Daniele 78

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E se lo dice una parte della magistratura che qualcosa nell'A.N.M, vorrà pur dir qualcosa, e se lo dice "altra-proposta" che ci sono giudici "politicizzati" (del resto era evidente dai loro comportamenti) non si corre il rischio di passare per eversivi o berlusconiani che l'attaccano indisciminatamente. Qualcosa di vero allora c'era in quel che diceva B. , pur con tutti i suoi difetti...e chi ha difeso estrenuamente il loro operato forse era " politicamente interessato" con loro.
 

arciera

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aggiungo al mio post precedente una considerazione doverosa. Come sai vi erano i guelfi bianchi e i ghibellini bianchi che a volte si trovavano sulla stessa barricata contro i guelfi neri e i ghibellini neri. Non si può proprio dire che i guelfi bianchi erano simili ai ghibellini bianchi se non perchè erano tutti e due ampiamente populisti e democratici contro il falso puritanesimo moralista interessato, aristocratico per giunta e per questo autoritario dei ghibellini neri e guelfi neri (mi sembra che la storia si ripete come dicevano i giganti)
 

Daniele 78

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@arciera per anni si è nascosto o si è ignorato il massacro delle Foibe poichè "i vincitori" han sempre fatto passare le foibe come un massacro di fascisti mentre in realtà era un massacro di Italiani, in quanto gli slavi (capitanati dal generale Tito) nel riprendere le terre occupate dal duce avevano cacciato gli italiani (fascisti e comunisti insieme) e li avevano infoibati. Sapete perchè non se ne parlò mai?? perchè il buon Palmiro Togliatti (capo del P.C.I) per non contraddire il buon generale Tito accosentì al massacro. Il problema è che bisognava "insabbiare" il tutto, negarlo e così per anni abbiamo ricordato i SOLO i morti delle fosse ardeatine e non quelli delle foibe ( come dire che esistono morti di serie A ed altri di serie B a seconda del colore politico dell'eccidio). Fortunatamente oggi si rende giustizia, e commemorazione anche ai morti delle Foibe (come è giusto che sia) avendo rivisto con occhio più critico e obbiettivo la storia come giusto che sia.
La Storia è sempre stata manipolata a piacimento dei vincitori ed è giusto narrare i fatti per come sono avvenuti per riportare ordine e giustizia anche per i morti "dimenticati" e magari fatti passare per criminali che han pagato la loro crudeltà con la vita.
 
J

JERRY48

Ospite
vuoi continuare nell'analisi?
Il crollo del blocco sovietico toglie alla lotta politica l'alibi dello scontro ideologico, che aveva
pietrificato ogni spinta al rinnovamento.
Questa nuova condizione politica libera, dai lacci che l'avevano condizionata, la magistratura, che
avvia il più vasto processo giudiziario che l'Italia ricordi e apre il vaso di Pandora della corruzione
strutturale esistente nel Paese.
Come già visto, alla fine degli anni '90, l'insofferenza nei riguardi dei politici trova una valvola di
sfogo nel comportamento di Cossiga. Il presidente della repubblica, sentendosi tradito dal suo partito, in
occasione della scoperta di Gladio, esce dalle righe dei suoi compiti istituzionali per assumere quelli del
tribuno della plebe, e, gioia e delizia dei media, inizia a "picconare" quelle istituzioni delle quali, per
decenni, è stato uno dei massimi rappresentanti. Egli dà luogo ad una lunga e durissima contestazione con
il Csm, critica apertamente la costituzione, si autodenuncia per Gladio.
«Francesco Cossiga era in quel momento il simbolo del diffuso desiderio di un uomo forte. Un uomo
forte alla testa di uno stato debole..."»
Il 26 giugno '91, Cossiga invia un messaggio alle camere: le ottantadue cartelle più dirompenti della
storia della repubblica. Cossiga parla di elezione diretta del capo dello stato, di sistema uninominale, di
referendum propositivi, e di riforme costituzionali. È il certificato della morte costituzionale della prima
repubblica; Andreotti si rifiuta di controfirmare il messaggio. I maggiorenti di tutti i partiti pensano che
Cossiga sia uscito di senno. Dopo il messaggio, i rapporti con la Dc precipitano; il 23
gennaio '92, Cossiga notifica il divorzio ufficiale dal partito.
In questo periodo si apre un ferrato dibattito tra i politologi; la disputa è se debba prevalere una
democrazia elettorale o una referendaria. La discussione nasce dal fatto che, in Italia, i cambiamenti o le
indicazioni più significative non sono venuti dai risultati elettorali ma da quelli referendari. Il problema
ha attinenza con il livello di informazione dei cittadini. I sostenitori della validità della prima e della
negatività della seconda si basano sul fatto che il cittadino, essendo poco o male informato, non è in
grado di decidere e quindi non può che delegare il potere decisionale. È probabile, d'altra parte, che in
uno stato moderno il cittadino non potrà essere sovrano, ma dovrà poter disporre di strumenti che gli
consentano di influire sulla sovranità mediante comportamenti collettivi, come i referendum o i
movimenti.
 

