Non credo proprio che ci possano insegnare qualcosa i materialisti estremi americani in fatto di religiosità. Se i francesi sono i signori della cultura i tedeschi i signori della guerra e gli angloamericani i signori del commercio, noi italiani siamo i signori della religione. E siamo anche capaci di imparare dagli altri popoli. Perchè @
quiproquo non sei d'accordo con il consumo? bruttissimo l'usa e getta certamente, però la mente si apre (non far sapere al contadino...) come si apre quella dei signori e come si è aperta nei secoli quella di chi ha usufruito dei beni della terra prodotti da chi lavora. Gli stessi signori di oggi che hanno a disposizione aerei privati, elicotteri e dimore disseminate nelle varie capitali. Come ci insegna Gattinara "il loro petit monde"
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arciera. Uno dei tanti esempi di come si travisa un "messaggio"...Per favore almeno nel giorno di Pasqua abbassa il fuoco estremista che di tanto in tanto ti accende...E se proprio vuoi dissentire riporta con fedeltà
il cuore del messaggio che vuoi "demolire"..."Gli italiani signori della religione"??? Si' ...va bene...Ce lo dice la Storia e ..la presenza del Vaticano...Ma chi e quanti sono i connazionali che oltre alla pratica ecclesiale si nutrono intimamente della sua spiritualità...??? Quanti
di noi,in solitudine, ancora pregano appena svegli e prima di coricarsi??? Pochi...pochissimi...forse solo le suore nei monasteri di clausura... questo, naturalmente, vale, sia pure con gradazioni diverse, in tutto il mondo...E poi io mi riferivo ad un genere musicale che è nato subito dopo i Plantation Songs (...i lamenti degli schiavi nelle floride piantagioni americane...) nobilitandoli nella stesura e nella forma...
Siamo intorno ai primi anni del secolo scorso...E solo una forte, intima
individuale e collettiva spiritualità riusciva a lenire le brutalità (...frustate...) inflitte a quei poveracci sradicati dalle proprie terre native. Dove sia finita quella intensa spiritualità nessuno lo sa...forse
l'idolatria del consumismo ce lo potrà spiegare...ma non è compito
mio nè (forse) tuo. Riscambiamoci la buona Pasqua. QPQ.