schemi e sistemi appresi dai miei insegnati, ma visto che il mio metodo non funzionava e mio nipote non comprendeva la geometria ho preferito coltivare le radici quadrate :confuso:
Scusate il paradosso ma la storia è vera, io conoscendo la geometria cercavo di impartire lezioni a mio nipote, ma non avendo le basi dell'insegnamento non ci sono riuscito.
 
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JERRY48

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preferito coltivare le radici quadrate
Ti sei salvato in calcio d'angolo, come il Real Madrid ieri...
I politici come Berlinguer, Cossiga, Moro, Fanfani ecc...ecc...erano bravissimi politici, grandi parlatori, imbonitori, preparatissimi in italiano, greco, latino, storia, storia dell'arte, Prodi di biciclette solo ( infatti si sono visti i risultati!!!) ma non capivano un'hacca dell'economia e per "programmare" avevano uno stuolo di consulenti.
 

sergio gattinara

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Scioca filastrocca? non direi
Trascrivo un articolo letto tempo fa
INIZIA
Continuano i monotoni rintocchi delle campane a morto per lo sgonfiamento di quella bolla che va sotto il falso nome di “nuova economia” – e gli scomposti sussulti dei mercati finanziari sempre più in preda a onde speculative. Lasciamo che gli orfani di previsioni insensate continuino a recitare le loro smarrite orazioni in un confuso funerale del nulla. Proviamo, invece, a guardare qualche anno più indietro. E scoprire quanto possano esserci utili, nella situazione di oggi e di domani, alcune “leggi” su cui non si ragiona abbastanza spesso – o abbastanza a fondo.



Le leggi di cui vorrei parlare sono quattro. Diverse fra loro, ma accomunate da un’intenzione precisa: spiegare perché le cose non funzionano. Da ognuna si possono trarre insegnamenti pratici di grande attualità.



La Legge di Murphy

La Legge di Murphy è tutt’altro che nuova (è nata nel 1949 – ma naturalmente era vera, e dimostrata dai fatti, anche migliaia di anni prima). Non è mai stata enunciata come “legge” scientifica, ma ha avuto un’infinità di varianti e corollari (talvolta solo umoristici, spesso concretamente significativi).

Come sappiamo, la Legge di Murphy dice che se qualcosa può andare storto lo farà – nel momento peggiore possibile. In un’epoca di gestioni frettolose e di tecnologie pasticciate i suoi effetti tendono a moltiplicarsi.

La sua utilità pratica sta nel tenerne conto – e sviluppare strategie e progetti con la necessaria flessibilità. L’internet, con la sua possibilità di continua verifica, è particolarmente adatta allo scopo.



La Legge di Parkinson

La Legge di Parkinson (1958) spiega come un’organizzazione cresca indipendentemente dalla quantità di lavoro che deve svolgere. In un’epoca in cui le riduzioni di personale sono un frequente strumento per far crescere i profitti (e le fusioni, acquisizioni o concentrazioni si traducono quasi sempre in “tagli” di struttura) accade anche il contrario: cioè che le dimensioni delle organizzazionidiminuiscano per motivi non funzionali – e spesso senza correggere il sovraccarico di funzioni inutili e ingombranti. Questa bizzarra mescolanza di bulimia e anoressia è uno dei malanni più gravi che affliggono le organizzazioni (pubbliche o private) e specialmente le più grandi.

Ma più che l’enunciato della “legge” contano le molte acute osservazioni di Cyril Northcote Parkinson sui difetti e sui problemi delle organizzazioni. Il suo libro merita una rilettura attenta nella situazione di oggi. Oltre a essere profondamente serio nei contenuti è anche una lettura piacevole e divertente.



Il Principio di Peter

Il Principio di Peter (1969) dice che in un’organizzazione “meritocratica” ognuno viene promosso fino al suo livello di incompetenza. Cioè se una persona sa fare bene una certa cosa la si sposta a farne un’altra. Il processo continua fino a quando ognuno arriva al livello di ciò che non sa fare – e lì rimane.

La situazione oggi è ancora più grave di come la descriveva Laurence Peter trent’anni fa – perché il concetto di “merito” è sempre più confuso. Le “promozioni” sono spesso dovute alla protezione di potenze oligarchiche, al gioco delle apparenze o a intrighi che hanno poco a che fare con la “competenza”.

Ed è purtroppo confermato dai fatti che molte imprese hanno gestito le aree “nuove” in modo distratto e superficiale, spesso assegnando a quel compito le persone meno adatte – nella sciocca convinzione che “la crescita comunque aggiusta tutto”. I risultati sono quelli che vediamo.

Vedi a questo proposito Le Leggi di Cipolla

Infine... ci sono le “Leggi fondamentali della stupidità umana” così ben definite nel 1988 da Carlo Cipolla. È sempre stato evidente che la stupidità è la più grande forza distruttiva da cui sia mai stato afflitto il genere umano. Oggi aggravata da una “cassa di risonanza” mondiale per cui qualsiasi sciocchezza, se ripetuta abbastanza spesso, assume l’apparenza di un’indiscutibile verità.

Sta a ognuno di noi valutare come difenderci non solo dai mostruosi danni che produce la stupidità altrui, ma anche dalle conseguenze di quella personale stupidità da cui tutti, in qualche modo, siamo più o meno afflitti. Lo stupido più pericoloso è quello che non si accorge di esserlo. E quando la stupidità umana viene moltiplicata ciecamente dalle tecnologie...

Ma naturalmente possiamo mettere le tecnologie al servizio dell’intelligenza se usiamo efficacemente l’internet per verificare
FINISCE
Buona lettura
 

condobip

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Tornando alle basi della geometria, fai capire ad un ragazzino il perchè il volume della sfera si ricava semplicemente con;

4/3 Pi greco raggio x 3
 
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quiproquo

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Concordo pienamente, sapere è una cosa insegnare è un'altra, uno può sapre molte cose (metti ad esempio me :^^: ), ma non saprei insegnare un piffero (per rimanere a tema), avevo provato con mio nipote quando non comprendeva la geometria, con schemi e sistemi appresi dai miei insegnati, ma visto che il mio metodo non funzionava e mio nipote non comprendeva la geometria ho preferito coltivare le radici quadrate :confuso:
Scusate il paradosso ma la storia è vera, io conoscendo la geometria cercavo di impartire lezioni a mio nipote, ma non avendo le basi dell'insegnamento non ci sono riuscito.
Però, potendo vantare la conoscenza o la padronanza della materia geometrica, almeno ci hai provato...o no??? Comunque, anche la tua testimonianza rafforza le mie riflessioni precedenti atte a dimostrare l'insulsità della popolare e piacevole "filastrocca"...Buona per battute da Bar o da mensa aziendale...non tanto per nobili siti come Propit...Mi sbaglio??? qpq.
 

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