Premesso il fatto che è la Provincia che autorizza lo scarico sul suolo, nel sottosuolo ed in corpi idrici, delle acque reflue assimiliabili a quelle domestiche negli abitati non serviti dalla rete fognaria comunale.
Che questo era un caso di una stazione di distribuzione di carburante che doveva scaricare le acque dei bagni e dell'annesso bar.
Che per avere la licenza del bar e della stazione di servizio bisogna avere l'allacio in fognatura o uno scarico autorizzato.
Che la Provincia vieta lo scarico "tale e quale" degli scarichi domestici (quello che una volta erano i pozzi neri o pozzi perdenti) ma che prevede un trattamento di depurazione a monte del punto di scarico: nelle zone di vincolo idrogeologico dalla fossa imhoff abbinata ad un impianto di ossidazione o di fito-depurazione alla installazione di impianti di fito-evapo-traspirazione dove non c'è alcuna immissione.
Che questo era un caso di sanatoria in quanto l'impianto era già stato installato.
Che la richiesta di rispetto delle distanze dell'impianto dai confini è uno dei requisiti richiesti dalla provincia per autorizzare/sanare l'impianto: richiede la dichiarazione asseverato di un tecnico.
Che alla domanda di autorizzazione bisogna allegare il progetto, per cui chi analizza la pratica vede dove è ubicato l'impianto.
Infine, per rispondere alla tua domanda, suppongo che la richiesta della Provincia del rispetto della distanza dal confine sia seguente ad una condanna della medesima portata in causa come terzo da un confinante che si è trovato l'impianto di depurazione autorizzato rasente il confine di proprietà.