Luigi Criscuolo

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@Gianco qualche anno fa sono stato CTP in una causa fatta da un confinante ad un altro, che si trovava a quota più alta, perché l'attore sosteneva che le radici delle 3 piante, che il convenuto aveva piantato proprio a ridosso del muro di sostegno e di divisione avevano creato lo spanciamento del muro medesimo.
Il muro, alto circa 2,0 m e lungo circa 35, m, era stato costruito con blocchi di tufo e malta più di una ventina di anni fa, senza piede e che già subito dopo la sua costruzione ebbe bisogno di un cordolo in c.a. di irrigidimento perché spanciava. Inoltre il muro, a circa metà della sua lungheza, confinava a monte anche con una altro terreno sul quale a distanza regolare c'erano altre specie di piante.
Il confinante di monte con le 3 piante a ridosso del confine, a seguito delle lagnanze del confinante di valle che poi è diventato attore della causa, aveva tagliato le piante lasciando dei ceppi.
Il CTU nominato dal Giudice, non era dotato di mezzi idonei per determinare lo spanciamento del muro quindi chiese ai contendenti se lo autorizzavano a giovarsi di un ausilio che sarebbe costato parecchi soldi. Le parti in causa decisero di farne a meno, così il CTU dotato di distanziometro laser, prese le distanze tra il muro perimetrale dalle casa della parte attrice , preso come riferimento, lungo circa 12,0 m, ed il muro di confine in questione. Quando il muro della casa terminò, con un doppio decametro prese la distanza dallo spigolo della casa a dei punti prestabiliti del muro, in questo modo ricostruì la posizione del muro. Questa, nel tratto misurato con il distanziometro laser, aveva un andamento rettilineo ma convergente di 2,0 cm tra lo spigolo di inizio della casa e lo spigolo finale. Nel tratto misurato con la fettuccia è stato individuato a circa 5,0 m dalla fine del muro nella proprietà della parte attrice, un punto che si discostava di 7,0 cm rispetto all'allineamento ipotetico. Questo punto di discostamento massimo si trovava nella parte di confine con il terreno coltivato ed a circa 15,0 di distanza dall'ultima pianta della parte convenuta. Il CTU ha concluso che esisteva uno spanciamento di 7,0 cm sul muro causato dalla presenza di radici delle piante piantumate dalla parte convenuta, mai evidenziate nonostante la richiesta di fare dei saggi in prossimità del punto individuato, per cui questa è stata condannata a circa 33.000 € di risarcimento del danno. Io come CTP della parte convenuta avevo sostenuto che il muro era deformato per via della spinta del terreno dell'altro confinante ed a suffragio di questa ipotesi avevo ricordato il fatto dell'intervento di irrigidimento eseguito subito dopo la costruzione del muro e che nel tratto di confine comune il muro aveva una posizione quasi asintotica, avevo anche fatto una dimostrazione di geometria analitica, rispetto al muro perimetrale della casa della parte attrice. Per cui non era provato che la causa dello spanciamento così lontano fosse da attribuire alle radici delle piante della parte convenuta, e che quindi la parte convenuta doveva essere condannata a rimuovere completamente i 3 fittoni lasciati nel sottosuolo.
P.S. Mi è stato riferito che il CTU, in seguito, ha ricevuto l'incarico di fare il D.L. di ricostruzione del muro.
 

bianca luce

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Griz, i miei diritti non vengono rispettati perchè l'UT ha dato il permesso di mettere il parapetto a filo del terrazzo senza la rientranza del 1,50mt. e questo mi fa chiedere come mi devo comportare. grazie
Bianca Luce
 

Gianco

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Luigi, condivido la tua impostazione, anche se sarei curioso di sapere di che qualità erano le piante e quanto distavano dal muro. E' evidente che per come lo descrivi la parete non era in grado di assolvere alla funzione di muro di sostegno. Per cui il cedimento riscontrato era da imputare alla spinta della terra.
Bianca, il comune non entra nel merito delle leggi del CC, forse neanche le conoscono.
 

griz

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Griz, i miei diritti non vengono rispettati perchè l'UT ha dato il permesso di mettere il parapetto a filo del terrazzo senza la rientranza del 1,50mt. e questo mi fa chiedere come mi devo comportare. grazie
Bianca Luce
trovo strano che il tecnico comunale dopo le tue osservazioni non si sia accorto della svista, comunque come ti è stato scritto da altri, le pratiche edilizie sono emesse e trattate salvo i diritti di terzi quindi tecnicamente il comune può anche decidere che il problema sia tra voi confinanti. In conclusione: il tuo referente è il vicino che non può mettere il parapetto a confine, quindi puoi fare causa a lui e comunque il comune secondo me verrà coinvolto in quanto non si sta preoccupando del rispetto delle norme, se la pratica edilizia è una DIA o qualsiasi altra procedura che preveda l'asseverazione del tecnico progettista, anche lui sarà coinvolto in quanto ha asseverato il falso
 

bianca luce

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Griz, chiarissimo il concetto. se tu sapessi come mi fa strano la svista tecnica con conseguente decisione!!!!
Gianco forse le leggi le conoscono ma gli fa comodo ignorarle anche se non comprendo il perchè. é così facile usare il buon senso.
domani mattina mi incontro con mio geom e avvocato e terrò conto delle vostre opinioni. Vi farò sapere..... grazie
 

Luigi Criscuolo

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@Gianco sappi che per regolarizzare un impianto di fito-evapo-traspirazione che il proprietario aveva, arbitrariamente, installato proprio in adiacenza con una rete di confine con il vicino, la Provincia di Roma ha preteso il nullaosta da parte del confinante altrimenti faceva demolire per mancato rispetto della distanza dal confine.
 

Gianco

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Luigi, non conosco l'impianto di cui parli, ma evidentemente se deve ottenere l'autorizzazione suppongo sia assimilabile ad un fabbricato che si addossa al confine o stacca m 1,50 dal confine come prevede il CC o rispetta la distanza prevista dal PUC. Purtroppo l'esame dei progetti non si estende alle distanze previste dal CC. E' classico vedere gli impianti idrici e fognari addossati al confine, mentre dovrebbero distare almeno un metro. Come anche le finestre sui prospetti sovente non rispettano la distanza di m 0,75 ed i balconi non rispettano m 1,50 dal confine.
 

Luigi Criscuolo

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@Gianco praticamente in superficie vedi solo dei cespugli di specie arboree idrofile. Ti allego una foto non posso mettere quelle più esplicite perché si capirebbe l'autore dell'abuso.
DSCN9849.JPG

comunque ti allego una figura schema
upload_2014-7-30_13-17-40.png
upload_2014-7-30_13-17-40.png
 

Gianco

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Scusa, ma non capisco. Nella prima foto vedo una parete di cespugli ed un'aiuola con vegetazione spontanea. Nelle renderings intuisco che l'impianto di fito-evapo-traspirazione sia quella serie di aiuole messe in serie le quali essendo praticamente conduttori d'acqua devono distare non meno di m 1,00 dal confine. Certamente, è strano che il comune, contrariamente al solito, entra nella verifica delle distanze legali.
 

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