Dimaraz

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Prima è un documento firmato di comune accordo, poi mancano le firme di 2 (anche se teoricamente favoriti/e dal contratto), prima è un immobile del padre sposato in comunione, poi costruito risulta costruito coi soldi della madre ma sanato a spese di chi scrive.
Stà diventando il solito ingarbugliato resoconto che diventano un "minestrone" di cui non si può dar opinione.
 

contro_idealista

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Prima è un documento firmato di comune accordo, poi mancano le firme di 2 (anche se teoricamente favoriti/e dal contratto), prima è un immobile del padre sposato in comunione, poi costruito risulta costruito coi soldi della madre ma sanato a spese di chi scrive.
Stà diventando il solito ingarbugliato resoconto che diventano un "minestrone" di cui non si può dar opinione.
Perche' dici prima e' , poi e'.... io ho spiegato tutto al momento giusto. E credo che sia chiaro a tutti tranne che a te a questo punto. Anche perche' lo vedo dalle risposte che ho ricevuto.
Comunque va bene cosi, diciamo che mi basta, non ho bisogno di ulteriori spiegazioni.
Per fartela breve : mio padre ha avuto due mogli. All'epoca del primo matrimonio possedeva solo un terreno e due figlie. Morta la prima moglie nel 1964, e sposatosi con mia madre nel 1967, grazie ai soldi che aveva accumulato mia madre con il lavoro, hanno fatto il progetto e costruito. Nel frattempo, le due figlie erano andate via perche' non potevano vedere mia madre. Praticamente sono sparite. Letteralmente. E in particolare una si e' fatta viva solo al suo funerale, anche se con l'altra, dopo 15 anni, si sono riaperti i rapporti e veniva a farci visita ogni 5/6 anni. Siamo nati noi tre figli della seconda moglie. Poi negli anni si e' voluto ampliare, ma dalle parti nostre ti lasciano prima costruire, e poi con comodo approvano il progetto. Tanto 'e che le modifiche che sono state fatte e chieste nel 1986, sono state condonate addirittura post mortem di mio padre, nel 2013. Quindi spettava a tutti noi pagare la sanatoria. Invece l'ho pagata solo io. Soldi che io pretendo mi debbano essere restituiti, in ragione dei quinti di suddivisione dei proventi.
Ho tentato di aprire un mutuo ma non ce l'ho fatta perche' nessuno dei miei fratelli ha prodotto cio' che mi chiedeva la banca, in tempo dell'iter per l'approvazione, e cioe', un documento autenticato in cui dichiaravano semplicemente di accettare una certa somma, che la mia banca avrebbe sborsato con il mutuo.
Ora... dopo la morte di nostro padre di comune accordo, ci siamo imposti di vendere l'unica proprieta' in possesso e di dividere i proventi in parti uguali, anche se per legge, e per aver costruito su un terreno comprato ai tempi della prima moglie, risultano proprietari piu' loro che noi, ingiustamente, per i motivi che ho spiegato sopra e perche' nessuno di loro due si e' mai preso cura di nostro padre. Ma lasciamo stare.
Alla fine, quello che ho capito, da tutta questa lunga discussione, e' : meglio se all'atto del rogito, prima di apporre qualche firma, lo facciamo scrivere nero su bianco di nuovo e poniamo il buon fine della vendita legandola alla equa suddivisione dei proventi. Posto che l'accordo anche se scritto ma firmato solo da me come rappresentante della parte debole, e da entrambe le Unilaterali, come parte forte, possa non valere.
Te l'ho rispiegato tutto di un fiato ma, se leggi bene i primi post, ho solo ripetuto il tutto.
 

