Elisabetta48

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Proprietario Casa
laddove il riscaldamento è a pavimento
Cosa mi dite del riscaldamento a pavimento? Tantissimi anni fa in un palazzo che stavano costruendo lo avevano messo ed era vista come una grande novità. Se non che poi le persone lamentavano disturbi alla circolazione e gonfiori alle gambe. E' ancora così o è stato cambiato/migliorato qualcosa?
 

Hug

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Proprietario Casa
Ma io chiedevo lumi sulla affermazione che possa aumentare sensibilmente il costo del riscaldamento.....
Se non si cambiano gli infissi e
Questo "fenomeno" quale spiegazione scientifica avrebbe?
Se è vero che la temperatura dell'acqua uscente dalla caldaia a condensazione è inferiore a quella dell'acqua uscente di una caldaia non a condensazione, ceteris paribus la potenza termica ceduta all'ambiente nel primo caso è inferiore. Quindi può accadere che con una caldaia tradizionale la temperatura ambiente può arrivare e superare 20 °C mentre con una caldaia a condensazione la temperatura ambiente può non arrivarci (e hai voglia a mettere la valvola termostatica in posizione 5: non ci si riesce).
 

Hug

Membro Attivo
Proprietario Casa
Cosa mi dite del riscaldamento a pavimento? Tantissimi anni fa in un palazzo che stavano costruendo lo avevano messo ed era vista come una grande novità. Se non che poi le persone lamentavano disturbi alla circolazione e gonfiori alle gambe. E' ancora così o è stato cambiato/migliorato qualcosa?
Il problema sanitario è stato risolto riducendo le temperature dell'acqua. Il problema è invece l'inerzia termica tipica di questo sistema. Se uno deve stare fuori parecchie ore spegne l'impianto, ma il calore contenuto nell'acqua presente nella serpentina è tanto e allora c'è un comprensibile spreco.
In Germania pare che sia molto usato.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
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Suona tanto privo di veridicità....ma tanto!!!
è sufficiente che ti vada a guardare la resa termica dei vecchi caloriferi in ghisa. Si presume che la quantità di calore ceduta dall'acqua alla ghisa, poi, per convenzione ed irraggiamento, venga ceduta all'aria. Con le vecchie caldaie che scaldavano il fluido termovettore a 75/85 gradi c'erano tre rendimenti in Watt corrispondenti a tre Delta(t):40-50-60 gradi del fluido circolante nel calorifero. Più il Delta(t) è alto maggiore è la resa del calorifero. Oggi con le caldaie a condensazione che scaldano il fluido termovettore attorno ai 55/65 gradi puoi usufruire solo del rendimento corrispondente ad un delta (t) di 40 gradi altrimenti dovresti supporre che nel serbatoio di ritorno hai acqua a 5-15 gradi e se permetti l'acqua che circola nel ritorno di un impianto di riscaldamento non può avere una temperatura inferiore a quella che circola nella rete dell'acqua potabile.
Che poi la caldaia a condensazione consumi meno energia di una caldaia di vecchio stampo per scaldare l'acqua a 65 gradi non lo metto minimamente in dubbio.

La possibilità di abbinare una caldaia a condensazione a un sistema di riscaldamento a radiatori è una questione abbastanza controversa.
Alcuni installatori, infatti, sconsigliano la realizzazione di impianti di questo tipo, mentre altri la ritengono un’opzione assolutamente praticabile.
In ogni caso, la soluzione impiantistica unanimemente riconosciuta come la più efficiente, prevede l’accoppiamento tra una caldaia a condensazione e un sistema di riscaldamento a bassa temperatura, nello specifico pannelli radianti e ventilconvettori.

Passando poi all'atto pratico:
-mia sorella che sta a Milano con un impianto a colonne montati l'anno scorso, pur avendo avuto una temperatura ambiente inferiore rispetto a quella degli anni precedenti con la caldaia tradizionale, settando la termovalvola sulla quarta tacca, ha pagato un 20% in più delle gestioni passate. Quest'anno ha settato sulla terza tacca viaggia in casa imbacuccata per risparmiare (la vedo tramite Skype verso le 20:30 e le manca solo la papalina) ed ha rispolverato un vecchio plaid per quando vede la TV .
- ho un amico che sta a Milano che ha chiesto di poter aumentare il numero di radiatori per compensare il fatto che anche con la termovalvola settata alla massima apertura la casa rimane tiepida mentre prima era uno di quelli che si lamentava per l'eccessivo caldo.
- il mio dirimpettaio di Roma mi ha riferito che sia sua suocera che sua sorella, che abitano in palazzi diversi, si lamentano perché l'impianto non funziona più come una volta.
- anche un altro condomino del piano di sopra al mio mi ha detto che suo fratello per compensare accende diverse volte l'inverter del condizionatore.

tutto questo ti basta?
 