Daniele 78

Membro Storico
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@arciera per anni si è nascosto o si è ignorato il massacro delle Foibe poichè "i vincitori" han sempre fatto passare le foibe come un massacro di fascisti mentre in realtà era un massacro di Italiani, in quanto gli slavi (capitanati dal generale Tito) nel riprendere le terre occupate dal duce avevano cacciato gli italiani (fascisti e comunisti insieme) e li avevano infoibati. Sapete perchè non se ne parlò mai?? perchè il buon Palmiro Togliatti (capo del P.C.I) per non contraddire il buon generale Tito accosentì al massacro. Il problema è che bisognava "insabbiare" il tutto, negarlo e così per anni abbiamo ricordato i SOLO i morti delle fosse ardeatine e non quelli delle foibe ( come dire che esistono morti di serie A ed altri di serie B a seconda del colore politico dell'eccidio). Fortunatamente oggi si rende giustizia, e commemorazione anche ai morti delle Foibe (come è giusto che sia) avendo rivisto con occhio più critico e obbiettivo la storia come giusto che sia.
La Storia è sempre stata manipolata a piacimento dei vincitori ed è giusto narrare i fatti per come sono avvenuti per riportare ordine e giustizia anche per i morti "dimenticati" e magari fatti passare per criminali che han pagato la loro crudeltà con la vita.
 

arciera

Membro Senior
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Concordo completamente @JERRY48 . Tranne che Cossiga potesse essere l'uomo forte. Cossiga era profondamente democratico. E' stato l'elemento di spicco della fine del consociativismo. Di quella strana alleanza sottobanco che ha influito nell'incompleta partecipazione popolare alla storia. Io credo fermamente che il popolo di un paese debba controllare ogni potere dello stato sia quello legislativo che quello esecutivo che quello giudiziario. Non deve esserci nessun potere autonomo. Questa è una democrazia completata. Lo sceriffo e il giudice vanno votati, devono rispondere al popolo così come il politico. Non si può dire che l'uomo della strada non possa essere a conoscenza dei veri problemi. Se un giudice si comporta male non va più votato. E questo lo deve decidere il popolo. Qualsiasi persona sia contraria a questo è essa stessa autoritaria e fascista. Quindi? mi sembra che la storia ci abbia preso in giro: quelli della P2 passavano per autoritari mentre quelli del consociativismo per democratici! mi sembra il gioco delle tre carte....un grande imbroglio
 
J

JERRY48

Ospite
Ancora più ripugnante (per noi non per loro):

Nel 1992 Mario Chiesa, dirigente socialista, viene arrestato in flagranza di reato per tangenti. È l’inizio di Tangentopoli. Lo scandalo di Chiesa apre una stagione di incubi per dirigenti socialisti e democristiani che vengono coinvolti in scandali sempre maggiori. E noi popolo che potevamo fare? subire.

In un grave contesto di crisi politica ed economica, i principali partiti della borghesia, il Psi e la Dc, vengono travolti dalle inchieste di “Mani Pulite” e di lì a poco sarebbero crollati dopo oltre un cinquantennio di dominio, trovandosi, nel giro di pochi mesi, fuori dai giochi. Dovevano piangere i bianchi o i neri?

La borghesia italiana si trovò costretta in quegli anni ad adottare la misura del governo tecnico come strumento per sferrare colpi decisivi alla classe lavoratrice in nome dei sacrifici per tutti e dell’unità nazionale nell’interesse del paese. Grazie a questi governi la borghesia riuscì ad ottenere, tra le altre cose, l’abolizione della scala mobile, l’orgia di privatizzazioni del patrimonio pubblico, la modifica della legge elettorale, spazzando via definitivamente il sistema proporzionale. Ma, la soluzione tecnica aveva un carattere necessariamente temporaneo e Confindustria doveva trovare un quadro più stabile e che rispondesse il più possibile alle prorpie esigenze. Furono queste le basi dell’appoggio della borghesia italiana all’ingresso di Berlusconi in politica. Che felicità per tanti all'inizio, ma che amarezza al suo crollo. O al contrario?

La nascita di Forza italia (cui aderirono anche transfughi di Psi e Dc), e lo sdoganamento del Msi, diedero alla borghesia una rappresentanza politica più stabile e dall’immagine più pulita rispetto alla vecchia classe dirigente. Questo apriva la strada ad una nuova stabilità del quadro politico, mentre a destra si andava consolidando la Lega nord come forza populista e reazionaria in grado di raccogliere in parte i voti di protesta, a destra, contro il tradizionale sistema politico ormai in crisi e screditato.

Dopo vent’anni il quadro sembra ripresentarsi, ma le contraddizioni sono ancora più profonde. La crisi economica attuale assume un carattere ancora peggiore rispetto a quella degli anni ‘90. Mi fermo sono stanco per tutte queste storture.
 

arciera

Membro Senior
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Sì @daniele78 le foibe sono una pagina infame. Non si poteva fare diversamente allora. Il mondo era diviso in due. Non c'era verità che teneva. Nessuno, neanche a destra parlava di questo, se non minoranze non influenti. La guerra era dietro l'angolo. Bisognava saper tacere. anche a sinistra.
 

arciera

Membro Senior
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È l’inizio di Tangentopoli.
Non serviva più quel sistema. Rimane però caro Jerry la differenza non solo tra destra e sinistra ma anche all'interno della destra e all'interno della sinistra. Tra giustizialisti e liberali. E mi raccomando di capire che la differenza non è tra chi vuole galera e chi no. La differenza è la visione del mondo. Popolo deliberativo o elite decisionale
 
J

JERRY48

Ospite
Non serviva più quel sistema.
Però l'abbiamo dovuto subire. E' storia del nostro paese e della nostra classe dirigente e connessi.
la differenza non solo tra destra e sinistra ma anche all'interno della destra e all'interno della sinistra
Un'amalgama così disastrosa che di non si può. E noi subiamo...
E mi raccomando di capire che la differenza non è tra chi vuole galera e chi no.
Purtroppo c'è.
La differenza è la visione del mondo. Popolo deliberativo o elite decisionale
Siamo noi il mondo, del nostro mondo padroni e non servi del loro mondo.
 

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