Gianco

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Professionista
Poi negli anni si e' voluto ampliare, ma dalle parti nostre ti lasciano prima costruire, e poi con comodo approvano il progetto. Tanto 'e che le modifiche che sono state fatte e chieste nel 1986, sono state condonate addirittura post mortem di mio padre, nel 2013. Quindi spettava a tutti noi pagare la sanatoria.
E' vero che sovente gli uffici tecnici comunali "sostengono di essere oberati di lavoro", ma nel tuo caso il problema non sembra essere imputato alla loro lentezza. Difatti, sarebbe stato costruito e "le modifiche che sono state fatte e chieste nel 1986, sono state condonate addirittura post mortem di mio padre, nel 2013. Quindi spettava a tutti noi pagare la sanatoria." ed il progetto a sanatoria sarebbe stato presentato usufruendo della 47/85 e portata a conclusione nel 2013 dopo avere espletato a tutte le incombenze: documentazione integrativa e versamenti per oneri ed oblazione.
Comunque la riga in bianco, poiché non deve esistere può essere integrata anche con diversa grafia, restando difficoltoso dimostrare il tentativo di alterare gli accordi, giusto perché la stessa non può esistere.
 

Luigi Criscuolo

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anche se per legge, e per aver costruito su un terreno comprato ai tempi della prima moglie, risultano proprietari piu' loro che noi, ingiustamente
guarda che con l'odierno diritto di famiglia, come avevo scritto in uno dei miei interventi precedenti, nel caso di morte di uno dei due coniugi ai figli va comunque 2/3 della proprietà del genitore deceduto da dividere in parti uguali ed al coniuge superstite va 1/3 della proprietà del coniuge morto, più il diritto di abitazione della casa coniugale e dell'uso dei mobili (così evito le precisazioni pleonastiche di qualcuno). Ciò, in linea generale (altrimenti @Dimaraz puntualizza), indipendentemente dal regime patrimoniale con cui i nubendi si sono sposati. Perché il regime patrimoniale del matrimonio viene usato quando il matrimonio si scioglie con i contraenti ancora vivi.
Se ci si sposa con il regime patrimoniale di separazione dei beni, tutti i beni posseduti prima del matrimonio, e tutti i beni personali cioè pervenuti al singolo coniuge per donazione od eredità durante il matrimonio, ed i beni acquistati singolarmente per l'attività professionale sempre durante il matrimonio, rimangono di proprietà del singolo coniuge, per cui separandosi questi beni saranno sempre suoi al 100%. Ma tutti gli altri beni acquisiti in costanza di matrimonio finiscono nel calderone della comunione, per cui in caso di separazione questi beni verranno divisi a metà, salvo indicazione contraria nell'atto di acquisto.
Se ci si sposa con il regime patrimoniale di comunione dei beni, con l'esclusione dei beni personali acquisiti prima o in costanza di matrimonio che rimangono di proprietà al 100% del singolo coniuge, tutto il resto entra nel calderone della comunione, per cui separandosi si farà a metà di tutto: quello che si possedeva singolarmente prima del matrimonio e quello che si è creato durante il matrimonio.
Quando in costanza di matrimonio uno dei due coniugi muore le sue proprietà, personali ed acquisite per matrimonio, vanno in successione secondo le regole stabilite dal c.c. che prevede la successione testamentaria oppure quella legittima.
Quindi non c'è nulla di ingiusto
se le figlie di primo letto hanno avuto in eredità la proprietà della propria madre anche se questa proprietà le era arrivata per matrimonio. Mi dispiace per @basty che parla di obbligo morale. La morale è un sentimento personale per il quale per una persona togliersi la vita è più grave di ammazzare un malvivente sorpreso sul fatto, mentre per un altra persona la gravità è invertita.
 