Dimaraz

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Proprietario Casa
Oggi con le caldaie a condensazione che scaldano il fluido termovettore attorno ai 55/65 gradi puoi usufruire solo del rendimento corrispondente ad un delta (t) di 40 gradi

Ma allora non è il fatto di montare una caldaia a condensazione che altera il rendimento dei termosifoni...bensì l'averla impostata ad una tempeatura inferiore di quella vecchia.
Ma solo un "scemo" tarerebbe la caldaia ad una temperatura inferiore a quella per la quale l'impianto radiante è progettato.
Nulla impedisce di usare una "condensazione" ad alte temperature...perderà buona parte del suo supposto "vantaggio" ma funziona comunque (e oltre tutto solo quelle vendono adesso).

Ciò detto, ma sempre a seconda della "potenzialità" dell'impianto radiante si può sopperire con più ore di funzionamento.

Quanto ai maggiori consumi di tua sorella rispetto alla gestione precedente e nonostante una temperatura inferiore...andrebbe appurato l' eventuale posizione "disagiata" e il fatto che i "vicini", ora che pagano anche a consumo, non adottino la stessa tecnica di tua sorella...abbassando le "tacche" pur di pagare meno.

E' come un cane che tenta di mordere la coda...più veloce la insegue e più veloce questa scappa.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Credo che quanto sopra si avvicini molto alla realtà..

Anni fa (era la mia prima esperienza) venne deliberata l'installazione della contabilizzazione nel condominio dove c'era l'abitazione dei miei: costruzione anni 60.
Al primo consuntivo l'ultimo piano si vide "raddoppiare" la spesa riscaldamento: non potevo certo ignorare una situazione del genere e non far nulla nei confronti del mio inquilino. Posi la questione in assemblea, portando anche delle simulazioni di prestazione energetica realizzate con il SW Docet dell'Enea, (non vigeva ancora la ACE, almeno per i contratti in corso) per sostenere la opportunità di isolare la soletta del sottotetto, e adottare una percentuale di spesa fissa non troppo bassa, per compensare la disomogeneità e mancanza di isolamenti reciproci fra le varie unità (non era ancora in vigore la Uni-10200). Ci furono posizioni a favore e contro: arrivammo ad un ragionevole compromesso: io nonostante 120 m/m avrei sostenuto metà della spesa, il resto del condominio si faceva carico della altra metà. E la percentuale fissa fu sperimentalmente portata al 40%.

Fatto l'intervento, il consumo totale condominiale ebbe un beneficio complessivo, se non ricordo male, attorno al 10%: e l'ultimo piano ritornò ad avere un consumo volontario/mc_riscaldato in linea con i piani inferiori: con una sorpresa.

Un alloggio centrale, ai piani intermedi, dove in passato si lamentavano del troppo caldo ed erano usi aprire le finestre, quell'anno si trovò circondato da due appartamenti sfitti e si trovò a sua volta a consuntivare un consumo quasi doppio rispetto agli anni precedenti.

Anche gli scettici hanno preso quindi atto che nell'impossibilità di procedere ad interventi a tappeto anche tra le pareti interne confinanti, era opportuno considerare una percentuale di consumo involontario non troppo bassa, in modo da "compensare gli scompensi". Per fortuna la compagine condominiale ha dimostrato un certo equilibrio e buonsenso nel giudizio e nelle decisioni.
 

Luigi Criscuolo

Membro Storico
Proprietario Casa
@basty i problema di mia sorella, che abita all'ultimo piano, è che la soletta del sottotetto è già isolata con i pannelli Isover da almeno 18 anni, cioè quando fu rifatto il tetto che era in lastre di amianto. Con l'occasione fu rimosso il materasso in lana di roccia che fu messo, sempre sulla soletta, almeno venticinque anni prima del rifacimento del tetto.
Comunque il problema è che prima della sostituzione della caldaia unica di tipo "marino" con una batteria di tre caldaie a condensazione (avvenuta tre agestioni di riscaldamento fa), sia mia sorella che altri condomini (sia dei piani alti che situati alle estremità dell'edificio) avevano confort e pagavano meno di quello che si trovano adesso.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
sia mia sorella che altri condomini (sia dei piani alti che situati alle estremità dell'edificio) avevano confort e pagavano meno di quello che si trovano adesso.
Non lo metto in dubbio: ma temo che le cause siano più complicate; sicuri che i tre moduli a condensazione abbiano la potenza necessaria? Magari sono sttete mal dimensionate e non sono più in grado di fornire le necessarie calorie.

In secondo luogo, la somma delle spese in condominio, è aumentata o diminuita?

Che si evidenzino squilibri tra le varie u.i. abbiamo già detto.
 

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