Se il venditore è un’impresa, la regola generale è che la cessione è esente da IVA. Pertanto, in questo caso, dovresti pagare:
- l’imposta di registro in misura proporzionale del 9% (che non può comunque essere di importo inferiore a 1.000 euro);
- l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
- l’imposta catastale fissa di 50 euro.
Tuttavia, l’IVA si applicherebbe se:
- la cessione è effettuata da un'impresa costruttrice o di ripristino dei fabbricati entro 5 anni dall’ultimazione della costruzione o dell’intervento, oppure anche dopo i 5 anni, se il venditore sceglie di assoggettare l’operazione a IVA (la scelta va espressa nell’atto di vendita o nel contratto preliminare);
- la cessione è di fabbricato abitativo destinato ad alloggio sociale, per la quale il venditore sceglie di sottoporre l’operazione a IVA (anche in questo caso, la scelta va espressa nell’atto di vendita o nel contratto preliminare).
In questi casi, oltre all'IVA (e nel caso da te ipotizzato, non trattandosi di fabbricato classificato nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, è con l'aliquota del 10%), dovresti corrispondere:
- l’imposta di registro fissa di 200 euro;
- l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro;
- l’imposta catastale fissa di 200 euro.
La base imponibile su cui calcolare l’IVA è costituita dal prezzo della cessione (quindi su un imponibile di 200.000 euro, l'IVA è di 20.000 euro).
Se invece il venditore è un privato, dovresti pagare:
- l’imposta di registro proporzionale del 9% (che non può comunque essere di importo inferiore a 1.000 euro);
- l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro
- l’imposta catastale fissa di 50 euro.
Quando la vendita non è soggetta a IVA, ma all'imposta di registro, la base imponibile delle imposte di registro può essere determinata con il sistema del "prezzo-valore" (se sei un privato che non agisce nell’esercizio di attività commerciale, artistica o professionale, e richiedi esplicitamente al notaio, all’atto della compravendita, l’applicazione della regola del prezzo-valore). La base imponibile in questo caso è costituita dal valore catastale del fabbricato, determinatata moltiplicando la rendita catastale (rivalutata del 5%) per il coefficiente 120 (trattandosi di seconda casa).
Quindi, se per esempio il fabbricato avesse una rendita catastale di 800 euro, la base imponibile su cui applicare l’imposta di registro del 9% sarebbe pari a: 800 x 1,05 x 120 = 100.800 euro.
Pertanto, l’imposta di registro dovuta sarebbe di 9.072 euro (100.800 x 9%).
Senza l’applicazione della regola del prezzo-valore, l’imposta dovrebbe essere calcolata sul valore pattuito (200.000 euro) e sarebbe quindi di 18.000 euro (200.000 x 9%).
Oltre alle imposte, dovrai ovviamente pagare anche l'onorario del notaio. Per questo, dovrai chiedere preventivi a più notai. Nel caso l'acquisto sia effettuato con il sistema del prezzo-valore, la legge prevede una riduzione del 30% dell'onorario.