contro_idealista

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Proprietario Casa
guarda che con l'odierno diritto di famiglia, come avevo scritto in uno dei miei interventi precedenti, nel caso di morte di uno dei due coniugi ai figli va comunque 2/3 della proprietà del genitore deceduto da dividere in parti uguali ed al coniuge superstite va 1/3 della proprietà del coniuge morto, più il diritto di abitazione della casa coniugale e dell'uso dei mobili (così evito le precisazioni pleonastiche di qualcuno). Ciò, in linea generale (altrimenti @Dimaraz puntualizza), indipendentemente dal regime patrimoniale con cui i nubendi si sono sposati. Perché il regime patrimoniale del matrimonio viene usato quando il matrimonio si scioglie con i contraenti ancora vivi.
Se ci si sposa con il regime patrimoniale di separazione dei beni, tutti i beni posseduti prima del matrimonio, e tutti i beni personali cioè pervenuti al singolo coniuge per donazione od eredità durante il matrimonio, ed i beni acquistati singolarmente per l'attività professionale sempre durante il matrimonio, rimangono di proprietà del singolo coniuge, per cui separandosi questi beni saranno sempre suoi al 100%. Ma tutti gli altri beni acquisiti in costanza di matrimonio finiscono nel calderone della comunione, per cui in caso di separazione questi beni verranno divisi a metà, salvo indicazione contraria nell'atto di acquisto.
Se ci si sposa con il regime patrimoniale di comunione dei beni, con l'esclusione dei beni personali acquisiti prima o in costanza di matrimonio che rimangono di proprietà al 100% del singolo coniuge, tutto il resto entra nel calderone della comunione, per cui separandosi si farà a metà di tutto: quello che si possedeva singolarmente prima del matrimonio e quello che si è creato durante il matrimonio.
Quando in costanza di matrimonio uno dei due coniugi muore le sue proprietà, personali ed acquisite per matrimonio, vanno in successione secondo le regole stabilite dal c.c. che prevede la successione testamentaria oppure quella legittima.
Quindi non c'è nulla di ingiusto
se le figlie di primo letto hanno avuto in eredità la proprietà della propria madre anche se questa proprietà le era arrivata per matrimonio. Mi dispiace per @basty che parla di obbligo morale. La morale è un sentimento personale per il quale per una persona togliersi la vita è più grave di ammazzare un malvivente sorpreso sul fatto, mentre per un altra persona la gravità è invertita.
Che la giustizia non sia sempre giusta e' un dato di fatto soggettivo. Non puoi togliermi la possibilita' di dire che per i motivi che non sto qui a ripetere ripartire disegualmente non sia giusto ( anche se lo e' per il codice civile ORA ).
In tutti i modi, la prima moglie e' morta nel 1964. Quindi in regime del vecchio diritto di famiglia. Ecco per esempio, nel 1965 cambio'. Volendo stabilire quale dei due era piu' giusto, sono sicuro che troverai quelli favorevoli piu' al primo che al secondo. Magari un giorno sara' giusto ( anche per la Giustizia ) con un nuovo codice ancora, il mio pensiero, e cioe' che in mancanza di testamento si divide tutto in parti uguali alla morte dell'ultimo genitore. Si anche perche' il genitore e' quello che dovrebbe per legge provvedere al sostentamento dei propri figli fino a che questi non sono in grado di volare via dal nido ( e anche oltre, in certi casi), e non pensi che sarebbe piu' giusto e logico avere quanto piu' risorse possibili per farlo? E come potrebbe se invece gia' la meta', per via della morte dell'altro coniuge, passerebbe di diritto nelle mani dei figli, i quali in un momento di euforia potrebbero sperare tutto in una notte, consapevoli del fatto che tanto c'e' papa' che poi li manterrebbe?
Percio' giusto o non giusto secondo Giustizia o secondo morale, poco conta. L'essenziale e' trovare un accordo fra tutti e cercare di non scontentare nessuno magari senza attaccarsi a cavilli o normicole nascoste nei meandri dei codici di famiglia del momento.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
per cui separandosi si farà a metà di tutto: quello che si possedeva singolarmente prima del matrimonio e quello che si è creato durante il matrimonio.
Nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, ovvero alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato, la comunione tra i coniugi si scioglie. Ciò non implica che si debba necessariamente fare una divisione (convenzionale o giudiziaria). E, soprattutto, non bisognerà "fare a metà" anche di "quello che si possedeva singolarmente prima del matrimonio".
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
Ecco per esempio, nel 1965 cambio'
il nuovo diritto di famiglia è del 1975. La legge è stata fatta per aderire meglio alle nuove richieste della società civile: questa con il trascorrere del tempo cambia. Altrimenti saremmo ancora al matrimonio riparatore che estingue il reato di violenza.
il mio pensiero, e cioe' che in mancanza di testamento si divide tutto in parti uguali alla morte dell'ultimo genitore.
ma guarda che è quello che è stato fatto 1/2 (perché volente o nolente quello era la sua proprietà) diviso 5.
L'essenziale e' trovare un accordo fra tutti e cercare di non scontentare nessuno magari senza attaccarsi a cavilli o normicole nascoste nei meandri dei codici di famiglia del momento.
parole sante, tuttavia ti faccio notare, con tutto quello che hai scritto, che se non si fa come dici tu lo scontento sei tu.
 

contro_idealista

Membro Attivo
Proprietario Casa
il nuovo diritto di famiglia è del 1975. La legge è stata fatta per aderire meglio alle nuove richieste della società civile: questa con il trascorrere del tempo cambia. Altrimenti saremmo ancora al matrimonio riparatore che estingue il reato di violenza.

ma guarda che è quello che è stato fatto 1/2 (perché volente o nolente quello era la sua proprietà) diviso 5.

parole sante, tuttavia ti faccio notare, con tutto quello che hai scritto, che se non si fa come dici tu lo scontento sei tu.
Mi ci gioco gli ammenicoli che tu lo saresti altrettanto. Come ti sentiresti se ti scippassero la casa di famiglia in cui sei nato e vissuto con i tuoi genitori, da due sorellastre che non si sono mai fatte vive nella loro vita, ma solo alla morte dei genitori? Fosse per me io non la venderei neanche, prova ne e' il tentativo di accollarmi al mutuo che ho gia' un altro mutuo, o meglio stesso mutuo ricontrattato. Fosse per me, darei ad ognuna di loro i soldi che mi chiedono per chiudere la faccenda. Il problema e' che l'unico a cui interessa tenere quella casa sono io, anche ai miei fratelli Germani non interessa, perche' come gia' spiegato, una ha la casa di proprieta' ( di noi 3 fratelli Germani) di cui si e' impossessata, se cosi si puo' dire. L'altro ha la sua casa in Sardegna e non viene piu' o quasi piu' al suo paese di origine.
Si, e' vero, l'unico scontento, o meglio quelli scontenti saremmo noi Germani, ma io di piu', perche' con il danno di vedermi scippare la casa ( che mi permetteva ogni anno di passare le vacanze e tornare al mio paese di origine che amo e dove un giorno avrei desiderato morire) da un compratore estraneo, la beffa di ricevere pochi euro ( che per 1/10 sarebbero, se si riuscisse a vendere a 70000 euro, meno della meta' del quinto desiderato per tutti ).
 

Luigi Criscuolo

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Proprietario Casa
E, soprattutto, non bisognerà "fare a metà" anche di "quello che si possedeva singolarmente prima del matrimonio".
guarda proprio l'anno scorso mi è capitato il caso della separazione consensuale di due coniugi: il marito avvocato, la moglie insegnante. Prima di sposarsi l'avvocato aveva fatto un investimento immobiliare in una località della campagna romana distante una 30ina di chilometri da roma: una villa su 3 piani con annesso parco. Il parco, tanto per intenderci, era così esteso che il professionista aveva ricavato un campo di calcetto per il figlio senza intaccare la destinazione di parco. Ad ogni buon conto sposandosi in comunione dei beni, siccome era innamoratissimo, successivamente alla data di matrimonio aveva fatto registrare questa proprietà immobiliare anche a favore della moglie . Purtroppo per il marito, la moglie, dopo 27 anni di matrimonio, è diventata una accanita vegana, per cui dopo circa 3 anni di litigate a pranzo ed a cena hanno deciso di separarsi. Anche la casa coniugale, in comunione dei beni, costituita da attico con superattico è stata divisa: il problema era che siccome in origine l'entrata era una sola ed ai locali del superattico si accedeva da una scala interna, si è dovuto progettare un disimpegno in modo da rendere indipendenti i due appartamenti con la moglie che ha chiesto il piano superattico mentre al marito (ed al figlio 25enne che viveva con lui) è andato il piano attico. Alla moglie è andata anche la metà dell'investimento immobiliare e lei stava trattando per avere una somma in denaro al posto della metà dell'investimento.
Quindi, quello che ho vissuto mi pare che confermi quanto affermato precedentemente. Anche perchè allora che differenza ci sarebbe tra i due regimi patrimoniali previsti per il matrimonio?
 

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